“Salvini con la sua lettera di sfratto? Non l’ho visto, oggi i citofonatori sono rimasti a casa“. E’ la battuta pronunciata a “Otto e mezzo”, su La7, dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sul leader della Lega, Matteo Salvini, all’indomani delle elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria.
“Io lo avevo preannunciato e non ho cambiato idea – continua Conte – Questo era un appuntamento elettorale importante, ma territoriale. Salvini, invece, ha impostato in modo del tutto improprio questa campagna elettorale, come se fosse un referendum contro il governo. L’ha personalizzata, quindi ne ha derivato una sconfitta personale, perché nella sostanza ha rivendicato più poteri per venire a Palazzo Chigi”.
Conte, infine, commenta un tweet di Salvini (“Chi vive di rabbia e rancore vive male, poverino. Camomilla per Giuseppi”): “La rabbia è un sentimento che non mi appartiene. Salvini è molto abile dal punto di vista comunicativo. Mi ricorda quando si giocava a pallone da ragazzi e c’era qualcuno un po’ scorretto che commetteva il fallo e poi si buttava a terra per confondere l’arbitro. Lui fa così: prima insulta e poi si butta per terra, dicendo che è stato insultato. Da parte mia c’è stato solo un ragionamento politico. Nessun odio, nessun insulto, nessun rancore. E poi io la camomilla io non la prendo, perché devo conservarmi vigile. Quindi, preferisco il caffè o il tè”.