Società

Anpi, la presidente più giovane d’Italia ha 22 anni: “I partigiani erano giovani come me. Un dovere proseguire loro impegno per la libertà”

Valentina Tagliabue, studentessa di lingue straniere, guida il circolo di Cesano Maderno, in Brianza. La passione - racconta - iniziò a 10 anni, durante una gita all'Istituto storico della Resistenza di Forlì. "Per essere liberi e democratici bisogna prima di tutto essere antifascisti. Oggi non c’è il rischio che il fascismo torni come è stato allora, ma che si riaccenda l’odio e la paura del diverso sì"

“Pane e salame. Il mio primo ricordo di Anpi è buffo”. Voce leggera, sorriso timido ma accogliente e un maglione bianco di lana spessa che si intona alla perfezione col divano su cui è seduta. A parlare è Valentina Tagliabue, una ragazza innamorata delle lingue straniere – inglese e arabo, per comunicare “con un’ampia fetta di mondo” – che a soli 22 anni è la più giovane presidente Anpi d’Italia. L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia dal 2006 ha aperto le iscrizioni anche a chi non ha combattuto durante il secondo conflitto mondiale e dal 2018 Valentina guida il circolo con sede a Cesano Maderno, in Brianza.

Tutto è iniziato quando lei aveva 10 anni: “Una mattina papà mi disse che mi voleva portare in un posto speciale. Io protestai. Ero preoccupata, dovevo studiare una poesia di Leopardi perché il giorno dopo c’era l’interrogazione, ma lui mi rispose che quello che stavamo per fare era più importante e che avrei potuto spiegare tutto alla maestra. Così è cominciata la mia avventura nella famiglia Anpi“, ricorda ringraziando i genitori per averle fatto conoscere questa realtà fin da bambina. Quel giorno il padre l’ha portata a una gita che era stata organizzata per accompagnare alcuni alunni delle superiori all’Istituto storico della resistenza di Forlì, per conoscere le terre dove aveva vissuto e combattuto la giovane romagnola Iris Versari, a cui era intitolato il loro liceo. “Lungo la strada ci siamo fermati per una pausa. Ricordo tante persone più grandi di me che sono scese dal pullman e hanno sistemato cavalletti e assi di legno nel piazzale dell’autogrill per preparare a tutti un panino imbottito: mi è sembrata subito una festa“, ricorda.

La narrazione è interrotta dal trillo del campanello: è arrivato un fattorino con un pacco per Valentina. Sono le foto ufficiali scattate durante la discussione di laurea, a dicembre 2019. “Anche le presidenti distruggono i pacchetti – scherza lei mentre strappa con impazienza le estremità della busta -. Questo mi ricorda che sono prima di tutto una studentessa come tante: dopo una triennale in Scienze linguistiche in Cattolica a Milano, sto continuando con la magistrale in Lingue e relazioni internazionali. Mi piace la politica, prendo lezioni di danza, do ripetizioni di tedesco e vado all’università, tutto qui. E poi c’è l’impegno con Anpi“.

Ammette che quando è stata eletta non si sentiva pronta per diventare presidente, eppure ha fatto gavetta: vicepresidente di sezione a 16 anni – nonché membro del direttivo provinciale di Monza – e attiva sostenitrice della campagna contro il referendum costituzionale del 2016, ogni weekend è impegnata a montare e smontare il gazebo associativo in una piazza diversa, per avvicinare il maggior numero di concittadini possibile.

“Se prendo un impegno lo voglio portare fino in fondo al meglio e temevo di non essere all’altezza della presidenza. Poi ho pensato a cosa avrei rappresentato: l’associazione partigiani. Tanti membri Anpi sono anziani: sono potuti invecchiare in un paese senza guerra. Ma quando è nata, nel 1944 Anpi era composta da giovani disposti a morire per quello in cui credevano. Ragazzi e ragazze anche più piccoli di me che hanno liberato un Paese, il nostro. Sono andati in guerra senza che nessuno li avesse preparati, per difendere la libertà e la democrazia – ricostruisce con tono deciso -. Allora mi sono sentita un po’ la loro erede. Non oso mettermi sullo stesso piano, ma ho pensato fosse mio dovere proseguire il loro impegno con le capacità a mia disposizione. E poi è una soddisfazione sentirsi dare fiducia da chi ha quaranta, a volte settant’anni più di te. Soprattutto in un periodo in cui tanti adulti sono prevenuti nei confronti delle nuove generazioni”.

Valentina ha le idee chiare. “Per essere liberi e democratici bisogna prima di tutto essere antifascisti – dice -. Non c’è il rischio che il fascismo torni come è stato allora, ma che si riaccenda l’odio e la paura del diverso sì. Per questo ognuno di noi deve saper riconoscere e combattere i primi segnali del razzismo montante”, mette in guardia. A chi le chiede cosa sia oggi la resistenza risponde così: “Resistenti sono le maestre che scelgono di dividere il proprio pasto con gli alunni insolventi per non lasciarli a stomaco vuoto. E resistente è una persona come Ilaria Cucchi, che ha lottato anni contro tutti per far emergere la verità su quanto accaduto a suo fratello”.

Come Valentina sempre più giovani si stanno tesserando, a dimostrazione che la Resistenza non è roba da vecchi. “Nella mia provincia saremo almeno una sessantina di under 25 – fa notare – e al Sud stanno inaugurando diverse sezioni capitanate da nostri coetanei”. Poi rivela: “Il presidente Anpi de L’Aquila ha la mia stessa età. Ma lui è nato nella primavera del 1997, io ad agosto. Quindi comunque sono la più giovane”.