Oltre 1.300 casi accertati e già 41 vittime. L’epidemia da Coronavirus continua ad espandersi in tutta la Cina, con l’eccezione, al momento, della regione del Tibet, e dopo aver fatto registrare anche tre casi in Francia, si allarga fuori dai confini della Repubblica Popolare, con altri tre persone infette in Malesia e quattro in Australia. A Wuhan, epicentro dell’epidemia, sarà costruito un secondo ospedale per trattare i casi accertati, mentre il presidente cinese, Xi Jinping, dichiara: “Situazione grave, l’epidemia accelera”. A Hong Kong, intanto, è stata “dichiarata l’emergenza” sanitaria e gli Stati Uniti fanno evacuare i connazionali da Wuhan.

1.287 casi e 41 vittime. L’epidemia si espande in tutta la Cina
Secondo quanto fa sapere la Commissione nazionale per la Salute cinese, sono 1.287 i casi accertati, con oltre 400 solo nelle ultime ore. Le autorità fanno inoltre sapere che il numero dei morti dovuti al contagio è salito a 41, con le ultime 15 vittime registrate nella capitale provinciale di Wuhan, la città considerata l’epicentro dell’epidemia, come riferito dalla Commissione sanitaria di Hubei.

E proprio a Wuhan sarà costruito un secondo ospedale per la cura dei pazienti affetti dal coronavirus. Secondo il Peoples Daily, l’ospedale disporrà di 1.300 posti letto e si aggiungerà all’altra struttura che è in fase di costruzione nella città e che dovrebbe essere pronta entro 10 giorni.

Intanto, nel luogo da dove è partita l’epidemia sono state inviate 450 unità di personale medico militare con esperienza di lotta contro la Sars o l’Ebola. I medici sono arrivati a Wuhan su aerei militari nella serata di ieri e verranno smistati negli ospedali con il maggior numero di pazienti infetti. Il team è composto da esperti in malattie respiratorie e infettive, controllo delle infezioni ospedaliere e terapia intensiva.

Il governo di Pechino ha anche disposto l’estensione del cordone sanitario, che così coinvolgerà 56 milioni di persone, con lo scopo di circoscrivere l’infezione. Tra i provvedimenti presi ci sono anche quelli che limitano il trasporto pubblico e prevedono la chiusura di alcuni collegamenti e l’accesso alle autostrade nazionali: “I veicoli non potranno circolare nelle aree urbane centrali” a partire da mezzanotte (ora locale), ha detto il governo, con alcune eccezioni come per i veicoli ufficiali. Saranno prese misure a livello nazionale per identificare i casi sospetti su treni, aerei e autobus e saranno istituiti alcuni punti di ispezione: tutti i viaggiatori con sintomi di polmonite saranno “immediatamente trasportati” in un centro medico.

Il presidente Xi Jinping, nel suo secondo intervento pubblico dall’inizio della crisi, è apparso preoccupato e ha ammesso che la situazione è “grave” e l’epidemia del coronavirus “accelera”. “Di fronte alla grave situazione di un’accelerazione della diffusione del nuovo coronavirus, è necessario rafforzare la leadership centralizzata e unificata del Comitato centrale del Partito”, ha detto. Poi ha cercato di tranquillizzare la popolazione: “Finché avremo fiducia costante, lavoreremo insieme, con prevenzione e cure scientifiche e politiche precise, saremo sicuramente in grado di vincere la battaglia“.

Australia, Malesia e Giappone: nuovi casi accertati fuori dalla Cina
Il governo della Malesia, intanto, ha confermato tre casi di contagio, secondo quanto riportato dal Guardian, così come l’Australia, dove le persone infette sono quattro: uno a Melbourne e tre nel Nuovo Galles del Sud. Tutti e quattro i pazienti sono stati di recente in Cina e tre di loro, scrive il quotidiano, di 43, 45 e 53 anni, sono arrivati direttamente da Wuhan.

Mentre in Europa il virus è già arrivato, con i tre casi registrati venerdì in Francia e il Regno Unito che sta cercando di rintracciare 2mila persone che di recente hanno viaggiato nella città cinese, anche il Giappone, dove aumenta il numero delle segnalazioni, ha individuato altri tre casi. Il ministero della Salute ha confermato che il terzo riguarda una donna intorno ai 30 anni proveniente dalla città cinese di Wuhan, arrivata in Giappone il 18 gennaio assieme a 3 familiari.

La donna, la cui nazionalità non è stata rivelata, non è stata trattenuta nel centro ospedaliero per via dei lievi sintomi che presentava e continua a risiedere nella sua stanza d’albergo, ha detto il ministero nipponico, e i membri della sua famiglia non presentano sintomi della malattia o anormalità. Il portavoce del ministero ha aggiunto che malgrado la vicinanza con la Cina, in Giappone non si sta notando un rapido incremento delle persone sospette di aver contratto il virus.

Usa: “I nostri cittadini via da Wuhan”
Gli Stati Uniti hanno avviato un’operazione per far evacuare, a partire da domenica, i cittadini e diplomatici americani da Wuhan. Lo riferisce il Wall Street Journal. Nella città cinese ci sono circa 1.000 americani e l’ambasciata li sta contattando per organizzare il trasporto aereo che li riporterà in Usa. Il personale medico americano sarà a bordo per trattare i casi sospetti.

Hong Kong, dichiarata l'”emergenza” sanitaria
Hong Kong ha dichiarato l’epidemia del coronavirus “un’emergenza”, il livello di allarme più alto della città, mentre le autorità hanno aumentato le misure nel tentativo di ridurre il rischio di diffusione di ulteriori infezioni. “Oggi dichiaro di alzare il livello di risposta all’emergenza”, ha detto ai giornalisti la governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, la quale ha aggiunto che presiederà personalmente un comitato interdipartimentale per consentire una risposta più rapida alla diffusione del virus.

Delle cinque persone affette finora dal coronavirus nel Porto Profumato, quattro provenivano dalla Cina sul treno ad alta velocità entrato di recente in funzione. Questo ha portato le autorità sanitarie e i politici a limitare, o addirittura bloccare, gli arrivi dalla Cina. Scuole e università, che al momento sono chiuse per il Capodanno, riapriranno il 17 febbraio. Tutte le persone che arrivano dalla Cina dovranno ora compilare un modulo sanitario, mentre diversi eventi pubblici, tra cui un gala di Capodanno e la maratona prevista il prossimo mese, saranno annullati. “Non abbiamo avuto segnalazioni di infezioni gravi e diffuse, ma stiamo prendendo ogni precauzione e speriamo di essere in anticipo sull’epidemia”, ha detto Lam.

Centri di controllo europei per le malattie: “Paesi hanno strumenti per affrontare l’emergenza”
È possibile che possano verificarsi in Europa altri casi importati del virus cinese, ma la maggior parte dei Paesi europei ha gli strumenti per affrontare l’emergenza, fanno sapere dai Centri di controllo europei per le malattie (Ecdc), dopo la conferma del terzo caso di infezione da coronavirus in Francia, anche questo in una persona rientrata dalla Cina, come i due precedenti.

“La conferma dei primi casi in Europa non era inattesa, considerando i recenti sviluppi relativi ai casi registrati al di fuori della Cina”, si legge nella nota degli Ecdc. Il fatto che i casi in Francia siano stati identificati, si rileva, conferma che il sistema di prevenzione e allerta del Paese funziona. “Alla luce della situazione attuale – osservano gli Ecdc – è verosimile che in Europa potranno esserci altri casi di importazione. Nonostante ci siano ancora molti aspetti sconosciuti del virus 2019-nCoV, i Paesi europei hanno le capacità necessarie a prevenire e controllare un’epidemia subito dopo l’identificazione dei primi casi”.

Il ministro Speranza: “Ogni scelta sarà fatta sulla base delle evidenze scientifiche” – Intanto, la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, ha fatto sapere tramite Twitter che l’Ue sta “seguendo molto da vicino gli sviluppi della situazione sul coronavirus e ho convocato per lunedì una riunione del Comitato per la sicurezza sanitaria dell’Ue“. La commissaria ha poi sottolineato che l’incontro di lunedì servirà a “discutere le opzioni di risposta e i bisogni degli Stati membri. Siamo pronti ad agire e rafforzare la nostra risposta se necessario”. Proprio con Kyriakides ha avuto un colloquio telefonico il ministro della Salute, Roberto Speranza, per valutare la situazione. Per Speranza coordinamento e prevenzione sono decisivi per contrastare il virus 2019-nCoV che dalla Cina ha raggiunto l’Europa, con i tre casi accertati in Francia. “C’è massima attenzione”, ha detto, “e un coordinamento costante fra l’Italia e tutte le organizzazioni europee e internazionali impegnate nel contrastare il virus ha assicurato Speranza. “Siamo in contatto costante con le istituzioni internazionali e ogni scelta sarà fatta sulla base delle evidenze scientifiche“. A livello internazionale, ha proseguito il ministro, ci sono contatti costanti con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e con i Centri europei per il controllo delle malattie (Ecdc).

Il ministro ha anche fatto il punto sugli interventi finora messi in campo per coordinare le azioni di prevenzione del virus 2019-nCoV in una riunione in cui il ministro ha convocato sabato a Roma i rappresentanti delle Regioni. L’obiettivo, ha reso noto Speranza, è “gestire il coordinamento sul territorio delle disposizioni adottate in questi giorni e la comunicazione dell’evolversi della situazione”. Si è riunita la task force sul coronavirus 2019-nCoV per fare il punto sugli interventi messi in campo per fronteggiare il fenomeno. “Da martedì 21 la task force si sta riunendo ogni giorno”, ha detto Speranza. Della task force fanno parte rappresentanti di Istituto Superiore di Sanità (Iss), Istituto Spallanzani, organizzazioni di medici e infermieri, Nas, sanità militare, oltre ai direttori generali del ministero della Salute. Nel frattempo la macchina dei controlli dimostra di funzionare in modo efficiente se, come hanno rilevato anche gli Ecdc, i controlli negli aeroporti italiani sono fra i scrupolosi in Europa.

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