Tre esplosioni sono avvenute la notte scorsa nell’impianto Idf a servizio del Convertitore 1 di Acciaieria 2 nello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto. L’incidente non ha provocato ma feriti, come si apprende da fonti sindacali, ma diversi squarci alle tubazioni della condotta di aspirazione del recupero gas.
La deflagrazione è avvenuta alla vigilia della fermata dell’Acciaieria 1 – annunciata dalla multinazionale lunedì e che comporterà la messa in cassa integrazione di 250 operai – e del conseguente aumento della produzione per l’Acciaieria 2, che necessita di manutenzione. L’incidente ha spinto l’azienda a far slittare di almeno due settimane lo stop: bisognerà ora attendere il ripristino dell’impianto”.
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“I fatti ci danno ragione”, dice il segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto Brindisi, Biagio Prisciano, dopo il guasto. “Ecco emergere le prime criticità. Lunedì scorso nel corso dell’incontro – aggiunge Prisciano – avevamo esposto le nostre perplessità sul nuovo assetto di marcia, evidenziando che quella esposta dall’azienda non poteva rappresentare la strada giusta”. La decisione era infatti stata definita da tutti i sindacati “inaccettabile” non solo per la questione occupazionale ma anche per “in termini di sicurezza ed ambientali”. “Da tempo – rileva Prisciano – dichiariamo che gli impianti all’interno dello stabilimento necessitano di manutenzioni ordinarie e straordinarie. Così come diciamo che l’azienda deve programmare in maniera capillare, con interventi specifici”.
I coordinatori di fabbrica Fiom e Uilm, Francesco Brigati e Gennaro Oliva, precisano in una nota che “le deflagrazioni si sono verificate nei pressi del pulpito stiring, laddove c’è transito di personale per le normali attività di affinazione. L’Acciaieria 2, a conferma di quanto sostenuto da Fiom e Uilm nei giorni scorsi e verificato nel corso del sopralluogo effettuato ieri, non può sostenere l’aumento produttivo a 3 convertitori e gli ultimi episodi lo testimoniano”.
La previsione di fermata dell’Acciaieria 1, ora slittata, è di circa 2 mesi. Fiom e Uilm chiedono ad ArcelorMittal di “tornare sui suoi passi e sospendere immediatamente la scelta unilaterale di fermare l’Acciaieria 1 in quanto, i continui rinvii e ritardi su manutenzione ordinaria e straordinaria determinano, in caso di aumento produttivo, situazioni di pericolosità sia dal punto di vista della sicurezza che dell’ambiente”. Nei giorni scorsi la multinazionale franco-indiana ha riferito alle organizzazioni sindacali che i nuovi assetti produttivi sono dovuti a “uno scarso approvvigionamento di materie prime e all’attuale capacità produttiva legata alle commesse”.