Il cittadino georgiano Vakhtang Enukidze è morto nel Cpr di Gradisca per un edema polmonare. Ma la conclusione a cui è giunta l’autopsia eseguita da Lorenzo Cociani, medico legale del Garante dei detenuti, non chiarisce cosa l’abbia provocato. E il procuratore di Gorizia Massimo Lia chiarisce: “Non escludiamo al cento per cento cause di tipo violento“. Cause come quelle di cui hanno conto alcuni testimoni che al deputato di Radicali +Europa Riccardo Magi, hanno raccontato che Enukidze è stato “picchiato ripetutamente da circa dieci agenti, anche con un colpo d’avambraccio dietro la nuca e una ginocchiata nella schiena, trascinato per i piedi come un cane“.

“Per avere un quadro completo degli esami occorrerà attendere l’esito degli esami tossicologici e istologici, ma intanto, macroscopicamente possiamo dire che non ci sono lesioni traumatiche importanti”, ha detto il medico legale all’Ansa. I sindacati di polizia hanno subito chiesto le “scuse” da parte di chi ha formulato accuse definite “frettolose, ingenerose e anche irriguardose, considerato l’irrispettoso parallelismo con il caso Cucchi”. L’Fsp Polizia fa sapere che valuterà se ci sono i presupposti per la querela. Il pm però ha invitato alla “prudenza”, sottolineando che è presto per dare “un’indicazione precisa e univoca”. La situazione è “complessa”, ha detto, e “va esaminata alla luce di tutte le risultanze, anche testimoniali, documentali e visive: certamente l’autopsia ci ha dato un’indicazione che in qualche modo avete recepito da altre fonti, ma anche per una prudenza valutativa non formuliamo ipotesi definitive”. Dunque “le indagini proseguiranno” e “al momento non ritengo corretto dare un’indicazione precisa e univoca di quanto accaduto anche perché nessuno ha in mano la relazione del medico legale, che si è riservato di fare i necessari approfondimenti”.

Il Garante nazionale delle persone private della libertà Mauro Palma dal canto suo ha commentato dicendo che “il non emergere, stando alle prime valutazioni dei periti, di elementi indicativi di un pestaggio come causa principale della morte di Vakhtang Enukidze non diminuisce l’assoluta volontà di fare piena luce su eventuali comportamenti lesivi della sua integrità fisica nel periodo in cui è stato privato della libertà da parte dell’autorità pubblica. Al contrario, la ricostruzione di ogni singola fase di tale periodo è necessaria per accertare eventuali responsabilità ed evitare qualsiasi sensazione d’impunità“. Palma “seguirà con molta attenzione i risultati degli esami tossicologici e sottolinea il dovere per chiunque fosse stato testimone, o abbia avuto contezza del verificarsi di episodi di comportamenti lesivi nei confronti del signor Vakhtang di informarne l’autorità giudiziaria. Non deve esserci spazio per nessun sospetto di omertà o di impunità rispetto alla morte di un giovane uomo mentre era sotto la responsabilità dello Stato”.

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