L’ultimo caso sollevato dalla Lega nella campagna elettorale contro Stefano Bonaccini riguarda il paese di Jolanda di Savoia, comune di 3mila abitanti guidato da una lista civica con a capo il sindaco Paolo Pezzolato. È lui ad aver firmato un esposto consegnato alla procura di Bologna. in cui fa riferimento a una telefonata (che sarebbe stata registrata, ma non è stata diffusa) in cui il presidente dell’Emilia Romagna avrebbe fatto pressioni indebite.
IL CONTESTO – Prima l’annuncio misterioso delle dimissioni. Poi, dopo un incontro con il sindaco leghista di Ferrara Alan Fabbri e con Matteo Salvini “che casualmente – spiega Pezzolato nell’esposto – si trovava per la campagna elettorale in Comacchio (sempre provincia di Ferrara, ndr)”, quindi la notizia del documento depositato ai magistrati e dell’audio consegnato negli uffici della procura. Nelle sei pagine affidate ai pubblici ministeri, il sindaco parla di pressioni indebite ricevute da Bonaccini durante una telefonata. Il pomo della discordia viene ricondotto alla sua vicesindaca, Elisa Trombin, per dieci anni alla guida di Jolanda e ora candidata nella lista della Borgonzoni. Una scelta vista come uno schiaffo dal governatore dem, che mesi prima le aveva chiesto di entrare nella lista a suo sostegno.
I FATTI – Ma andiamo con ordine. Secondo la ricostruzione del sindaco jolandino, Bonaccini corteggia Trombin a ottobre. Lei prende tempo. Fino all’approssimarsi del Natale, quando la riserva viene sciolta a favore del centrodestra. È il 19 dicembre quando, nel corso di una serata di festeggiamenti, comunica il “gran rifiuto” al governatore. Lesa maestà per Bonaccini, che avrebbe chiuso la conversazione con la neo-candidata dicendo “se vinco io, tu e il tuo Comune siete finiti”. Bonaccini replica con Pezzolato la mattina seguente, ore 9.44. Questa volta è lui a chiamare Pezzolato e il sindaco “ancora ricordando – scriverà nell’esposto – l’anomalia che mi era stata riferita la sera prima da Elisa”, registra la telefonata con il cellulare.
Il candidato del centrosinistra, riferisce Pezzolato alla procura, è seccato dalla candidatura della Trombin con la lista avversaria e gli dice che “se confermato avrebbe fatto sì che succedesse ‘qualcosa rispetto ai rapporti con voi’”. Pezzolato cerca di mediare, di tirarsi fuori, “tuttavia l’interlocutore ribadiva di essere sorpreso per quanto accaduto, visti i buoni rapporti con la Trombin, riservando quindi il proprio ‘giudizio’ che sarebbe potuto mutare anche verso me”. Il sindaco, “imbarazzato e a disagio” per una “conversazione così anomala”, promette di parlare con la Trombin, cosa che fa, facendole ascoltare la conversazione. Lei “ancora più frastornata” propone di ritirarsi, lui la scoraggia.
Imbarazzo e disagio da personali si fanno istituzionali. Jolanda di Savoia è in attesa del trasferimento in comando di cinque funzionari da altri Comuni dell’Unione Terre e Fiumi (che aggrega quattro comuni del basso ferrarese e dalla quale Jolanda è recentemente uscita). “Qualche giorno dopo la pubblicazione delle liste”, ricostruisce Pezzolato, un Comune rifiuta di dare il nulla osta. Un altro lo revoca (mentre il comando sarebbe dovuto durare fino al 31 marzo), un altro ancora anticipa la scadenza del comando dal 6 giugno al 1° febbraio. Pezzolato non ha dubbi: si tratta di “un imprevisto cambio di atteggiamento verso la mia amministrazione, pur conoscendo gli altri enti le esigenze primarie, legate alla disponibilità di quelle risorse”.
LA POLEMICA POLITICA – Occasione ghiotta per Lucia Borgonzoni, secondo la quale “il Pd penalizza un Comune e mette a rischio i servizi perché il vicesindaco è candidato per una lista civica che mi appoggia e non sostiene Bonaccini”. Ma sul punto Pezzolato viene smentito dai colleghi omologhi di Comacchio e Riva del Po, che parlano di “macchina del fango” e di “tentativo di attribuire ad altri il fallimento del governo di una comunità ormai datato da un decennio” (il comune di Jolanda è in predissesto finanziario). Andrea Zamboni di Riva del Po e Marco Fabbri di Comacchio – tirati in ballo indirettamente dall’esposto di Pezzolato – spiegano che il loro collega era informato di tutto, tanto che, come da verbale di giunta dell’Unione del 13 gennaio, tutti i sindaci dell’Unione, compreso anche il sindaco leghista di Copparo Pagnoni, hanno concordato nella scelta di ritirare il comando perché l’ulteriore protrarsi avrebbe “inevitabilmente comportato il rischio di creare gravi disservizi agli enti di cui abbiamo la responsabilità di governo”.
Dichiarazioni, secondo il segretario regionale del Pd Paolo Calvano, sufficienti a “scardinare tutto il teorema Borgonzoni, che già faceva acqua, sulle presunte ritorsioni del Pd nei confronti del comune di Jolanda di Savoia. Le loro parole dimostrano infatti che lo spostamento dei dipendenti è stato concordato e condiviso anche con il sindaco leghista di Copparo, che quindi era a conoscenza e ha approvato la decisione. Un’altra fake news della candidata Borgonzoni smentita”.
LA RISPOSTA DI BONACCINI – Ma Pezzolato insiste e su Facebook pubblica qualche stralcio dell’audio. “Se la scelta è quella – gli avrebbe detto Bonaccini in riferimento alla candidatura della Trombin – è chiaro che poi succede qualcosa nei rapporti con voi… te lo volevo dire perché se è così se per caso vinco io come è probabile dopo però non mi cercate più…”. In attesa dell’audio, manca solo la voce di Bonaccini, che non tarda ad arrivare. “Ognuno si comporta crede. Se cercano di gettare fango hanno sbagliato indirizzo, non sanno forse con chi hanno a che fare – afferma il presidente uscente intervistato dall’agenzia Dire – In ogni caso, ho letto che ha fatto un esposto: ci confronteremo in tribunale, io sono la persona più tranquilla del mondo”.