Applausi. Molto passato e altrettanto futuro. E messaggi chiari a chi, dall’interno del Movimento, ne ha minato la leadership. Luigi Di Maio sale sul palco del Tempio di Adriano di Roma poco prima delle 18. È emozionato, per la prima volta non va a braccio: legge il discorso “che ho iniziato a scrivere un mese fa”, confermando quindi i rumors dei primi di gennaio sulle sue dimissioni da capo politico del M5s, ruolo ricoperto da due anni e quattro mesi. Alle 18.50 arriva l’annuncio ufficiale: “Mi dimetto da capo politico del Movimento 5 Stelle“. Prima, un intervento di un’ora in cui subito è entrato nel merito della questione, parlando del futuro del Movimento per parlare del suo presente: “Il mio lavoro è iniziato un anno fa, dopo la delusione delle elezioni in Abruzzo e ora posso dire che è finito: da oggi parte l’avvicinamento agli stati generali. Oggi si chiude un’era e per questo ho deciso di leggere questo discorso che ho iniziato a scrivere un mese fa”. Un discorso che si regge su due parole: “Fiducia e responsabilità“, come il ministro ha scritto su Facebook poco prima dell’inizio del suo intervento. Responsabilità e fiducia che non ha avuto – secondo Di Maio – “chi è stato nelle retrovie e, senza prendersi responsabilità, è uscito allo scoperto solo per pugnalare alle spalle”.

“Ho protetto il Movimento da approfittatori e trappole” – Dopo aver ricordato la sua esperienza appena arrivato a Roma nel 2013 da neo deputato, Luigi Di Maio ha parlato ancora di fiducia. E ha iniziato a lanciare messaggi neanche troppo velati a quella parte del Movimento 5 Stelle che in questi anni lo ha attaccato dall’interno. Approfittatori, nemici, traditori: i termini utilizzati dall’ormai ex capo politico non lasciano spazio a interpretazioni alternative: “In questi anni da capo politico ho messo tutto me stesso – ha detto – Ho lavorato per far crescere il Movimento e proteggerlo dagli approfittatori e dalle trappole lungo il percorso, anche prendendo scelte dure e a volte incomprensibili. La storia – sono le parole di Di Maio – ci dice che alcuni la nostra fiducia l’hanno tradita, ma per uno che ci ha tradito almeno dieci quella fiducia l’hanno ripagata. Questi potranno dire di aver firmato leggi che hanno cambiato la vita dei cittadini italiani. Essere ricordati per aver fatto qualcosa di buono: questo è l’unico privilegio per chi è stato eletto”.

Ancora fiducia, sul Movimento e su chi prenderà il posto di capo politico al suo posto: “Mi fido di chi verrà dopo di me” ha detto, prima di tornare ad attaccare i “peggiori nemici” che “sono stati quelli che non ti aspettavi”: “Abbiamo tanti nemici, qualcuno che resiste e che ci fa la guerra – ha detto – Ma nessuna forza politica è mai stata sconfitta dall’esterno. I peggiori nemici sono quelli che al nostro interno lavorano non per il gruppo ma per la loro visibilità“. Un attacco duro, poi corroborato dal messaggio successivo: “Se in questi anni avessimo avuto più fiducia in noi stessi avremmo ottenuto risultati ancora migliori – ha sottolineato – E nonostante tutto continuo a fidarmi di ognuno di noi”. Poi il messaggio ai facilitatori: “Quando dovete raggiungere degli obiettivi le fughe di notizie rischiano di far saltare tutto, lo sperimenterete sulla vostra pelle“.

“Il governo deve andare avanti” – In un passaggio del suo intervento, il capo politico dimissionario è tornato su uno dei suoi cavalli di battaglia: “È il momento di dire che il Movimento è nato in opposizione al potere costituito: abbiamo lavorato per rompere tutte le nicchie di potere e le resistenze. Ora – ha sottolineato – stiamo combattendo la battaglia per il ritiro della concessione. A proposito, ho letto che alla notizia delle mie dimissioni il titolo Atlantia in borsa ha iniziato a guadagnare dopo molte settimane e questo testimonia che i mercati non hanno capito nulla di noi”. Importante il cenno al governo Conte 2: “Noi dobbiamo pretendere il sacrosanto diritto di essere valutati almeno alla fine dei cinque anni di legislatura – è il parere di Di Maio – Io penso che il governo deve andare avanti, perché alla fine della legislatura i risultati si vedranno ma dobbiamo avere il tempo di mettere a posto il disordine fatto da chi ha governato per trent’anni prima”. A seguire nuovi attacchi ai suoi detrattori: “Molti in questi mesi mi hanno accusato di esser stato troppo ingenuo – ha detto – Non mi sento tale ma preferisco passare per ingenui che essere considerato un imbroglione. E personalmente continuo a pensarlo nonostante i tanti tradimenti“. Tradimenti, ancora tradimenti.

“Tanti mi hanno scritto non mollare. Ma io non mollerò mai il M5S, il Movimento è la mia famiglia” ha aggiunto il ministro degli Esteri, che poi ha assicurato che “dalle leggi che abbiamo approvato non si può tornare indietro. Se proveranno a cancellare la legge anticorruzione, prescrizione o reddito di cittadinanza ci saranno migliaia di persone in piazza per impedirlo. E io sarò con loro”. Poi ritorna ad attaccare i nemici, interni ed esterni: “Se uno sale sul carro per convenienza l’unica soluzione è allontanarlo dalla nostra comunità. Questo accade quando si antepongono gli interessi personali a quelli della comunità” ha accusato Di Maio, il quale si è rivolto ad alcuni parlamentari fuoriusciti dal M5s: “Te ne vai dal Movimento e poi continui a votare la fiducia dal Misto? Non è politica: è psichiatria” ha detto, facendo riferimento a chi è uscito dal Movimento come l’ex ministro Lorenzo Fioramonti. Interessante, inoltre, l’accenno alle posizioni del Movimento sulle infrastrutture: “Ci sono tante questioni da risolvere come le infrastrutture ma non è possibile che su alcuni territori ancora prima di conoscere una nuova opera noi siamo già schierati, prima di conoscere i dettagli, sul fronte del no. È vero – ha spiegato – c’è il rischio di corruzione ma le nostre leggi sono le più rigide d’Europa”.

Il ringraziamento a Giuseppe Conte e a Mattarella – Prima di chiudere, un pensiero sul premier: “Tra le persone incredibili che ho incontrato lungo questo percorso c’è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a cui non bisogna insegnare nulla: gli ho sempre detto che quella che all’inizio era preoccupazione per lui è diventata ammirazione – ha spiegato – È la più alta espressione dei cittadini che non hanno mai fatto politica e si fanno Stato. Non siamo stati sempre d’accordo in questi anni ma sono particolarmente orgoglioso della scelta che abbiamo fatto. Abbiamo ancora tanta strada da fare al governo”. Dopo il ringraziamento al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il “lavoro incessante”, alle 18.50 è arrivato l’annuncio delle dimissioni e il passaggio di consegne a Vito Crimi.

Il siparietto della cravatta – Infine un siparietto: “Gianroberto Casaleggio, per tutti gli anni in cui l’ho conosciuto, mi ha fatto un solo e unico regalo: un libro che si intitolava L’elogio della cravatta di Mariarosa Schiaffino – ha raccontato Di Maio – Era stato colpito dal fatto che la indossassi sempre, ogni volta che andavo da lui. E mi propose di approfondire il significato del tipo di nodo, perché anche il nodo della cravatta per lui e per quel libro era comunicazione. Tutto per Gianroberto poteva essere un modo per arrivare alla gente” ha detto ancora. Poi il gesto: “La cravatta per molti in questi anni ha contraddistinto il mio operato da capo politico. Ora la portate tutti, ma all’inizio non era così… Per me ha sempre rappresentato un modo per onorare la serietà delle istituzioni della Repubblica e il contegno che deve avere un uomo dello Stato. Oggi – sono state le ultime parole di Di Maio – simbolicamente la tolgo qui davanti a tutti voi. Grazie a tutti. Vi abbraccio. E vi voglio bene. Buona fortuna. Ne avremo tutti bisogno”. Tolta la cravatta, il capo politico uscente ha abbracciato il reggente del M5S, Vito Crimi (che ha annunciato che Di Maio non sarà più capo delegazione del governo) con la standing ovation della platea sulle note di Fix You dei Coldplay.

Le reazioni da Zingaretti a Salvini – Il discorso delle dimissioni di Di Maio da capo politico del M5s ha ovviamente provocato reazioni discordanti nel panorama politico. “Non mi permetto di interferire, ma mi dispiace anche perché si è avviato un processo politico che tiene. In ogni caso anche per M5s è arrivato il momento delle scelte” ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti al Tg4. Caustico il commento di Matteo Salvini: “Di Maio abbandona la guida dei 5Stelle al tracollo, Zingaretti annuncia lo scioglimento del PD, Renzi litiga con tutti. Il governo è finito” ha detto il leader della Lega, che poi ha continuato: “Dimmi che senso ha andare avanti con questo tutti contro tutti di cui gli ostaggi sono gli italiani. Spero che il voto di domenica serva a dare l’ultima democratica spallata a un governo attaccato alle poltrone“. E ancora: “Io non me la prendo con Di Maio che ha 33 anni – ha aggiunto il leader del Carroccio – ma con il signor Grillo che ha portato alla fine dei Cinque stelle, non so se per motivi politici o personali. Perché questa è la fine dei M5S”. Sulle dimissioni di Di Maio ha parlato anche il premier Giuseppe Conte: “La scelta di Luigi Di Maio di lasciare la guida del M5s mi rammarica, ma è una decisione di cui prendo atto con doveroso rispetto. La sua decisione rappresenta una tappa di un processo di riorganizzazione interna al Movimento ormai in corso da tempo e che, sono persuaso, non avrà alcuna ripercussione sulla tenuta dell’esecutivo e sulla solidità della sua squadra”. Il presidente del Consiglio poi ha aggiunto: “Il Movimento deve affrontare questa nuova fase. Ora dovrà completare questo processo e abbracciare con coraggio ed entusiasmo le nuove sfide che dovrà affrontare. Auguro a Vito Crimi di svolgere al meglio il lavoro che lo attende. Con Luigi Di Maio continueremo a lavorare fianco a fianco fino al 2023 per consolidare il ruolo di primo piano dell’Italia nell’Europa e nel mondo”.

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