A Ferrara, la città in cui il vicesindaco leghista, Nicola Lodi detto Naomo, continua a mantenere la casa popolare assegnatagli quando era un barbiere e certo non percepiva lo stipendio attuale di 4.800 euro al mese (ma le sue entrate del 2019 saranno dichiarate solo nell’Isee del 2021), la Giunta del sindaco Alan Fabbri approva un regolamento “rivoluzionario”, come lo definisce il primo cittadino, che assegnerà “le case popolari prima ai ferraresi e a chi da più tempo risiede sul territorio”.

Da tempo la Lega attacca le graduatorie di edilizia residenziale perché “colpevoli” di “favorire” gli stranieri. Una faccenda considerata un problema anche Fratelli d’Italia, tanto che, a Bologna, il consigliere comunale Marco Lisei e il parlamentare Galeazzo Bignami hanno girato un video in cui riprendono i campanelli delle case popolari, mostrando che i nomi sono soprattutto di stranieri, anche se il Comune di Bologna ha messo in chiaro che la maggioranza dei destinatari degli alloggi sono, invece, italiani.

A Ferrara, il nuovo regolamento approvato oggi dalla Giunta – e che verrà portato nei prossimi giorni all’attenzione delle commissioni e del Consiglio comunale – premia chi abita a Ferrara da più tempo e non possiede altri beni, nemmeno all’estero. Con un occhio di riguardo per i genitori single o separati e per le giovani coppie (fino a 40 anni) che accettano di abitare in periferia. “Mette al centro – commenta Fabbri – le esigenze e i bisogni dei ferraresi. Abbiamo introdotto una regola molto semplice: quella della residenzialità storica che assegna un punteggio (0,5 punti) per ogni anno di vita vissuta nel comune. A beneficiarne saranno soprattutto gli anziani, i genitori single e le famiglie con disabili a carico che, molto spesso, si sono visti superare in graduatoria dalle famiglie di immigrati, magari sul territorio da pochi anni”.

“Al buonismo del Pd, che ha fatto in questi anni troppi danni, sostituiamo il buon senso – spiega il sindaco -, anche per quanto riguarda il possesso di altri immobili, che non deve essere una condizione escludente soltanto per gli italiani, ma anche per chi viene da un altro Paese”. “La Lega a Ferrara – gli risponde a stretto giro il segretario regionale del Pd, il ferrarese Paolo Calvano, sentito da ilfattoquotidiano.it – ha approvato il nuovo regolamento per l’assegnazione delle case popolari. Tra i criteri è anche previsto che siano assegnate ai vicesindaco che guadagnano 4.800 euro al mese?”. “Se non è così – prosegue – allora forse Nicola Lodi dovrebbe lasciare la sua a chi ne ha veramente bisogno”.

La Lega, ironizza Calvano, è “passata da ‘Prima gli italiani’ a ‘prima Naomo’”. Il nuovo regolamento introduce anche altri criteri più stringenti di prima: la rinuncia ad un alloggio Erp non è più consentita nemmeno una volta, pena la cancellazione dalla graduatoria, ed è stato introdotto un punteggio negativo per i richiedenti che abbiano maturato un debito nei confronti dell’amministrazione (- 0,05 punti per morosità). Maggiori verifiche, inoltre, riguarderanno anche il requisito della impossidenza (la mancanza di beni immobili di proprietà) che tocca da vicino, ancora una volta, gli stranieri. “Al contrario di quello che accade oggi per i cittadini immigrati che fanno domanda di alloggio popolare – spiega l’assessora al Welfare del Comune di Ferrara, Cristina Coletti -, non sarà più sufficiente presentare una autocertificazione ma la mancanza di altri immobili di proprietà dovrà essere certificata attraverso l’ambasciata del Paese d’origine”. In previsione c’è anche la creazione di una graduatoria speciale dedicata ai padri separati e temporaneamente in difficoltà economica.

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