Mezza luce mezzo buio, quasi adulti di Carlo Bertocchi (TerraRossa Edizioni). Ottimo esordio quello dell’autore romagnolo. Utilizzando un narratore in prima persona che si interfaccia con il lettore attraverso la musicalità di un limpido linguaggio formale, il romanzo si sviluppa intorno a Bert e ai suoi amici, sullo sfiorire degli anni Ottanta, mentre un assassino aleggia sui campi fuori dall’abitato e le pulsioni adolescenziali esplodono luminose.
Una storia di amicizia, ingenuità, crescita e inconscia libertà scritta in modo credibile, sinergico nei confronti di chi si ricorda di quando era ragazzino, con il pregio di non cadere mai, nelle costruzione delle frasi, nella ragnatela morale dell’uomo adulto.
Uno di noi di Daniele Zito (Miraggi Edizioni). Una baraccopoli prende fuoco; è un incendio doloso: quattro onesti padri di famiglia dell’Italia “normale” sono i colpevoli, gli ormoni a mille e qualcosa su cui sfogarsi dopo la classica partita di calcetto tra amici. Una bambina disabile rimane ustionata, in coma, in ospedale.
Questo, in sintesi, il soggetto, che Zito sviluppa magistralmente attraverso il linguaggio della tragedia greca. Ci sono uomini impauriti, uomini che vogliono farla franca, ci sono uomini disperati, il coro, il commissario, il medico, una bambina, il ministro italianissimo. I punti di vista di chiunque sia stato coinvolto nella tragedia vengono recitati su carta, e creano un durissimo, lacerante e frustrante fotogramma di devastante attualità.
ZeroTav, di Mario De Pasquale (Edizioni Spartaco) è un noir feroce e senza esclusione di colpi che si muove tra cronaca e verosimiglianza, politica e criminalità organizzata. Un professore eroinomane abile nel circuire studentesse, ex ministri in bancarotta assoldati come infiltrati tra gli attivisti NoTav in Piemonte, giovani arrabbiati bombaroli loro malgrado, boss della ’ndrangheta, poliziotti conniventi: tutti sono coinvolti in un complotto che, se attuato, porterà una nuova ondata di caos in un Paese malato.
Un romanzo duro, nel quale le scene di violenza sono sventagliate con dovizia di particolari dall’inizio alla fine. ZeroTav è la narrazione di una nazione oscura, che si fagocita di istinti primitivi. Una nazione dove la legge può essere aggirata senza problemi, e dove ingiurie e brutalità diventano filosofie di vita.
I pensieri del Comandante, di Cristiano Mazzoni (Freccia d’Oro Edizioni). Volume intimo, custode di una visione personale del mondo, della politica e dell’agire umano, l’ultimo testo edito dallo scrittore ferrarese può trovare somiglianze con le opere di Bruno Brancher.
Cristiano Mazzoni, picaro delle borgate popolari di Ferrara, racconta la propria città, le vicende internazionali, i fatti di cronaca, la vita lavorativa attraverso un linguaggio semplice e diretto, da osservatore attento delle piccole cose che gli stanno intorno. Attimi rubati alla quotidianità, postille spensierate, felici, a tratti dolorose: “Alle volte, non sempre, vorrei uscire dalla trincea, e sentirmi vivo, leggero, senza pensieri. Alle volte, non sempre.”.
E avrai sempre una casa, di Piero Malagoli (Edizioni Spartaco). Grazie a un’accurata ricerca storica e antropologica, che avvicina il romanzo alle opere di Hamlin Gardland e Robert Olmstead, l’autore modenese riesce a scrivere un’opera originale, in quanto a tematiche, nel panorama letterario italiano.
Siamo in Arkansas, e in mezzo ai campi di cotone, dove aleggia il dolore per una guerra lontana: Isaac è partito con l’esercito confederato e l’adolescente Kayla deve cavarsela da sola, dopo la morte improvvisa del padre, e accudire il fratello minore.
Di fronte la natura dell’Ozark, tra fatiscenti tenute agricole infestate da topi, pianure allagate, sciami di moscerini, l’immensa silenziosa solitudine. Con uno stile che richiama alla narrativa nordamericana, il romanzo procede efficace per scandire la grande forza di volontà e tenacia della protagonista.
Alba senza giorno, di Fernando Coratelli (Italo Svevo). Il noir prende spunto, e li rende gustosa verosimiglianza, da fatti di cronaca e segue tre percorsi paralleli che si dipanano a Plovdiv, in Bulgaria, a Parigi, a Milano, e che svelano le sorti di due giovani rom erranti, in cerca di fortuna nell’Europa occidentale, un sicario della ‘ndrangheta che deve vendicare un assassinio, una giovane madre allarmata dall’installazione di un campo nomadi nel suo quartiere.
Con uno stile asciutto, scevro da morali di ogni fazione, il romanzo riesce a immergere il lettore in una riuscita rappresentazione di una sottotraccia del quotidiano, e porta i protagonisti della storia verso un destino ineluttabile.
Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri, di Daniele Germani (Edizioni Spartaco). Prendendo spunto dalle reali condizioni degli Istituti di cura che la Legge Basaglia avrebbe spezzato via, questo raffinato romanzo si sviluppa nei primi anni Ottanta e segue le orme di tre protagonisti: una donna, un uomo e un pazzo.
Con uno stile colto e sensibile, l’autore, porta il lettore a scoprire un inusuale punto di vista psicologico a forma di Cerbero, ogni testa un gioco nella mente, tra alienazioni, depressioni, sensi di rivalsa fluttuanti, disperazione.
Come una barca sul cemento, di Roberto Saporito (Arkadia Editore). Con lo stile che lo ha caratterizzato nei suoi lavori passati (capitoli brevi, un senso estremo della sintesi, carrellate tributarie di epigrafi, il cambio di narratore in corso s’opera), l’autore albese scrive quella che, a mio parere, è la sua storia meglio riuscita.
Un ex professore universitario inventatosi come guardiano notturno cerca di riannodare legami con il suo passato andando a cercare le donne dell’ieri, quelle con cui ha avuto, più o meno, una storia. Breve e efficace ritratto contemporaneo sullo smarrimento, l’amore, i dubbi e le debolezze dell’essere umano.