L'inchiesta dei pm partenopei, partita da numerosi e circostanziati esposti anonimi, fotografa flussi anomali di denaro transitati da un conto all’altro delle società pubbliche dell’isola azzurra e contiene gli intrecci familiari tra il management delle aziende ‘in house’ che si occupano del porto, dei tributi e dell’igiene urbana, e i politici alla guida delle amministrazioni comunali. Fratelli e cugini ai timoni di comando di enti controllori e controllati
C’è un’inchiesta. Il fascicolo sulla parentopoli che avvolge e scuote Capri e Anacapri è sulla scrivania del pm di Napoli Sergio Raimondi. Racconta una storia – tutta da verificare – di irregolarità contabili, ammanchi e distrazioni di fondi anche di centinaia di migliaia di euro. Fotografa flussi anomali di denaro transitati da un conto all’altro delle società pubbliche dell’isola azzurra: Capri Servizi srl, Porto Turistico spa, Anacapri servizi srl. Contiene gli intrecci familiari tra il management delle aziende ‘in house’ che si occupano del porto, dei tributi e dell’igiene urbana, e i politici alla guida delle amministrazioni comunali. Fratelli e cugini ai timoni di comando di enti controllori e controllati. Circostanza peraltro fisiologica in una piccola isola. Ma che ispira letture maliziose, e al vaglio degli inquirenti, sui fatti denunciati in numerosi esposti anonimi dei quali si sussurra in una piazzetta semivuota per la bassa stagione turistica.
Su quei fogli mancano le firme. Non i dettagli. Sembrano scritti da ‘voci di dentro’. I carabinieri della compagnia di Sorrento e della stazione di Capri hanno raccolto questo materiale, hanno effettuato accertamenti informali incrociando i dati con quelli ottenuti attraverso alcune acquisizioni documentali, e hanno riassunto i primi esiti in un’informativa che ora è all’attenzione della sezione criminalità economica della Procura di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. Secondo le fonti consultate da ilfattoquotidiano.it, sarebbero emersi dei collegamenti con vicende e personaggi già tratteggiati in un’altra inchiesta riguardante la ‘cricca del mattone di Capri’, guidata dall’allora sindaco Gianni De Martino, in passato capo dell’ufficio tecnico comunale. Inchiesta che ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata al rilascio di ‘licenze facili’ purché le relative pratiche passino attraverso gli studi tecnici giusti: quelli di un componente della commissione edilizia comunale, Giuseppe Aprea, dove lavorava l’allora sindaco, che da ingegnere del settore privato firmava i collaudi di deposito sismico per i lavori edili sottoposti al vaglio del Comune di cui era primo cittadino.
La commissione edilizia era presieduta da Massimo Stroscio, ex dipendente di Di Martino, arrestato nell’agosto 2018 per un singolo episodio, ovvero aver fatto finta di non vedere il mancato ripristino dei luoghi dell’ampliamento abusivo di una villetta. L’ordinanza del Gip Claudio Marcopido metteva nero su bianco la possibilità dell’esistenza di una sorta di ‘sistema Capri’, nel passaggio in cui accennava alla “concreta possibilità che tali condotte non costituiscano un caso isolato, vista la professionalità e l’acutezza delinquenziale dimostrata da soggetti sia pur incensurati”. Appena una settimana fa i pm Catello Maresca, Giulio Vanacore e Maria Carolina De Pasquale hanno notificato una proroga di indagini per associazione a delinquere e altri reati a una dozzina di indagati di questa vicenda, anticipata in esclusiva il 27 aprile 2019 su Il Fatto Quotidiano. Tra loro c’è anche Costanzo Cerrotta, dirigente comunale in pensione, fino a settembre amministratore unico oppure presidente del Cda di Capri Servizi, nonché fratello del quattro volte sindaco (l’ultima fino alla primavera del 2019) e attuale vice sindaco di Anacapri Franco Cerrotta.
Capri Servizi srl ha accorpato la vecchia Capri Tributi e da allora svolge contemporaneamente i servizi di raccolta dei rifiuti e di riscossione della tariffa di igiene ambientale. Gli esposti in possesso dei carabinieri ricordano che nel 2014 Capri Servizi navigava in cattive acque e fu raggiunta da una cartella esattoriale da circa 653mila euro per omessi versamenti dei contributi ai dipendenti riferiti all’anno 2009. Per scongiurare azioni di pignoramento, l’azienda avrebbe versato 200mila euro per sospendere il procedimento, e nel contempo chiedere una rateizzazione mensile del debito. Ma la ricostruzione investigativa – sulla quale si cercano riscontri – sottolinea che Capri Servizi non sarebbe stata in grado di onorare le scadenze se non fosse intervenuta in soccorso la Porto Turistico spa. Ci sarebbero tracce di 18 assegni emessi dalla Porto Turistico spa, all’epoca presieduta da Augusto Federico, in copertura dei debiti di Capri Servizi, e i carabinieri indagano sul ruolo di Luigi De Martino, un ragioniere consulente di entrambe le società, e sui suoi compensi. Che nell’ultimo decennio risulterebbero gonfiati del 162%.
Luigi De Martino è il fratello dell’ex sindaco Gianni De Martino. I De Martino e i Cerrotta sono cugini. Un rapporto di parentela che, in sé, non significa niente. Che però non può essere ignorato in un’indagine complessa come quella che si sta spalancando agli occhi degli magistrati. Incuriositi pure da un assegno circolare del 14 settembre 2012: emesso da Porto Turistico di Capri spa, importo di circa 3.250 euro, causale ignota. Il beneficiario sarebbe Anacapri Servizi srl. Perché? Può essere un indizio sul fatto che siano accaduti fatti analoghi anche tra queste società? Gli investigatori infine vorrebbero capire a che titolo Capri Porto Turistico tra il 2014 e il 2015 avrebbe emesso assegni per Equitalia Sud e Poste Italiane per debiti che non sarebbero di competenza della società. Nel frattempo da pochi mesi il management delle aziende pubbliche è cambiato. I nuovi presidenti Leandro Mariniello (Capri Servizi) e Raffaele Ruggiero (Porto Turistico) vorrebbero anche loro risposte a questi interrogativi.