Sono bastate poche ore. Il video di Matteo Salvini che suona al citofono di una famiglia tunisina accusando un ragazzo di 17 anni di spaccio ha fatto il giro del Mediterraneo. Ripresa da alcuni media locali e ampiamente criticata sui social, la vicenda dell’ex ministro dell’Interno in campagna elettorale a Bologna si è rapidamente trasformata in un caso diplomatico. “Salvini non è un cittadino qualunque, ma un politico rappresentante delle istituzioni. Questo comportamento mi mette personalmente a disagio, non può essere normalizzato”, commenta Talel, giovane studente tunisino in Italia rientrato qualche settimana nel paese natale per le vacanze.

“Lo show di Salvini offende la Tunisia”, “un ragazzo tunisino offeso pubblicamente”, “politica e razzismo in Italia”: sono solo alcune delle reazioni della stampa tunisina il giorno dopo i fatti. Se i media locali si interessano all’accaduto è anche anche perché “un’intera comunità è stata nuovamente stigmatizzata”, spiega Leila El-Houssi al ilfattoquotidiano.it. Co-presidente del Forum italo tunisino, cerca di promuovere i legami storici e culturali tra i due paesi. E aggiunge: “Si tratta di operai, medici, studenti, di tanti lavoratori che contribuiscono allo sviluppo dell’Italia. Questo significa non avere rispetto per i propri cittadini e non tener conto del profondo legame che esiste con la Tunisia”.

“Trovo davvero surreale e incredibile che un uomo che ha avuto l’onere e l’onore di ricoprire un ruolo di governo di grandissima responsabilità possa, per beceri motivi di propaganda elettorale e con una superficialità imbarazzante, rischiare di mettere a repentaglio le relazioni con un paese fortemente legato all’Italia”, ha infatti dichiarato giovedì il vicepresidente del Parlamento Europeo Fabio Massimo Castaldo. Legami che non si limitano ad economia e affari: si stima infatti che siano tra 10.000 e 12.000 gli italiani che risiedono attualmente nel paese. “Il senatore ignora che esiste un’importante migrazione di italiani in Tunisia, tra cui moltissimi imprenditori. Di questo nemmeno si è tenuto conto, come non è stata presa in considerazione la storia che ci lega: ricordo che il secolo scorso le barche partivano dalla Sicilia per sbarcare in Tunisia”, sottolinea Leila El-Houssi. Un’influenza che ha lasciato tracce perfino nel dialetto arabo locale.

Persona non grata

Nel giro di poche ore, non solo Oussama Sghaier – uno dei tre deputati eletti nella circoscrizione italiana intervistato da Radio Capital – ma anche altri rappresentanti politici si sono scagliati contro l’ex ministro. La stampa locale riporta la richiesta del parlamentare Yassine Ayari che ha inviato una lettera al Ministero degli interni in Tunisia perché a Salvini sia vietato l’accesso in Tunisia e sia considerato “persona non grata” dalle autorità. Non è infatti la prima volta che l’ex ministro adotta atteggiamenti simili nei confronti dei cittadini tunisini: nel 2018 li definì genericamente “galeotti e criminali” scatenando l’ira dei rappresentanti politici della scorsa legislatura. Il senatore aveva poi dato il via ad una campagna contro l’olio d’oliva locale, “dimenticando forse che Roma è più vicina a Tunisi che a Parigi e Bruxelles”, ricorda la co-presidente del Forum italo-tunisino, e che l’Italia è il principale partner commerciale della Tunisia insieme alla Francia.

La stampa locale riporta inoltre il duro comunicato diffuso in arabo, francese e italiano dal Forum Tunisino per i Diritti Economici e Sociali (FTDES), una delle principali organizzazioni della società civile attive nel paese. “Ricordiamo la lettera aperta indirizzata all’allora Ministro degli Interni durante la sua visita in Tunisia nel 2018, in cui abbiamo già espresso la nostra indignazione per l’accanimento di Salvini nei confronti della comunità tunisina”. Il Forum informa poi di essere disposto a fornire la dovuta assistenza per “perseguire legalmente in tribunale e di fronte alla Corte dei diritti dell’uomo le azioni abusive di Matteo Salvini”.

Anche l’Alleanza delle Associazioni dei Tunisini in Italia ha diffuso una nota in cui, oltre a lanciare un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dichiara il suo sdegno per “le gravi offese pronunciate dal leader politico e purtroppo divulgate da alcune varie giornalistiche e trasmissioni televisive, viste da cittadini autoctoni e stranieri”, promettendo di sporgere querela. Secondo il presidente del FTDES Abd al-Rahman al-Hadhili “il leader xenofobo e populista cavalca il malcontento e la crisi socioeconomica in Italia prendendosela ancora una volta con lo straniero, in particolare con i tunisini”.

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