Si tratta di quel filone che vedeva tra i 22 indagati - tutti archiviati a dicembre - anche gli ex governatori Gianni Chiodi, Ottaviano Del Turco e Luciano D'Alfonso. Il presidente del Comitato dei familiari delle vittime ha scoperto che alla base dell'archiviazione sulla tardiva convocazione del Comitato Regionale per le Emergenze c'è una lettera agli investigatori del dirigente regionale Silvio Liberatore, che era sotto inchiesta: "Ha alterato la realtà"
Le indagini sul ritardo con cui si riunì il Comitato operativo regionale per le Emergenze nel giorno della valanga sull’hotel Rigopiano vanno riaperte, perché alla base dell’informativa dei carabinieri forestali che, a catena, ha portato alla richiesta di archiviazione e al via libera della giudice c’è un documento redatto da uno degli indagati. E oltretutto fornirebbe un’informazione falsa. È quanto sostiene il presidente del Comitato dei familiari delle 29 vittime, Gianluca Tanda, annunciando che presenterà una denuncia-querela.
Si tratta di quel filone dell’inchiesta della procura di Pescara che vedeva tra i 22 indagati anche gli ex governatori della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, Ottaviano Del Turco e Luciano D’Alfonso. Lo scorso dicembre il gip Nicola Colantonio ha dato ragione al procuratore Massimiliano Serpi e al sostituto Andrea Papalia, che avevano chiesto l’archiviazione nel novembre 2018. Una posizione, quella dei magistrati inquirenti, alla quale si erano opposti i familiari delle 29 persone morte sotto la valanga nel gennaio 2017.
Adesso, secondo Tanda, le novità rintracciate nei documenti potrebbero riaprire la partita. “Elementi – spiega Tanda – che riguardano gli atti utilizzati per l’archiviazione del capo 7 sulla colposa tardiva convocazione del Comitato Regionale per le Emergenze (Core) riunito il 18 gennaio 2017, nel giorno della tragedia”. Durante l’inchiesta, i Forestali chiedono alla Regione se e quando il Core si è riunito nel corso degli anni. La risposta giunge dal Dipartimento della Protezione Civile a firma dell’ingegnere Silvio Liberatore, dirigente regionale e indagato proprio per il capo 7 nell’inchiesta sulla valanga. La risposta è racchiusa in poche righe nelle quali si spiega che “agli atti dell’Ufficio risulta una unica convocazione”, quella del 18 gennaio del 2017. Insomma, prima di allora il Comitato non si sarebbe mai riunito. “In precedenza – sottolinea Liberatore – risulta la sola convocazione del “Comitato tecnico operativo regionale” del 7 febbraio 2012″.
“L’ex indagato scagiona se stesso – accusa il presidente del Comitato dei familiari delle vittime – anche quando altera la realtà affermando che ‘risulta in precedenza la sola convocazione dal parte dell’ex presidente Chiodi del Comitato Tecnico Operativo Regionale il 7 febbraio del 2012 in occasione dell’emergenza neve’. Per gli inquirenti tale organismo è cosa diversa dal Core. Ma una banale quanto rapida ricerca nel sito ufficiale della Regione Abruzzo svela l’arcano e smentisce miseramente i falsi dell’ex indagato Liberatore”. Sul sito della Regione, in effetti, esiste un comunicato ufficiale che definisce Comitato operativo regionale per le Emergenze quello che si riunì per fronteggiare il maltempo che nel febbraio di 8 anni fa flagellò l’Abruzzo. Adesso i familiari delle vittime chiedono che quei documenti vengano rianalizzati.