L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha punito gli operatori per aver rimodulato in massa le offerte ricaricabili. Sotto la lente dell'Agcom l'addebito in caso di credito esaurito. Stabilito il principio per cui non si possono aggiungere nuovi servizi alle offerte già stipulate
Gli operatori telefonici non possono cambiare il contratto come vogliono. A stabilirlo è l’Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), che per la prima volta ha affermato questo principio in tre delibere pubblicate mercoledì. Sanzionati per 2 milioni di euro in totale i tre principali gruppi telefonici: Tim, Vodafone e Wind3. La ragione di questo provvedimento è l’inserimento nei contratti dell’opzione che fa scattare un addebito anticipato in caso di mancata ricarica prima dell’esaurimento del credito.
L’Autorità ha sottolineato però che l’aspetto più importante è il principio di base affermato, che riguarderà le future modifiche contrattuali. Principio che si è potuto stabilire grazie a una sentenza del Consiglio di Stato (8024 del 2019), che per la prima volta limitava il diritto di variazione in capo all’operatore. I provvedimenti dell’Agcom sono la prima vittoria dell’authority e delle associazioni dei consumatori in un lungo scontro a distanza con gli operatori telefonici.
Nel dettaglio, a finire nel mirino dell’Autorità è stata l’opzione che scatta in automatico quando si esaurisce il credito. In passato, una volta scaduta l’offerta mensile, non si poteva più telefonare e navigare su rete mobile, se era terminata anche la disponibilità sulla scheda telefonica. Ora, invece, gli operatori fanno un addebito per consentire di fruire temporaneamente dell’offerta. Denaro che è sottratto all’utente dopo la ricarica. Sembra un servizio utile, ma in realtà è soprattutto una fonte di incasso per le compagnie. Non ricordarsi di fare la ricarica prima della scadenza dell’offerta adesso costa di fatto almeno 90 centesimi al mese. Fatto che è percepito come una “tassa” sul ritardo della ricarica.
Secondo l’Agcom il problema non è il servizio in sé, ma il fatto che gli operatori lo hanno aggiunto ai contratti telefonici in modo forzoso, senza il consenso degli utenti. L’Autorità ha però stabilito che le variazioni operate dalla compagnia telefonica possono riguardare solo servizi già presenti nel contratto. Non se ne possono aggiungere degli altri. Nei prossimi mesi si vedrà a quali altri pratiche si applicherà il principio che limita le variazioni contrattuali.