“Elezioni regionali? Siamo nati per soffrire. Fino a domenica dovremo sorbirci in ogni notiziario televisivo la prima mezz’ora dedicata alle elezioni in Emilia Romagna e molto meno alla Calabria. Abbiamo assistito anche a episodi di folklore. C’è stata una politicizzazione incredibile delle elezioni in Emilia. Sembra che si debba votare per le elezioni nazionali o l’elezione diretta del capo dello Stato“. Così esordisce, nel suo consueto appuntamento settimanale su Lira Tv, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che, con aplomb insolitamente “zen”, come lui stesso ironicamente lo definisce, aggiunge: “Forse l’episodio più interessante sul piano della politica nazionale è rappresentato dalle dimissioni di Di Maio da capo politico del M5s. Già l’espressione ‘capo politico’ mi è sempre parsa esagerata. Credo che dobbiamo guardare con rispetto al travaglio interno del M5s e alla sua crisi di consenso. Mi auguro che questo travaglio odierno sia la presa d’atto di una esperienza che è stata fatta e che, come capita a tutti, dà degli insegnamenti che vanno accolti. Quindi, grande rispetto per il M5s, ma anche grande richiamo al principio della realtà“.
E spiega: “Parliamoci chiaramente: i 5 Stelle hanno avuto anche una funzione positiva, per la scossa che hanno dato al sistema politico italiano e per l’innovazione, anche se con esagerazioni e sbavature nel linguaggio politico. Ci sono state anche provocazioni che hanno richiamato i partiti a una maggiore dinamicità e a una modernizzazione. Poi queste spinte, che erano anche positive per quanto radicali e discutibili, hanno finito con l’assumere un connotato tutto ideologico, dall’ambientalismo a posizioni francamente irragionevoli nella gestione di un movimento politico. Ma veramente – continua – qualcuno può immaginare che un movimento che assume quel rilievo possa essere governato con una piattaforma informatica? Si sono avuti elementi di inesperienza e di infantilismo politico che sono crollati alla prova dei fatti. Un conto è parlare, un altro conto è governare, fare delle scelte, fare i conti coi bilanci, assumere posizioni che non siano dannose per l’Italia. Ricordo le prime posizioni del M5s sulla Ue, sulle grandi opere, sui vaccini. Sono state posizioni dannose. E così anche l’eccesso di aggressività che nel corso degli anni ha avvelenato il dibattito pubblico del nostro Paese”.
Il politico campano prosegue: “Questa volta sono d’accordo con Di Maio, che nel suo discorso ha detto che l’uno non vale l’altro. Mi pare evidente che sia sicuramente così, non ci voleva molto a capirlo. Noi ci eravamo già arrivati dieci anni fa. L’uno non vale l’altro nella politica, come nella vita, nell’economia, nell’università”.
Battuta finale sui suoi detrattori: “Avrete notato che io sto usando un linguaggio neutro e tenue. È come se avessi raggiunto il Nirvana. Mi sono perfino imposto di non fare qualche battutaccia, come mi capita spesso. In Campania manterremo questo orientamento: non ci faremo distrarre dalle chiacchiere della politica politicante. Ogni tanto sento qualche piccolo personaggio politico parlare anche della Campania. Si tratta di personaggi flebili, improbabili che non sarebbero in grado di amministrare neanche il loro condominio. Ma di questo avremo modo di parlare senza lasciarci distrarre. Tutto il resto è noia e, come dicevano alcuni vecchi militanti, i cani abbaiano, la carovana passa“.