Lo precisa la circolare dell'Inps del 22 gennaio 2020 chiarendo tutti i dubbi interpretativi del decreto legge 4/2019, ovvero il "riscatto low cost" voluto da M5s, Pd, Italia Viva e Leu. Ora potranno chiedere le agevolazioni anche le persone che hanno studiato negli anni precedenti al 1996
Il riscatto della laurea non ha più limite di età anagrafico fissato a 45 anni e, quindi, non riguarda solo coloro che hanno iniziato a lavorare e a versare contributi dopo il 1996. Lo precisa la circolare dell’Inps del 22 gennaio 2020 chiarendo tutti i dubbi interpretativi del decreto legge 4/2019, ovvero il “riscatto low cost” voluto da M5s, Pd, Italia Viva e Leu.
Nel dettaglio: il decreto prevede la possibilità di andare in pensione 5 anni prima riscattando gli anni universitari e versando un contributo per ciascun anno di 5.260 euro, in una volta sola o in 120 rate mensili. Da gennaio potranno chiedere il riscatto della laurea agevolato anche le persone che hanno studiato negli anni precedenti al 1996 purché in sede di richiesta della pensione scelgano il calcolo interamente contributivo. In altre parole: la forma di riscatto agevolato, che si quantifica con il costo stabilito per il 2020 di circa 5.260 euro per ogni anno di contributi acquisiti, non prevede più limiti di età ma solo che gli anni di studio in corso fossero sotto il governo del metodo di calcolo contributivo, istituito dalla legge Dini.
Interessati della circolare sono quelli che hanno conseguito un diploma di laurea, sia che siano in attività sia che siano disoccupati: questi devono essere iscritti a una delle gestioni Inps con almeno un contributo versato. Restano, tuttavia, fuori tutti coloro che hanno versato contributi esclusivamente nelle casse professionali. E ancora: i versamenti devono essere iniziati già nel periodo del corso legale di studi e sono esclusi quegli anni in cui lo studente-lavoratore abbia versato contributi, gli anni cioè già sottoposti a contribuzione. Resta infine da fare una precisazione: il riscatto può riguardare anche solo una parte degli anni del percorso di studio universitario, ma restano esclusi da qualsiasi discorso gli anni fuori corso.
La decisione dell’Inps apre nuove possibilità per il pensionamento. Diventa a questo punto possibile andare in pensione con quota 100 riscattando con il sistema contributivo una laurea conseguita prima del 1996 naturalmente a condizione di accettare un assegno interamente calcolato con il sistema contributivo. La nuova interpretazione inoltre consente anche di fruire della nuova facoltà di riscatto agevolato della laurea prevista dal decreto del 2018 riducendo i costi del riscatto.