Cosa pensano i ferraresi del modello Lega che Salvini vorrebbe esportare in Emilia-Romagna? Meglio chiederlo agli stessi leghisti. Vi sentirete rispondere frasi come “non sono il nuovo che avanza, ma il marcio” o un “poltronificio associato”.
È successo proprio a Ferrara, dove il quotidiano Estense.com è venuto in possesso degli screenshot di una chat interna a una parte del gruppo consiliare del Carroccio che governa la città. A recitare la parte di tanti piccoli Lisandri, inconsapevoli accusatori di se stessi, sono alcuni consiglieri eletti a giugno. Tra loro c’è Anna Ferraresi, nota alle cronache nazionali per essere la vittima della ‘proposta indecente’ ricevuta dall’allora collega di partito Stefano Solaroli: un posto di lavoro in cambio delle sue dimissioni.
Siamo a fine agosto. Il vicesindaco tuttofare della Lega, Nicola Lodi detto Naomo, si sente già saldamente al timone della città. E non tollera la pur minima deviazione dalla rotta tracciata. Ne fanno le spese, nell’ordine, il consigliere Paolo Vezzani, disabile che doveva rappresentare il mondo delle pari opportunità, dimessosi per motivi ancora da chiarire, e la stessa Ferraresi, che viene convocata al cospetto di Lodi. Non sarà un semplice faccia a faccia. Con il vicesindaco ci sono anche Solaroli e il capogruppo della Lega in consiglio Benito Zocca. In estrema sintesi viene messa in riga. Non con i calci in culo del fantomatico ‘metodo Naomo’ ma poco ci manca.
Confida poi in chat il suo malumore. “Io sono sconvolta dal fatto che fossero tre contro una”, le viene incontro una collega. “Per me è vile e bestiale – aggiunge– che si siano accordati in tre per tirare merda all’Anna”. Più o meno tutti si stupiscono della presenza di Solaroli: “È sempre lì, corre dal direttore generale al sindaco come fosse un amministratore. Dà ordini, indica le linee, consiglia cosa fare, come scrivere, cosa dire….”.
“Chi convoca il segretario della Lega, il vicesindaco oppure il gatto e la volpe (Benito il chitarrista e Solaroli il pistolero)?”, chiede ironico un altro. “Sì – gli risponde un terzo collega – Il poltronificio associato mi ha detto ciò. Comunque domani va in giunta l’atto dirigenziale per l’aumento dei nostri gettoni. Se passa che figura ci fa il sindaco?”.
Il riferimento è a uno dei primi atti della giunta Fabbri. Dopo l’aumento di stipendio per sindaco e assessori, si stava per arrivare a quello per le presenze dei consiglieri. Un modo per far contenti tutti. Sul punto, gli stessi consiglieri non hanno dubbi: “Il sindaco ci fa una figura di merda”.
Di figura in figura, i leghisti iniziano a preoccuparsi anche di un possibile calo del consenso. “Ci sarà di sicuro comunque un calo di voti, ma non so quanto interesserà – interviene uno di loro – Tanto la poltrona per cinque anni c’è”. “Bisogna scardinare questi sistemi” si inserisce una consigliera, presa da spirito ghigliottino. Ma il sistema è proprio quello che sostengono con la loro presenza in consiglio. La chat continua a offrire spunti interessanti in un continuo e involontario esame di realtà: “Questi leghisti non sono il nuovo che avanza, ma il marcio”.
Si arriva al 18 novembre. È la vigilia dell’incontro irrituale tra Solaroli e Ferraresi, il cui audio ha fatto il giro d’Italia dopo la trasmissione PiazzaPulita. Lei si mostra preoccupata e secondo i colleghi i suoi non sono timori infondati. “Di sicuro ti minaccerà – avverte uno -, ma ricordati che lui è un consigliere come te e non ha alcun potere né alcun diritto di parlarti in un certo modo. Non è nessuno… le sue parole sono aria”. E consiglia di “portare con te qualcun altro”. La Ferraresi si premunisce di una garanzia: “Tranquilla, lo registro”. “Mi fa davvero venire la muffa – si inserisce un’altra leghista – Se ti minaccia o usa toni inappropriati, segna tutto e scrivi una mail denunciando l’accaduto! Tu stai solo portando avanti istanze dei cittadini”. “Certo – replica Ferraresi – ma tanto, credimi, ad Alan (il sindaco, ndr) non frega un cazzo. È informato”.
Il giorno dopo si aggiunge alla conversazione via chat anche una quarta consigliera: “Ma che cazzo, si è montato la testa. Ma chiedigli a che titolo ti vuole parlare”. “È chiaro – risponde Ferraresi -, sarà stato il Naomo che da solo non riesce ad affrontarmi perché è un vigliacco e manda avanti il soldatino”. “Ma come cazzo pensano di andare avanti? Come in una dittatura?”, è la domanda che sorge spontanea a un ulteriore consigliere. “Se non mi dispiacesse come leghista e per Salvini – aggiunge –, mi augurerei che perdessimo la Regione perché calano i voti a Ferrara. Cosa che credo sia probabile”. “Speriamo che cada prima dei 5 anni – incalza Ferraresi – Non meritano di governare. Davvero”.