Non bastano le indagini della Dda di Roma e i decreti impeditivi inflitti dai pubblici ministeri. La Regione Lazio ha dato il via libera all’aumento delle volumetrie della discarica di rifiuti inerti di via Canestrini, in località Porta Medaglia (Ardeatina), dove secondo una maxi-inchiesta dell’antimafia capitolina fino a poco tempo sono state sversate almeno 1.700 tonnellate di compost irregolare e percolato.

L’autorizzazione è stata firmata il 23 dicembre dal capo della direzione politiche ambientali della Regione Lazio, Flaminia Tosini, e pubblicata sul bollettino ufficiale del 21 gennaio. La capacità totale dell’invaso passa da 1.189.647 a ben 1.655.229 metri cubi, circa 465mila metri cubi in più rispetto all’autorizzazione precedente. Con il provvedimento la discarica, 18 ettari totali, non andrà a consumare altro suolo, ma potrà estendersi in altezza fino a 122 metri. Numeri che potrebbero candidare l’impianto sull’Ardeatina a rappresentare il “piano B” per la nuova discarica di Roma, qualora il pronunciamento dell’Assemblea capitolina faccia saltare l’opzione Monte Carnevale: quello di via Canestrini, infatti, è fra i sette siti idonei dalla cabina tecnica interistituzionale del 4 dicembre scorso e con il nulla osta regionale ha superato le volumetrie della cava indicata da Virginia Raggi il 31 dicembre scorso nella Valle Galeria.

L’inchiesta Smoking Fields e gli sversamenti illeciti – La discarica di via Canestrini è di proprietà di Adrastea Srl, società che fa parte della galassia Sep Srl, Società Ecologica Pontina, di Vittorio e Alessio Ugolini, al centro dell’inchiesta ‘Smoking Fields’, sfociata il 14 giugno scorso nella notifica di 23 avvisi di garanzia su disposizione del procuratore reggente di Roma, Michele Prestipino, e del pm Alberto Galanti. Secondo gli inquirenti, una parte del compost “fuori specifica” – in cui oltre all’organico veniva triturato di tutto (plastica, vetro, metalli vari) – prodotto dalla Sep finiva nei campi di alcuni agricoltori dell’Agro pontino, pagati per interrarli nei propri terreni. Un’altra sarebbe finita nella discarica di Porta Medaglia insieme al percolato: una pratica seguita “in almeno 55 occasioni”, si legge nelle carte, “per complessivi 17.271 quintali”. Rifiuti che lì non dovevano finire visto che l’impianto è adibito alla ricezione dei soli “inerti”, in altre parole scarti di lavorazioni edilizie. “Manda acqua e percolato, tutto dentro al fosso”, dicevano alcuni degli indagati, intercettati, dove per “fosso” si intende il corso d’acqua che costeggia la discarica oggetto dell’ultima determinazione regionale: l’intento era quello di coprire i miasmi e non far insospettire i pastori dei campi vicini. Le indagini sono ancora in corso, come conferma l’avvocato degli Ugolini, Domenico Oropallo, che contattato da Ilfattoquotidiano.it specifica: “Abbiamo chiesto e ottenuto nuove analisi sul compost smaltito – dice il legale – perché secondo noi è avvenuto tutto in maniera regolare. La Cassazione ha accolto con rinvio il nostro ricorso avverso alla conferma del sequestro, da parte del Riesame, dei beni personali degli indagati. A marzo si discuterà lo stesso ricorso relativo alle società, che al momento restano sequestrate”.

Porta Medaglia piano B se salta Monte Carnevale? – Come detto, al momento la discarica di via Canestrini è autorizzata soltanto a ospitare rifiuti “inerti”. Proprio come la cava di via Monte Carnevale, che il Campidoglio ha indicato come la possibile nuova discarica per lo stoccaggio dei più comuni rifiuti urbani. Moltissime le analogie tra i due siti. La prima: per il cambio di destinazione servono alcuni adeguamenti tecnici e una conferenza dei servizi regionale che autorizzi la modifica dei codici dei rifiuti in entrata. Ancora: entrambe le strutture sono capaci di ospitare almeno 4 anni di conferimenti, entrambe sono dotate di serbatoi di raccolta per il percolato (inutili, come evidente, se parliamo di inerti). Ed è stata la direttrice del dipartimento Ambiente del Comune di Roma, Laura D’Aprile, a confermare in commissione capitolina che “al di là della delibera della giunta Raggi, qualsiasi privato fra i proprietari dei sette siti indicati può chiedere e ottenere l’autorizzazione a ospitare la nuova discarica”.

Comitati, Pd e Lega all’attacco – I comitati “No discarica” dell’area fra l’Ardeatina e la Laurentina sono sul piede di guerra. Alessandro Lepidini, capogruppo del Pd al Municipio IX, contattato da Ilfattoquotidiano.it ha annunciato un esposto alla Procura. Il capogruppo della Lega in Regione Lazio, Orlando Tripodi, da tempo al fianco dei comitati che si battono contro i miasmi prodotti dagli impianti degli Ugolini in tutta l’area pontina, se la prende con “i monopolisti dei rifiuti” che “esultano grazie a Nicola Zingaretti e Virginia Raggi” e annuncia interrogazioni e ricorsi. E in effetti da almeno 17 anni le società della “galassia” Sep continuano a ottenere proroghe, nulla osta, ampliamenti e autorizzazioni nonostante le tante indagini che le hanno interessate, come dimostra un’inchiesta de Ilfattoquotidiano.it del 10 luglio scorso. E quello del 23 dicembre potrebbe essere soltanto l’ultimo capitolo.

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