La mappa genetica del virus cinese 2019-nCoV – che al momento ha infettato almeno 2000 persone -indica una somiglianza del 79,5% con il virus della Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome) comparsa fra il 2002 e il 2003. Entrambi utilizzano la stessa arma per aggredire il sistema respiratorio umano secondo quanto emerge dall’analisi delle prime sequenze genetiche pubblicata da un gruppo di ricerca cinese coordinato da Peng Zhou, dell’Istituto di Virologia di Whuan, e pubblicata sul sito bioRXiv, che comprende articoli che non hanno ancora superato l’esame della comunità scientifica. La sequenza genetica del virus 2019-nCoV isolato dal fluido prelevato dai polmoni di un paziente gravemente malato indica in particolare che 2019-nCoV ha lo stesso recettore isolato nel virus della Sars e chiamato Ace2. Sulla sua superficie, cioè, si trova una sorta di chiave che si adatta alle serrature che sono sulla superficie delle cellule del sistema respiratorio umano: il virus è in grado di aprirle e di invadere le cellule per diffondersi. Secondo le autorità sanitarie cinesi il coronavirus “non è potente quanto la Sars”, ma sta diventando più contagioso. “Da ciò che emerge fino ad ora, questa malattia non è certamente potente quanto la Sars” ha detto Gao Fu, a capo del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie in una conferenza stampa a Pechino. Sembra tuttavia che “la capacità di diffusione del virus stia aumentando” ha aggiunto Ma Xiaowei, a capo della Commussione nazionale per la Salute.
In questo momento “nessuno al mondo è grado di dire che piega prenderà il nuovo coronavirus. Siamo in una fase di incertezza. Sicuramente i provvedimenti precauzionali in Cina e in Europa andavano presi. Io comunque credo che alla fine potrebbe rivelarsi meno tosta della Sars, che tra il 2002 e il 2003 fece circa 800 morti” dice in un’intervista a Repubblica il professor Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive alla Statale di Milano. Tra le caratteristiche preoccupanti di questo coronavirus, c’è “il fatto che sia nuovo. Questo ci rende impossibile, per ora, conoscere fattori fondamentali come i tempi di incubazione, l’efficienza della trasmissione e le sue modalità, oltre alla severità del quadro clinico di chi è colpito. Il fatto che ci siano stati tanti casi tra il personale sanitario degli ospedali significa comunque che il contagio non può essere difficile”.
In ogni modo “non sembra avere la stessa letalità della Sars, circa il 10%, anche se è un po’ presto per dirlo. I decessi sembrano essere sotto il 3% dei contagiati”. È “verosimile” che ci siano casi asintomatici: “Non c’è da stupirsi particolarmente però, perché per molte infezioni la risposta individuale è variabile”. È quello “che avviene normalmente per l’influenza, che in alcuni contagiati è praticamente asintomatica”. Le misure di sicurezza adottate dalla Cina “sono le uniche possibili, e credo siano efficaci. Sono stati drastici e l’isolamento di intere città fa capire che c’è una chiara volontà di contenimento. Del resto stanno pure costruendo nuovi ospedali”. In Occidente bisogna “continuare a monitorare tutti gli arrivi dall’area dell’epidemia”. È fondamentale “evitare casi secondari fuori dalla Cina, cioè persone che si ammalano qui da noi. In Italia abbiamo una rete sanitaria di strutture infettivologiche non trascurabile, in casi come questo ne comprendiamo l’importanza”. Se il coronavirus si diffondesse ancora, “ci sarebbe un numero altissimo di vittime”. Rispetto a malattie più letali come Ebola, “si può considerare più pericoloso perché viene trasmesso per via aerea, a chi si trova a meno due metri di distanza dal malato che starnutisce o tossisce”.
L’articolo su bioRXiv
Scienza
Coronavirus, prime sequenze genetiche: “Somiglianza con la Sars del 79,5%”
Entrambi utilizzano la stessa arma per aggredire il sistema respiratorio umano secondo quanto emerge dall’analisi pubblicata da un gruppo di ricerca cinese coordinato da Peng Zhou, dell’Istituto di Virologia di Whuan, e pubblicata sul sito bioRXiv
La mappa genetica del virus cinese 2019-nCoV – che al momento ha infettato almeno 2000 persone -indica una somiglianza del 79,5% con il virus della Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome) comparsa fra il 2002 e il 2003. Entrambi utilizzano la stessa arma per aggredire il sistema respiratorio umano secondo quanto emerge dall’analisi delle prime sequenze genetiche pubblicata da un gruppo di ricerca cinese coordinato da Peng Zhou, dell’Istituto di Virologia di Whuan, e pubblicata sul sito bioRXiv, che comprende articoli che non hanno ancora superato l’esame della comunità scientifica. La sequenza genetica del virus 2019-nCoV isolato dal fluido prelevato dai polmoni di un paziente gravemente malato indica in particolare che 2019-nCoV ha lo stesso recettore isolato nel virus della Sars e chiamato Ace2. Sulla sua superficie, cioè, si trova una sorta di chiave che si adatta alle serrature che sono sulla superficie delle cellule del sistema respiratorio umano: il virus è in grado di aprirle e di invadere le cellule per diffondersi. Secondo le autorità sanitarie cinesi il coronavirus “non è potente quanto la Sars”, ma sta diventando più contagioso. “Da ciò che emerge fino ad ora, questa malattia non è certamente potente quanto la Sars” ha detto Gao Fu, a capo del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie in una conferenza stampa a Pechino. Sembra tuttavia che “la capacità di diffusione del virus stia aumentando” ha aggiunto Ma Xiaowei, a capo della Commussione nazionale per la Salute.
In questo momento “nessuno al mondo è grado di dire che piega prenderà il nuovo coronavirus. Siamo in una fase di incertezza. Sicuramente i provvedimenti precauzionali in Cina e in Europa andavano presi. Io comunque credo che alla fine potrebbe rivelarsi meno tosta della Sars, che tra il 2002 e il 2003 fece circa 800 morti” dice in un’intervista a Repubblica il professor Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive alla Statale di Milano. Tra le caratteristiche preoccupanti di questo coronavirus, c’è “il fatto che sia nuovo. Questo ci rende impossibile, per ora, conoscere fattori fondamentali come i tempi di incubazione, l’efficienza della trasmissione e le sue modalità, oltre alla severità del quadro clinico di chi è colpito. Il fatto che ci siano stati tanti casi tra il personale sanitario degli ospedali significa comunque che il contagio non può essere difficile”.
In ogni modo “non sembra avere la stessa letalità della Sars, circa il 10%, anche se è un po’ presto per dirlo. I decessi sembrano essere sotto il 3% dei contagiati”. È “verosimile” che ci siano casi asintomatici: “Non c’è da stupirsi particolarmente però, perché per molte infezioni la risposta individuale è variabile”. È quello “che avviene normalmente per l’influenza, che in alcuni contagiati è praticamente asintomatica”. Le misure di sicurezza adottate dalla Cina “sono le uniche possibili, e credo siano efficaci. Sono stati drastici e l’isolamento di intere città fa capire che c’è una chiara volontà di contenimento. Del resto stanno pure costruendo nuovi ospedali”. In Occidente bisogna “continuare a monitorare tutti gli arrivi dall’area dell’epidemia”. È fondamentale “evitare casi secondari fuori dalla Cina, cioè persone che si ammalano qui da noi. In Italia abbiamo una rete sanitaria di strutture infettivologiche non trascurabile, in casi come questo ne comprendiamo l’importanza”. Se il coronavirus si diffondesse ancora, “ci sarebbe un numero altissimo di vittime”. Rispetto a malattie più letali come Ebola, “si può considerare più pericoloso perché viene trasmesso per via aerea, a chi si trova a meno due metri di distanza dal malato che starnutisce o tossisce”.
L’articolo su bioRXiv
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Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Le "elite di sinistra" si sono "recentemente indignate per il discorso di JD Vance a Monaco in cui il vicepresidente ha giustamente affermato che prima di discutere di sicurezza, dobbiamo sapere cosa stiamo difendendo. Non stava parlando di tariffe o bilance commerciali su cui ognuno difenderà i propri interessi preservando la nostra amicizia". Mo ha sottolineato la premier Giorgia Meloni nel suo intervento al Cpac.
"Il vicepresidente Vance stava discutendo di identità, democrazia, libertà di parola. In breve, il ruolo storico e la missione dell'Europa. Molti hanno finto di essere indignati, invocando l'orgoglio europeo contro un americano che osa farci la predica. Ma lasciate che ve lo dica io, da persona orgogliosa di essere europea - ha detto ancora - Innanzitutto, se coloro che si sono indignati avessero mostrato lo stesso orgoglio quando l'Europa ha perso la sua autonomia strategica, legando la sua economia a regimi autocratici, o quando i confini europei e il nostro stile di vita sono stati minacciati dall'immigrazione illegale di massa, ora vivremmo in un'Europa più forte".
(Adnkronos) - "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno. So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta".
"Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "So che con Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, non vedremo mai più il disastro che abbiamo visto in Afghanistan quattro anni fa. Quindi sicurezza delle frontiere, sicurezza delle frontiere, sicurezza energetica, sicurezza economica, sicurezza alimentare, difesa e sicurezza nazionale per una semplice ragione. Se non sei sicuro, non sei libero". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "C'è una crescente consapevolezza. C'è una crescente consapevolezza in Europa che la sicurezza è ora la massima priorità. Non puoi difendere la tua libertà se non hai i mezzi o il coraggio per farlo. La felicità dipende dalla libertà e la libertà dipende dal coraggio. Lo abbiamo dimostrato quando abbiamo fermato le invasioni, conquistato le nostre indipendenze e rovesciato i dittatori". Così la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
"E lo abbiamo fatto insieme negli ultimi tre anni in Ucraina, dove un popolo orgoglioso combatte per la propria libertà contro un'aggressione brutale. E dobbiamo continuare oggi a lavorare insieme per una pace giusta e duratura. Una pace che può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - In Ucraina "un popolo coraggioso combatte contro una brutale aggressione". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "I nostri avversari sperano che Trump si allontani da noi. Io lo conosco, e scommetto che dimostreremo che si sbagliano. Qualcuno può vedere l'Europa come distante, lontana. Io vi dico: non è così". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio alla convention Cpac a Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "La propaganda diceva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, avrebbe scoraggiato gli investitori, avrebbe soppresso le libertà, ma erano fake. L'Italia sta meglio, l'economia cresce" l'arrivo di migranti "si è ridotto del 60%. Stiamo facendo aumentare le libertà in tutti gli aspetti della vita del paese". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.