Dopo i falsi allarmi di Parma e Bari è stato accertato che anche la donna di 40 anni, rientrata da un viaggio nella città di Wuhan, che è stata ricoverata con febbre alta e difficoltà respiratorie al reparto Infettivi dell’ospedale San Martino di Genova, non è stata contagiata dal coronavirus. Solo in Cina, sono già oltre duemila i casi di contagio accertati e 56 le vittime ma l’epidemia di coronavirus si sta espandendo sempre più velocemente, come ha fatto sapere anche il ministro della Sanità cinese Ma Xiaowei che ha rinnovato l’allarme, spiegando che la capacità di diffusione del coronavirus sembra diventare più forte e che non sono ancora chiari i rischi della sua mutazione. Non solo, Ma ha aggiunto anche che il periodo di incubazione è tra 1 e 14 giorni ed è probabile che il numero di casi continui ad aumentare perché “la capacità di diffusione del virus stia aumentando“. Nonostante questo però, le autorità cinesi hanno fatto sapere che il coronavirus “non è potente quanto la Sars“, ma sta diventando più contagioso: “Da ciò che emerge fino ad ora, questa malattia non è certamente potente quanto la Sars”, ha detto Gao Fu, a capo del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Solo nelle ultime 24 ore sono morte 15 persone infette e almeno 688 nuovi casi sono stati confermati, come fa sapere la Commissione nazionale cinese per la Salute nel suo ultimo bollettino. Dei nuovi decessi, 13 si sono verificati nella provincia di Huberi, quella dove si trova la città di Wuhan. Il sindaco della città epicentro dell’epidemia ha dichiarato alla tv di stato Cctv di attendersi almeno “un migliaio di contagi in più”. In Vietnam invece, è stato registrato il primo caso di trasmissione da uomo a uomo finora avvenuto al di fuori della Cina: si tratta di un familiare di una persona che era stata a Wuhan ma che non presenta invece sintomi. Il ministro della Sanità cinese
Intanto in Italia sono state rafforzate le misure di sicurezza negli aeroporti di Malpensa e Fiumicino e l’ambasciata italiana, così come già quelle di Giappone e Stati Uniti, ha fatto sapere di aver predisposto il trasferimento via terra dei nostri connazionali che si trovano a Wuhan, la città focolaio del virus che si sta allargando anche oltre i confini della Repubblica Popolare, con 39 casi confermati finora. Tre sono infatti le persone infette in Malesia, Giappone e Francia, quattro in Australia, due negli Stati Uniti, in Vietnam e Thailandia, a Macao e in Corea del Sud, una invece a Singapore, Taiwan e Nepal e sei invece ad Hong Kong. A questi si aggiungono un nuovo caso accertato in Canada e uno sospetto a Vienna.
Tra le misure di prevenzione c’è il controllo della temperatura dei passeggeri a bordo degli aerei provenienti dalla Cina come ha spiegato all’Ansa il segretario generale del ministero della Salute, Giuseppe Ruocco, Chief Medical Officer nelle istituzioni europee e internazionali. Per svolgere questi controlli, ha proseguito, sono state arruolare una trentina di unità in più tra medici e infermieri, per un totale di 32 (16 medici e altrettanti infermieri) nell’aeroporto di Fiumicino e 28 (14 medici e altrettanti infermieri) in quello di Malpensa. “Si tratta di una misura precauzionale – ha precisato Ruocco – in quanto al momento in Italia non ci sono casi”.
Il caso sospetto a Genova è rientrato – Si tratta di una donna di 40 anni residente nell’entroterra di Chiavari appena tornata da un viaggio nella città di Wuhan, focolaio dell’epidemia, che è stata ricoverata con febbre alta e difficoltà respiratorie al reparto Infettivi dell’ospedale San Martino di Genova. Come riferisce Il Secolo XIX, è stato il suo medico curante ad insospettirsi dei sintomi e ad ipotizzare che potesse trattarsi di contagio dal temibile virus cinese. Ricoverata al Policlinico San Martino, la donna non è stata contagiata.
Il caso accertato canadese e quello sospetto viennese – Il primo riguarda un uomo di 50 anni che ha viaggiato nella città cinese di Whuan prima di giungere in Canada lo scorso 23 gennaio. “Dopo i primi esami ci sono il 95% di possibilità che si tratti del virus“, ha detto il dottor David Williams responsabile sanitario dell’ospedale di Toronto dove è ricoverato. L’altro riguarda invece un’assistente di volo cinese che il 24 gennaio è arrivata nella capitale austriaca e che nei giorni precedenti era stata a Wuhan. La donna si trova ora in isolamento nell’ospedale Kaiser Franz Josef dopo essere stata ricoverata sabato sera con sintomi influenzali. “Non possiamo escludere che si tratti di coronavirus“, comunica il direttore medico degli ospedali viennesi Michael Binder in una nota. Le analisi, che saranno effettuate all’Istituto di virologia dell’università di Vienna, sono attese entro 48 ore. Nel frattempo vengono controllate anche le persone che a Vienna sono state in contatto con l’assistente cinese prima del suo ricovero. “Non c’è motivo di preoccupazione, gli ospedali viennesi sono preparati al meglio a situazioni del genere”, ribadisce l’assessore comunale alla sanità Peter Hacker. Se confermato, questo sarebbe il quarto caso di coronavirus in Europa.
In Vietnam primo caso di trasmissione al di fuori della Cina – In Vietnam è stato registrato il primo caso di trasmissione da uomo a uomo finora avvenuto al di fuori della Cina. “Si tratta di un caso confermato in Vietnam, che non aveva precedenti di viaggio in nessuna parte della Cina, ma – si legge nella nota dell’Organizzazione mondiale della sanità – era un familiare di una persona che aveva visitato Wuhan”. Ciò, rileva l’organizzazione internazionale, “suggerisce un esempio di trasmissione uomo a uomo avvenuta in Vietnam“. Secondo la nota dell’Oms, sono finora 1.320 i casi confermati a livello globale. Di questi, 1.297 casi sono stati segnalati in Cina, inclusa Hong Kong (5), Macau (2) e Taipei (3); sono 23 i casi confermati al di fuori della Cina, in 9 Paesi. Di questi, osserva l’Oms, “un caso confermato in Vietnam non aveva precedenti di viaggio in nessuna zona della Cina. Secondo le indagini preliminari, ciò costituisce una trasmissione da uomo a uomo all’interno di una famiglia“.
Rafforzate misure di sicurezza in Italia – La task-force del ministero della Salute si è riunita questa mattina alla presenza del ministro, Roberto Speranza, e delle altre autorità coinvolte. Sono state rafforzate le dotazioni di personale medico e infermieristico e intensificati i controlli negli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Malpensa dove tutto procede regolarmente. Sempre questa mattina al Ministero della Salute si è svolta la formazione del personale sanitario impegnato. Al momento tutti i casi sospetti segnalati in Italia si sono rivelati infondati. L’ambasciata italiana in Cina ha fatto sapere che gli italiani attualmente presenti a Wuhan e nella regione dell’Hubei, circa una cinquantina, avranno la possibilità di utilizzare un trasferimento via terra al di fuori dell’Hubei, ma questo comporta necessariamente un successivo periodo di osservazione di 14 giorni in una struttura ospedaliera prima di fare eventualmente ritorno verso l’Italia. Coloro che invece scelgono di restare, avranno un filo diretto con l’ambasciata d’Italia a Pechino per ricevere tutti i consigli e le indicazioni del caso. L’ambasciata d’Italia a Pechino, in raccordo con l’Unità di Crisi della Farnesina, si fa sapere, è in contatto con tutti i connazionali presenti a Wuhan e nell’Hubei e sono state predisposte tutte le possibili misure per assistere gli italiani e ridurre i disagi nel limite del possibile.
Festeggiamenti del Capodanno cinese annullati a Roma e Milano – In Italia invece, Roma e Milano hanno deciso di annullare i festeggiamenti per il Capodanno cinese. La grande festa promossa dalla comunità cinese del capoluogo lombardo in via Sarpi, che si sarebbe dovuta tenere il 2 febbraio cioè domenica prossima, è stata annullata questa mattina in segno di solidarietà “verso il popolo cinese in Cina, colpito dal coronavirus che non ha potuto festeggiare il capodanno lunare attraverso manifestazioni pubbliche”, come ha spiegato Francesco Wu, membro del direttivo di Confcommercio Milano-Monza Brianza e rappresentante dei commercianti cinesi della Chinatown di Milano.
“Abbiamo deciso di rinviare la festa per il Capodanno cinese in programma il 2 febbraio di San Giovanni a Roma – dice all’Ansa la portavoce della comunità cinese a Roma Lucia King – Abbiamo concordato in modo congiunto con tutta la comunità che la festa deve essere rinviata perché c’è gente che sta male e non è il caso di festeggiare. Ci dispiace perché i preparativi duravano da tre mesi, ma in questo momento è la scelta migliore. Comunicheremo in seguito una nuova data”. Anche a Parigi è stata annullata la sfilata prevista oggi.
Divieto di commercio di animali selvatici in Cina – A Wuhan, epicentro dell’epidemia, centinaia di persone sono al lavoro per costruire in tempi record un secondo ospedale per trattare esclusivamente i casi di coronavirus accertati, mentre il presidente cinese, Xi Jinping, ha fatto sapere che la “situazione è grave, l’epidemia accelera”, motivo per cui le autorità cinesi hanno vietato, a tempo indeterminato, il commercio di animali selvatici. La causa del virus è ancora sconosciuta ma il focolaio dell’epidemia è stato ricollegato al mercato del pesce della città di Wuhan, dove vengono venduti anche altri animali selvatici come pipistrelli e serpenti, dai quali si ipotizza che possa essere iniziato il contagio.
Hong Kong, proteste per il grattacielo in quarantena – A Hong Kong è stata “dichiarata l’emergenza” sanitaria e sono stati chiusi in via precauzionale il parco divertimenti di Disneyland e l’Ocean Park, mentre Stati Uniti e Giappone sono pronti a dare il via all’evacuazione in quarantena dei loro connazionali che si trovano a Wuhan. Per questo le autorità locali intendono trasformare un grattacielo disabitato in un centro per la quarantena di persone che sono state in stretto contatto con le persone infettate dal nuovo coronavirus. Lo riferisce la Cnn, precisando che l’edificio – il Fai Ming estates- si trova nei Nuovi Territori, al confine con la Cina, è stato recentemente costruito e ancora non abitato. Una folla di residenti nel quartiere ha bloccato la strada di accesso al complesso e si è riunita sotto il grattacielo per protestare contro la misura, lanciando anche bottiglie molotov. “Questo unirà il giallo e il blu”, ha commentato un manifestante, riferendosi ai colori simbolo rispettivamente di chi sostiene la protesta contro le ingerenze di Pechino e di chi appoggia la polizia.