Facebook non ha attuato quanto prescritto dall’Antitrust il 19 novembre del 2018 e ora l’autorità ha avviato verso il social network un procedimento di inottemperanza. In oltre un anno la società non si è conformata alle indicazioni dell’autorità per la concorrenza, che aveva accertato la scorrettezza dell’omessa adeguata informativa in sede di registrazione, della raccolta e dell’uso a fini commerciali dei dati e delle finalità remunerative sottese al servizio. La carenza di informazione non è stata sanata e Facebook non ha pubblicato neanche la dichiarazione rettificativa. Il procedimento di inottemperanza avviato potrà condurre a una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 5 milioni di euro.
L’Antitrust aveva rilevato che Facebook enfatizzava la gratuità del servizio, mentre a esso erano sottese finalità remunerative. Il social induceva così gli utenti ad assumere una decisione di natura commerciale che, altrimenti, non avrebbero preso. L’Autorità aveva valutato che il patrimonio informativo costituito dai dati degli utenti acquista un valore economico a causa della loro profilazione ad uso commerciale e per finalità di marketing. Valore che è idoneo a configurare l’esistenza di un rapporto di consumo, anche in assenza di corrispettivo monetario. Il provvedimento è stato confermato sul punto anche dal Tar.
Oltre a sanzionare Facebook per 10 milioni di euro, multa ridotta a 5 milioni dal Tar, l’Autorità aveva vietato l’ulteriore diffusione della pratica ingannevole e disposto che la società pubblicasse una dichiarazione rettificativa sulla prima pagina del sito internet aziendale per l’Italia, sull’app Facebook e sulla pagina personale di ciascun utente italiano registrato. Nonostante l’avvenuta rimozione del banner “è gratis e lo sarà per sempre” dalla prima pagina, il problema, secondo l’Antitrust, resta nella sostanza.