I giovani sono accusati di almeno un centinaio di colpi, tra furti e rapine in locali del centro e nord Italia, messi in atto spruzzando spray al peperoncino e poi approfittando della confusione per sfilare o strappare collane e monili. Lo stesso modus operandi usato la notte della tragedia
I ragazzi della Banda dello spray hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. I sei giovani tra i 19 e i 20 anni che la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 hanno spruzzato la sostanza urticante nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, provocando la morte di cinque minorenni e di una mamma 39enne, devono rispondere di omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere, lesioni personali e singoli episodi di rapine e furti con strappo. Così, dopo la richiesta della Procura del giudizio immediato, arrivata un anno dopo i fatti, gli avvocati di Ugo Di Puorto, Andrea Cavallari, Moez Akari, Raffaele Mormone, Souhaib Haddada e Badr Amouiyah hanno avanzato in questi giorni la richiesta di procedere con il rito alternativo. Ancora da stabilire la data del processo.
A portare la Procura, con i pm Valentina Bavai e Paolo Gubinelli, a chiedere il giudizio immediato saltando l’udienza preliminare erano stati “chiari e concordanti elementi di responsabilità”. I sei sono accusati di almeno un centinaio di colpi, tra furti e rapine in locali del centro e nord Italia, messi in atto spruzzando spray al peperoncino e poi approfittando della confusione per sfilare o strappare collane e monili. Lo stesso modus operandi usato la notte della tragedia di Corinaldo, dove con il gruppo c’era anche Eros Amoruso, morto pochi mesi dopo in un incidente stradale.
Intanto, da febbraio partirà il progetto “I safe – Cri per le Emergenze” della Croce Rossa Italiana che prevede l’ascolto psicologico degli studenti coinvolti nella tragedia della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, attività di protezione civile per formare una cittadinanza attiva e consapevole, supporto in caso di emergenze naturali e disastri causati dall’uomo. L’iniziativa, sostenuta dalla Fondazione Cariverona, prevede due diversi percorsi. “I safe school”, a metà tra educazione e prevenzione, coinvolgerà gli istituti scolastici superiori cittadini fornendo agli studenti conoscenze su gestione dell’emergenza, protezione civile e supporto psicologico. “I safe town”, che comprende l’ascolto per aiutare ragazzi coinvolti nella tragedia di Corinaldo, sarà invece un presidio territoriale di supporto operativo gratuito, aperto ai cittadini.