Sud doppiato anche per tasso di crescita: 0,3% contro il +1,4% nel Nord-est e il +0,7% del Nord-ovest e del Centro. Spesa per consumi a 13.700 medi per abitante, contro i 20.600 del Nord-Ovest. L'incidenza dell’economia non osservata è pari al 19,4% del valore aggiunto, contro il 14,1% del Centro, il 10,6% del Nord-ovest e l'11,4% del Nord-est
Doppiato, sia per tassi di crescita sia per valori assoluti. Il Sud Italia, stando al report sui conti economici territoriali dell’Istat, nel 2018 ha visto il pil salire solo dello 0,3% contro il +1,4% nel Nord-est e il +0,7% del Nord-ovest e del Centro. E, in termini pro-capite, il prodotto interno lordo si è fermato a circa 19mila euro contro gli oltre 36mila del Nord-Ovest, che guida la classifica, e i 35mila del Nord-Est. Lo stesso vale per il reddito per abitante, pari a 22mila euro per le famiglie residenti nel Nord-ovest: quasi il 60% in più rispetto a quelle del Mezzogiorno, con 14mila euro. Le famiglie residenti nel Nord-est possono contare invece su 21.900 euro. Il Sud sconta un differenziale negativo del 26% rispetto alla media nazionale.
A Bolzano il reddito pro capite è il più alto (26.000 euro), mentre in Calabria si registra quello più basso (12.700 euro). A livello regionale sono le Marche a registrare la crescita del Pil più elevata, con un 3% di aumento rispetto all’anno precedente. Un deciso recupero dell’attività produttiva si rileva anche per l’Abruzzo, dove il Pil è cresciuto del 2,2% a fronte dello 0,6% del 2017, e per la Provincia Autonoma di Bolzano (+2%). Sopra la media nazionale si posizionano altre tre regioni del Mezzogiorno: Sardegna e Puglia (+1,4%) e Molise (+1,2%). In Lombardia la crescita economica rallenta sensibilmente: nel 2018 il pil è aumentato dello 0,5%, contro il + 2,2% dell’anno precedente. Lazio (-0,2%) e Sicilia (-0,3%) chiudono il 2018 con una diminuzione del pil in volume, ma le flessioni più rilevanti si riscontrano in Campania (-0,6%) e Calabria (-0,8%).
Quanto alla spesa per consumi delle famiglie, la dinamica nel 2018 è positiva e pari allo 0,9% appena superiore a quella del pil (+0,8%). Gli incrementi più significativi si registrano in Liguria e Lazio (+1,7% in entrambe le regioni), seguite da Abruzzo (+1,5%), Umbria e Molise (+1,4%). Un rallentamento deciso della spesa delle famiglie si riscontra, invece, per la Provincia Autonoma di Bolzano e per il Piemonte, dove i consumi sono aumentati solo di un modesto 0,3%. Nel 2018 in Italia la spesa per consumi finali delle famiglie per abitante, a prezzi correnti, è stata di 17.800 euro. I valori più elevati si registrano nel Nord-ovest (20.600 euro) mentre il Mezzogiorno si conferma l’area in cui il livello di spesa è più basso (13.700 euro). A un maggior dettaglio territoriale il più alto livello di consumi finali pro capite si registra in Valle d’Aosta e nella Provincia Autonoma di Bolzano (rispettivamente 25,5 mila e 24,3 mila euro).
Inoltre nel Mezzogiorno l’incidenza dell’economia non osservata è pari al 19,4% del valore aggiunto, contro il 14,1% del Centro. Molto più contenute le quote registrate nel Nord-ovest e nel Nord-est, pari rispettivamente a 10,6% e 11,4%. I dati in questo caso sono riferiti al 2017, ultimo anno per cui è disponibile la somma della componente sommersa e di quella illegale.