Quella foto ha ricominciato a girare in Rete, di bacheca in bacheca, dopo l’incursione al citofono di una famiglia tunisina che vive nel quartiere Pilastro di Bologna. “Lei spaccia?”, la domanda provocatoria di Matteo Salvini che ha fatto sue le accuse di una signora del quartiere. Il video dell’ultima provocazione elettorale inizia a circolare e il gesto richiama alla mente quando il leader della Lega, allora ministro dell’Interno, strinse la mano a Luca Lucci, ultrà del Milan che aveva patteggiato una condanna per traffico di droga. La ricordano, tra gli altri, numerosi esponenti politici.
Rossi: “Non importava suonare i campanelli”
“Uno spacciatore di droga certificato che Salvini conosce bene e di cui è grande amico esiste davvero ed è ritratto in questa foto. Non importava suonare i campanelli”, scrive su Facebook il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, postando la foto scattata in occasione della festa per i 50 anni degli ultras rossoneri della Curva Sud all’Arena Civica di Milano. “Questo modo di far politica usando i metodi della comunicazione sensazionalistica offende il lavoro delle forze dell’ordine (costrette ad esser lì presenti) e della magistratura. Non si può accettare che per una campagna elettorale si distruggano i principi fondamentali del vivere associato”, il commento del presidente della commissione Antimafia Nicola Morra.
Morra: “Ecco il coraggio del codardo”
“Replicare insistentemente ‘è tunisino?’ a favor di telecamera significa sottolineare un dato etnico che veniva tranquillamente omesso quando Salvini fraternizzava con un tal Luca Lucci, lui sì coinvolto per un tribunale italiano nello spaccio di sostanze stupefacenti!”, aggiunge il senatore pentastellato. “L’Italia ha conosciuto periodi non felici in cui il furore xenofobo e razzista ha fatto danni enormi. Non ci si riprovi”, aggiunge. E attacca: “Suonare al citofono, accusare senza prove una persona: in questo si sostanzia il coraggio del codardo, accompagnato da un codazzo di idolatri, che ricorda i momenti più bui dello squadrismo fascista”.
Bonelli: “Fa il giustiziere della notte”
Per Angelo Bonelli dei Verdi, il leader leghista “pur di portare avanti la sua permanente campagna elettorale continua a far leva sulla paura delle persone”. Un ex ministro dell’Interno, aggiunge, che “compie un’azione del genere, con una schiera di giornalisti a filmarne le ‘gesta’, rappresenta un vero pericolo per la democrazia“. E quindi anche lui ricorda l’episodio di Milano: “Peccato che lo stesso Salvini, levatosi il mantello da ‘giustiziere della notte’, lo scorso anno non ebbe alcuna remora a farsi fotografare con tanto di abbracci con Luca Lucci, ultras del Milan, pregiudicato per droga e lesioni e a cui la Polizia ha sequestrato un milione di euro soltanto pochi mesi fa”.
Quando Lucci spappolò l’occhio a un tifoso
La foto, scattata da un fotografo dell’Ansa e pubblicata per la prima volta con il profilo di Lucci da Ilfattoquotidiano.it, divenne un caso politico che imbarazzò Salvini. Classe 1981, ufficialmente elettricista, Lucci è considerato una delle figure più carismatiche della curva. Colpito tre volte dal Daspo e condannato a 4 anni per l’aggressione nel 2009 a un tifoso dell’Inter, che perse un occhio e in seguito si suicidò, nella primavera 2018 è finito in un’indagine assieme ad altre 21 persone, tutte destinatarie di misure cautelari, con l’accusa di vendita e spaccio di droga. In quell’operazione vennero sequestrati 600 chili di hashish, marijuana e cocaina e, stando all’indagine, fu proprio il “Toro”, come è soprannominato Lucci, a scovare e scollegare una telecamera della polizia piazzata proprio all’esterno del circolo usato come base dal gruppo.
“Lo spaccio è il suo principale sostentamento”
Per questa vicenda, nel settembre di due anni fa, Lucci ha patteggiato una pena a un anno e mezzo di carcere e nel giugno 2019 ha subito il sequestro di un milione di euro. Per la questura, il “suo principale sostentamento è il traffico di stupefacenti, fin da giovane ha stretti legami con la criminalità organizzata”. Nel dicembre 2018, durante la festa per i 50 anni della curva rossonera, al centro dell’Arena Civica di Milano, l’episodio che lo ha reso noto e ha imbarazzato il leghista: venne immortalato mentre stringeva la mano al ministro dell’Interno. Gli scatti scatenarono la polemica politica. In un primo momento, Salvini non prese le distanze, anzi rivendicò il saluto dicendo che in curva “ci sono tante brave persone” e annunciò che la mafia sarebbe stata sconfitta in “qualche mese”. Poi fece marcia indietro, spiegando di non sapere chi fosse Lucci e di averlo incontrato per la prima volta in quell’occasione.