La Farnesina sta lavorando a un eventuale rientro via aereo delle decine di italiani rimasti bloccati a Wuhan: lo ha annunciato il capo dell’Unità di Crisi, Stefano Verrecchia, spiegando che si sta lavorando a questa ipotesi insieme al ministero della Sanità e all’Istituto Spallanzani, centro specializzato in malattie infettive. Serve comunque l’autorizzazione delle autorità cinesi: Wuhan è una città in quarantena, da cui non si può entrare né uscire.”Non dipende interamente da noi – ha aggiunto in seguito – ma facciamo il massimo per fare il prima possibile”. Esclusa l’ipotesi di un trasferimento in autobus verso Changsha, a 350 km di distanza da Wuhan, città da dove ha avuto origine l’epidemia di polmonite virale. “Un trasferimento via terra implica quarantene piuttosto complesse”, ha spiegato Verracchia. In effetti, molti italiani avevano espresso riserve per questa ipotesi: in assenza di informazioni chiare, molti avrebbero preferito restare a casa.”Siamo sempre in contatto con i connazionali – ha aggiunto Verrecchia – che sono circa una settantina in buone condizioni di salute”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità però “non raccomanda” il rimpatrio dei cittadini di altri Paesi dalla Cina e invita la comunità internazionale a “mantenere la calma e a non reagire in maniera eccessiva”. Il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ieri ha alzato il livello di rischio da “moderato” a “elevato”, ha detto di “confidare” nelle capacità della Cina di prevenire e contenere il contagio. Nonostante ciò, diversi Paesi hanno già predisposto piani di rientro per i propri cittadini bloccati a Wuhan, La Germania, ad esempio, ha deciso di far rientrare i cittadini tedeschi con un aereo predisposto che – stando al quotidiano Bild – partirebbe oggi stesso da Colonia, con destinazione Shangai. L’arrivo è previsto al più tardi mercoledì 29 gennaio: secondo le anticipazioni del giornale si tratta di un normale aereo per passeggeri, privo di lettini per pazienti malati. Attraverso dei test veloci sul posto si dovrebbe riuscire a verificare con sicurezzza che chi salirà a bordo del velivolo non sia stato contagiato dal virus.
La Francia è pronta a mettere in atto il suo piano di rimpatri: mercoledì 29 gennaio partirà da Parigi un volo verso la Cina, destinato a 250 cittadini francesi che desiderano lasciare il Paese, che dovrebbe ripartire già il giorno successivo “con a bordo persone che non presentano sintomi”. Il sottosegretario ai Trasporti, Jean-Baptiste Djebbari, ha spiegato che i passeggeri “verranno messi sotto sorveglianza e in isolamento per il tempo dell’incubazione, ossia 14 giorni”. Inoltre ha annunciato che seguirà un secondo volo, le cui date restano da definire “con persone che presentano sintomi, quindi potenzialmente portatrici del virus e che saranno curate a Parigi“. A Wuhan sono presenti tra i 500 e mille cittadini francesi, ma, ha precisato la ministra della Salute Agnès Buzyn, “non tutti vogliono rientrare” in Francia. La Commissione europea inoltre fa sapere che altri 100 cittadini europei, di diverse nazionalità, potranno viaggiare a bordo di un secondo aereo previsto in settimana, a patto di essere “sani o asintomatici”.
Anche Londra sta lavorando alla possibilità di un rimpatrio dei cittadini britannici: il ministro della Sanità, Matt Hancock, stima che ci siano circa 200 britannici bloccati nella città-focolaio. Chi rientrerà, ha spiegato, dovrà sottoporsi a un periodo “di auto-isolamento”, in quarantena. Comunque non è ancora stato deciso un ponte aereo, come ha sottolineato il suo collega titolare dei Trasporti, Grant Shapps: “Stiamo lavorando sull’ipotesi d’un piano generalizzato, anche con i nostri partner internazionali”. Per ora, l’indicazione data ai cittadini del Regno Unito nella regione di Wuhan è quella di “contattare il consolato“, per fare una stima di numeri e esigenze. È stata anche attivata una linea telefonica di assistenza ad hoc. “La sicurezza e la tutela dei connazionali britannici è la nostra priorità numero uno”, ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri, che. ha detto “continua a monitorare la situazione e resta in stretto contatto con le autorità cinesi”.