Sarà il primo presidente degli Stati Uniti a partecipare a una marcia anti-aborto e il primo a dare il via libera a una stretta sui visti rilasciati alle donne straniere incinte per dire basta al “turismo delle nascite”. Con un’azione dimostrativa Donald Trump – sotto processo al Senato con l’accusa di abuso di potere e ostruzione ai lavori del Congresso – vuole mettere paletti severi al principio dello ius soli, introdotto nel 1868 dal 14esimo emendamento della Costituzione. La norma prevede infatti che chi nasce negli Usa acquisisca automaticamente la cittadinanza. Il giro di vite riguarda per ora i visti turistici e quelli rilasciati generalmente per accedere a visite mediche o per visitare parenti o amici residenti negli Usa.
La portavoce della Casa Bianca: “Così gli americani non dovranno pagare i costi del turismo delle nascite” – Ogni anno sono infatti 33mila le donne straniere che entrano nel paese per partorire e poi fanno ritorno a casa, certe però che i figli, un domani, non avranno problemi a entrare negli Stati Uniti perché già possessori di un passaporto americano. Secondo le nuove regole del Dipartimento di Stato il visto di ingresso sarà negato alle donne sospettate di voler entrare solo per far nascere i propri figli in America. Si tratta di un ostacolo grande da superare, considerando che devono dimostrare che il viaggio negli Stati Uniti sia determinato dalla necessità di un medico e non solo per la volontà di partorire nel paese. “La limitazione di questo evidente stratagemma sull’immigrazione combatterà gli abusi endemici e alla fine proteggerà gli Stati Uniti dai rischi per la sicurezza nazionale creati da questa pratica”, ha dichiarato in una nota la portavoce della Casa Bianca, Stephanie Grisham. La misura, ha spiegato in una nota, “difenderà anche i contribuenti americani da vedersi sottrarre i loro soldi, guadagnati duramente, per finanziare i costi diretti e associati al turismo delle nascite. L’integrità della cittadinanza americana deve essere protetta”.