Il governo di centrodestra di Nello Musumeci viene battuto in aula e la Regione Sicilia rischia il caos. Nel pomeriggio, l’Assemblea ha approvato un emendamento soppressivo dell’articolo 1 del disegno di legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio previsto per tre mesi. “Di fatto abbiamo soppresso l’esercizio provvisorio, inutile andare avanti” ha detto il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, sospendendo i lavori. L’emendamento soppressivo messo ai voti era del M5s. Il Pd ha chiesto il voto palese, a quel punto il presidente Miccichè ha aperto la votazione e l’articoli 1 del disegno di legge è stato soppresso: di fatto è venuto meno l’impianto del testo. Da sottolineare, inoltre, che solo 27 deputati di maggioranza hanno votato a favore del provvedimento voluto dalla Giunta Musumeci. Subito dopo la votazione, Miccichè ha convocato la conferenza dei capigruppo. Il ritorno in commissione Bilancio dell’Ars con un nuovo testo “light” o un emendamento di riscrittura della norma bocciata sono le due strade per sbloccare l’impasse in cui si ritrova il governo Musumeci, alle prese con una crisi di non facile risoluzione. Tecnicamente, infatti, la Regione può andare avanti in gestione provvisoria ancora per alcune settimane ma senza un documento contabile la conseguenza è il blocco totale di spese correnti, pagamenti, accreditamenti. In una parola: paralisi di gestione.
Tornando alla giornata, al momento del voto a Sala d’Ercole erano presenti 64 deputati, ma solo in 55 hanno votato. A chiedere il voto palese nominale sull’emendamento soppressivo del M5S all’articolo 1 è stato il Pd. Fra i non votanti gli assessori Toto Cordaro e Bernardette Grasso, i deputati della maggioranza Vincenzo Figuccia, Pippo Gennuso, Alfio Papale, Michele Mancuso, Tony Rizzotto e i due dell’opposizione Edy Tamajo e Sergio Tancredi. L’Aula è stata aggiornata a domani, mercoledì 22 gennaio, alle 16. Il ddl esercizio provvisorio non conteneva solo l’autorizzazione a spendere in dodicesimi fino a marzo, dando il tempo all’Ars di approvare la legge di stabilità, ma stanziava anche alcune risorse come quelle per i teatri, i consorzi di bonifica, l’Esa e i forestali.
Durissima la presa di posizione del capogruppo Pd all’Ars Giuseppe Lupo: “Il governo è stato battuto in Aula con voto palese nominale. Solo 27 deputati di maggioranza hanno votato a favore dell’esercizio provvisorio. Finalmente si fa chiarezza sull’inutile polemica che il presidente Musumeci porta avanti da mesi sul voto segreto – ha detto, riferendosi al voto da parte dell’aula di Palazzo dei Normanni – La realtà è solo che il suo governo si è liquefatto e lo dimostra perfino l’assenza dei deputati componenti della giunta e del presidente ai lavori parlamentari”. Sulla stessa linea d’onda Claudio Fava, che ha chiesto le dimissioni del governatore regionale: “Un voto politico, a scrutinio palese, che dimostra, ancora una volta, l’inesistenza di una maggioranza di governo. Qualunque presidente, con senso di responsabilità, ne prenderebbe serenamente atto e si dimetterebbe. Musumeci non lo farà mai”. Preoccupazione, invece, è stata espressa dai sindacati, nella fattispecie da Giuseppe Badagliacca e Nicola Scaglione della Cisal: “La soppressione dell’esercizio provvisorio della Regione siciliana, approvato questa sera dall’Ars, rischia di rivelarsi un colpo mortale non solo per migliaia di lavoratori i cui stipendi sono a rischio, come per esempio Lsu, Resais e Pip, ma in generale per l’attività amministrativa che di fatto verrebbe bloccata, al netto delle sole spese essenziali, colpendo gli enti locali. Una vera e propria sciagura che va evitata a tutti i costi: il governo regionale e l’Assemblea trovino una soluzione immediata“.