La denuncia di una coppia che vive negli immobili a ridosso del cantiere per la terza corsia nel tratto Firenze Sud-Incisa: "Le fessure si allargano e aumentano troppo velocemente negli immobili". La società: “Nel caso in cui le indagini in corso dovessero dimostrare una correlazione tra il cantiere e le lesioni alle abitazioni, la società darà la massima disponibilità per valutare, insieme ai condomini interessati, ogni opportuna azione"
“Le assicuro che sentire la notte il cemento armato che scricchiola non è piacevole. È per questo che ho deciso di parlare perché quello che è successo a me non accadesse agli altri”. La signora Serena Sgatti abita assieme al marito Lapo Liguori in un condominio alle porte di Firenze, all’Antella, frazione del comune di Bagno a Ripoli. Da due anni nel suo appartamento e nell’edificio stanno comparendo crepe. In particolare da quest’estate, tanto che presto lei, altri condomini e famiglie di una casa più in basso sulla collina dovranno fare dei lavori strutturali urgenti perché come spiega il loro tecnico, l’ingegnere Marco Nardi, “la fessurazione sta dimostrando un dinamismo preoccupante”. Ovvero le crepe si allargano e aumentano troppo velocemente.
Gli immobili si trovano a ridosso dei lavori per la costruzione di una galleria artificiale prevista nel progetto della terza corsia dell’A1 nel tratto Firenze Sud – Incisa. In estrema sintesi – quella sopra la casa della signora Sgatti – e per ripristinare il versante Autostrade spa costruirà una galleria artificiale con sopra due metri di terra per renderla ‘naturale’. I lavori sono stati progettati da Spea, eseguiti da Pavimental e gestiti da Autostrade, tutte società del gruppo Atlantia.
I condòmini interessati dalle crepe sono 18, in 10 hanno deciso di ricorrere allo stesso tecnico e anche allo stesso avvocato. “Non dico che ci troviamo in emergenza rossa, ma sicuramente arancione. Siamo a rischio di dover lasciare la casa”, spiega la signora Sgatti a ilfattoquotidiano.it. Nel 2016 una ditta incaricata dalla Pavimental ha eseguito dei Testimoniali di stato (perizia giurata sulle condizioni sulle condizioni e lo stato dei luoghi ndr) per verificare la situazione dei singoli appartamenti e dell’edificio tutti considerati in ottime condizioni.
Due anni dopo l’edificio presenta crepe – ora monitorate – sui muri dei garage e sulle scale. “Queste crepe orizzontali che vanno dal muro alle scale sono le più preoccupanti – spiega a ilfattoquotidiano.it l’architetto Pierfilippo Checchi di Legambiente e condomino dell’edificio in questione – perché significa che sta succedendo qualcosa alla struttura portante”.
L’intervento fa parte di un pacchetto di lavori decisi con la “Legge Obiettivo” attraverso la delibera CIPE del 21 dicembre 2001 e provengono da una convenzione tra Anas e Società Autostrade del 1997.
Per il tratto Firenze Sud – Incisa Autostrade Spa, attraverso Pavimental, sta costruendo il primo lotto dei 18 km del progetto: dall’uscita Firenze Sud fino a Osteria Nuova (frazione di Bagno a Ripoli). I lavori prevedono l’ampilamento di un viadotto che passa sopra la frazione di Ponte a Ema, la costruzione di una galleria artificiale all’altezza dell’Antella. Il Fatto Quotidiano ha richiesto i costi previsti ad Autostrade spa ma non ha ricevuto risposta. Da un decreto di esproprio che il fattoquotidiano.it ha potuto visionare, che risale al 2012, la base d’asta era fissata a 362 milioni 570 mila euro, di cui venti per le opere di messa in sicurezza.
Il secondo lotto, base d’asta 317,3 milioni di euro prevede un addolcimento di una curva ovvero parte dell’autostrada verrà raddrizzata e passerà sopra una valle destinata ad essere coperta da un milione e mezzo di metri cubi di materiale di risulta, ripristinata anche in quel caso con un manto terroso e piante per dare un aspetto naturale. Infine verrà scavata una galleria nella collina di San Donato in Collina di 950 metri a valle rispetto a quella esistente.
Il sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini (Pd), rivendica di essere dalla parte dei cittadini e, proprio per questo, di aver organizzato numerose assemblee pubbliche con i tecnici di Autostrade per parlare del progetto. A una di queste, quella per il secondo lotto per la costruzione della galleria del San Donato, si è presentata anche la signora Sgatti. “Io non ero mai andata alle assemblee perché mi fidavo dell’amministrazione e mi fidavo del monitoraggio di cui avevano parlato anche sui giornali”, dice. “Ma quando sono sorte le problematiche che hanno riguardato il mio appartamento, il Comune mi ha solo suggerito di chiamare i vigili del fuoco per far verificare l’agibilità. È per questo che lo scorso primo ottobre sono andata a quella assemblea. E quando ho visto il clima conviviale – ‘ci chiamerete per nome’ dicevano gli ingegneri di Autostrade, ‘entreremo nelle vostre case’ – a quel punto non ho potuto non condividere la mia esperienza. Non si può prendere in giro la gente”.
Così la Sgatti in assemblea ha preso la parola e messo in guardia i cittadini di San Donato in Collina sui testimoniali di stato, che, ha sostenuto, con lei non hanno funzionato. A sorpresa, è stato il sindaco Casini a fermare le proteste della signora Sgatti dicendole che stava tenendo “un atteggiamento terroristico“. “So bene a quale incontro si riferisce – spiega Casini a ilfattoquotidiano.it – non è che uno può venire a parlare a cittadini coinvolti da tutto un altro tipo di lavori e dire che è tutto falso e che non bisogna fidarsi. Se si fosse rivolta a me l’avrei seguita come seguo tutti i miei cittadini”. Il sindaco non ci tiene ad essere dipinto come il difensore di Autostrade per l’Italia. “Io lotto tutti i giorni con Autostrade”, dice. E aggiunge: “L’opera è sacrosanta, ma deve essere rispettosa del territorio che la ospita”.
Serena Sgatti non è d’accordo. “Noi dopo decine di pec personali (mail inviate da posta certificata ndr), da parte degli avvocati e del nostro tecnico, siamo stati presi in considerazione solo dopo il mio intervento. Non potevano fare altrimenti. Quando ho chiesto conto ad Autostrade, loro non hanno neanche alzato la testa e hanno borbottato che non era dimostrabile che i danni alla mia casa fossero colpa dei lavori”. In pratica i cittadini dovranno fare nuovi testimoniali entro gennaio e fare urgentemente dei lavori per fermare i “movimenti” che stanno creando le fessure. Lavori importanti da decine di migliaia di euro. Ma per avere indennizzi molto probabilmente dovranno fare causa ad Autostrade. “In pratica ci hanno detto così – dice l’architetto Checchi – ‘fate causa’. E non sarà facile”.
Interpellata in merito alle problematiche segnalate dai cittadini sulle proprie case, Autostrade per l’Italia ha dichiarato di aver messo a disposizione macchinari e tecnici per eseguire dei saggi in corrispondenza del pilone in questione. “Nel caso in cui le indagini in corso dovessero dimostrare una correlazione tra il cantiere e le lesioni alle abitazioni, la società darà la massima disponibilità per valutare, insieme ai condomini interessati, ogni opportuna azione”. Sulla questione dei testimoniali di stato dice Aspi , “non hanno in alcun modo lo scopo di determinare le cause che hanno provocato il fenomeno fessurativo in corso”.
Secondo l’ingegnere Nardi, chiamato da Sgatti, “si sta parlando di abitazioni che non avevano nessun tipo di stato fessurativo in una zona dove c’è stato un intervento importante con una paratia a monte di pali di grosso di diametro, un aumento del sedimento stradale e i manufatti che danno origine alla galleria, ecco lì prima che partissero non c’era niente ora c’è un quadro fessurativo importante”. La collina era idrogeologicamente fragile, ammette l’ingegnere, ma è anche vero che quegli edifici stanno lì da decenni.
Per Sergio Morozzi, del Comitato “L’Autostrada che vogliamo”, attivo dal 2005, è necessario che la classe dirigente locale tenga sotto controllo i lavori: “Purtroppo le amministrazioni sono tendenzialmente prone ad Autostrade. Noi non diciamo di non fare l’opera, chiediamo solo di monitorare affinché venga fatta bene. Invece ogni volta riscontriamo amministrazioni deboli che sembrano ignare di quello che succede sul territorio. Nel caso del tratto Firenze Sud – Incisa, ad esempio, abbiamo saputo solo a fine 2015 di una variante che ha previsto cambiamenti importanti, come l’interramento della Valle dell’Isone, una valle storica, nonché habitat naturale di alcune specie protette, dove verranno riversati un milione e mezzo di materiali di scavo e diventerà a sua volta sede della nuova corsia autostradale”.