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Donne al volante non fa più rima con pericolo costante

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In base all’ultima indagine effettuata in Belgio dal Vias Institute e pubblicata dal magazine francese AutoPlus, il vecchio detto “donne al volante, pericolo costante” viene smentito da statistiche che dimostrano il contrario. Meno incidenti, meno multe e meno abuso di alcol per le donne alla guida.

Le donne sono meno colpite in caso di incidente

In generale, a prescindere che siano conducenti, passeggeri o pedoni, le donne rappresentano il 43% delle vittime di incidenti stradali (morte o ferite), percentuale che scende al 37% se si considerano solo le donne guidatrici. Se invece si prendono in considerazione i passeggeri donne uccisi o feriti, la percentuale sale al 62%: statistica che si spiega col fatto che è quasi sempre un uomo a mettersi al volante quando ci sono più persone a bordo.

Il 44% delle donne coinvolte in incidenti ha conseguenze lievi, il 23% viene ha ferite gravi e il 34% subisce danni gravi: in sintesi le donne sono coinvolte in incidenti meno pericolosi rispetto agli uomini. A questo va aggiunto che, anche per gli incidenti mortali, i numeri sono molto chiari: muoiono 10 donne ogni mille lesioni per incidenti che coinvolgono il gentil sesso contro i 19 uomini. Anche l’età fa la differenza. Tra i giovani (15-19 anni e 20-24 anni) e trenta (30-34 anni e 35-39 anni) ci sono 1,4 volte più vittime di sesso maschile rispetto a vittime femminili (per 100mila abitanti).

Le donne più prudenti in condizioni a rischio

Le donne provocano meno incidenti anche perché prestano più attenzione e non si mettono alla guida in condizioni a “rischio”, come dopo aver bevuto. La probabilità che un uomo guidi dopo aver superato il limite legale è 4 volte superiore rispetto alle donne. Questa attitudine è confermata anche nelle statistiche degli incidenti: dalle analisi effettuate dopo un incidente risulta che solo il 5% delle donne che erano al volante avevano superato il limite legale, percentuale che sale all’11% per i guidatori uomini. Anche quando si parla di multe le donne ne accumulano meno: quasi due conducenti su 3 che ricevono una multa sono maschi. Idem se si fa il conto sui reati stradali: 3 su 4 condannati sono uomini.

La minore sinistrosità non viene premiata dalle assicurazioni

A giudicare da queste statistiche, le donne potrebbero essere premiate sotto forma di premi assicurativi più bassi: sono percentualmente meno coinvolte in incidenti e hanno meno spesso torto. Dal 2012 invece la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha abolito le quote rosa. Io non sono mai stata d’accordo alla creazione delle quote rosa però penso che qui non c’entri l’appartenenza al genere, quanto piuttosto a una categoria merceologica.

Come al supermercato o su Amazon, ognuno di noi viene profilato in base alle proprie abitudini di acquisto o di consumo e riceve offerte, sconti e promozioni. Nello stesso modo, anche in ambito assicurativo, ci dovrebbe essere le possibilità di pagare premi differenti rispetto alla categoria di appartenenza. Del resto un giovane ragazzo neo patentato ha un trattamento diverso rispetto a una persona con più esperienza. Perché per le donne non deve valere lo stesso se rappresentano un pericolo inferiore per le assicurazioni?

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