“Ci sono dei responsabili materiali che meritano di scontare il massimo della pena e poi c’è chi, per la morte di mio figlio, ha una responsabilità morale. Quella persona è Anastasiya che si è portata via Luca e ha permesso che accadesse tutto questo“. Così Alfonso Sacchi, padre di Luca, ucciso nella notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub nella zona di Colli Albani, commenta in un’intervista al quotidiano “Il Messaggero” la notizia che la Procura di Roma ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per i 6 indagati per la morte del figlio, tra cui appunto la fidanzata Anastasiya. La prima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 31 marzo e l’accusa nei loro confronti è di omicidio premeditato.

Mi aspetto il massimo della pena. – continua Alfonso Sacchi – È il minimo a cui posso ambire. Mio figlio non me lo ridarà nessuno. Se a loro, invece, danno dieci o vent’anni quando usciranno, avranno ancora il tempo per rifarsi una vita. Mio figlio invece no. Luca una vita non se la potrà rifare perché non c’è più. Non posso neanche trovare le parole per spiegare quanto sia devastante perdere un figlio. Ci siamo fidati di Nastia e abbiamo perso nostro figlio. Penso che quella sera Luca sia andato lì per tirarla fuori da qualche altro casino in cui Nastia si era cacciata e credo anche che quel proiettile non fosse per lui, che se lo è preso per difendere questa ragazza che ha tradito tutti noi”.

Nel capo di imputazione a carico dei 6 indagati i pm scrivono che Del Grosso e Pirino sono giunti in via Mommsen a bordo di una Smart: “Entrambi armati, il primo di un revolver calibro 38 fornitogli da Marcello De Propris e Pirino di una mazza da baseball”. Nel provvedimento i magistrati ricostruiscono le fasi dell’aggressione avvenuta in via Mommsen, a pochi metri da un pub. Del Grosso e Pirino si sono avvicinati “alla vittima e alla sua fidanzata Anastasia che aveva uno zaino rosa contenente la somma di 70 mila euro. Pirino ha colpito la ragazza intimandole di consegnare lo zaino e successivamente ha tentato di colpire Sacchi, che si proteggeva con il braccio riportando due grosse ecchimosi, mentre Del Grosso, alla resistenza dei due fidanzati, ha esploso un colpo di arma da fuoco a distanza ravvicinata in direzione del capo di Luca cagionandogli gravissime lesioni a causa delle quali il giovane è deceduto a distanza di poche ore”.

Agli atti del processo ci sono anche le ultime chat scambiate tra Anastasiya e Luca. “Ti sembro Dottor Jekyll e Mr Hyde?“, gli chiede lei e lui le risponde: “Una cifra ca… sembra che giochi con i miei sentimenti. Mi stai facendo stare male”. Nella discussione la ragazza accusa il fidanzato di stare “sempre dalla parte di tua madre e mai dalla mia, giusto? Se ti dice ‘scegli me o lei, tu dirai mammina, vero?’ Sono seria”. Sacchi risponde: “La aiuterò. Non vuol dire stare dalla sua parte”. E Anastasia insiste ancora: “Lei o me?“, “Sento solo dei discorsi stupidi”, conclude lui.

I pm di piazzale Clodio hanno deciso di unire all’episodio dell’omicidio anche il segmento di indagini relative alla trattativa per l’acquisto di droga. In questo ambito contestano ad Anastasia ed altri quattro una serie di violazioni della legge sugli stupefacenti. L’accusa riguarda Princi, Marcello De Propris e i pusher Del Grosso e Pirino. Nel capo di imputazione si afferma che i cinque in concorso tra loro, “Marcello De Propris quale fornitore, Del Grosso e Pirino incaricati della trattativa e della consegna, detenendo 15 chilogrammi di marijuana di buona qualità, si accordavano con Princi e Anastasia per la vendita dell’ingente quantitativo di sostanza stupefacente a favore di questi ultimi. De Propris – scrivono i pm – infatti aveva già confezionato la droga in balle, Anastasiya aveva con sé nello zaino i 70 mila euro, la cifra convenuta quale prezzo dello stupefacente con consegna fissata per la sera dell’omicidio”.

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