Oltre alla senatrice a vita, la Federazione Nazionale della Stampa denuncia insulti e minacce contro il direttore di Repubblica Carlo Verdelli e contro il giornalista Paolo Berizzi. Tra 26 e 27 gennaio, diversi atti vandalici, da Reggio Emilia a Torino
Svastiche, insulti, pietre d’inciampo divelte e vetrine spaccate: episodi di antisemitismo che diventano tanto più gravi, visto che sono avvenuti in occasione della Giornata internazionale della memoria. Nel giro di pochi giorni almeno cinque atti vandalici diversi, da Cuneo a Reggio Emilia. In più, nuove minacce e insulti sono stati lanciati contro Liliana Segre, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, contro il direttore di Repubblica Carlo Verdelli e contro il giornalista Paolo Berizzi: lo denuncia la Federazione Nazionale della Stampa. Le frasi offensive sono state postate su Twitter da un account finto, di chiara ispirazione antisemita che si ispira al medico nazista Carl Clauberg. “Dopo le segnalazioni degli utenti l’account risulta ‘temporaneamente bloccato’ per aver eseguito delle ‘attività sospette’, ma i vergognosi post restano visibili”, ha scritto l’Fnsi in una nota.
Il primo caso è stato segnalato a Mondovì, in provincia di Cuneo, il 24 gennaio: la scritta “Qui ebrei” comparsa sulla porta del figlio della partigiana Lidia Beccaria Rolfi. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante le celebrazioni al Quirinale per il 27 gennaio, ha menzionato questo episodio ricordando che “il virus della discriminazione, dell’odio e del razzismo non è confinato in una isolata dimensione storica” e ha ribadito una volta di più “l’impegno contro l’antisemitismo, di vecchio e nuovo conio”. Nelle stesse ore, proprio il 27 gennaio, un episodio a Torino: la scritta “‘Crepa sporca ebrea” è comparsa sui muri del cortile interno di un palazzo di corso Casale, proprio di fronte all’abitazione di una donna di origini ebraiche, figlia di una staffetta partigiana.
La notte precedente, a Monza, dei vandali sono entrati nel “Bosco della Memoria” e hanno piegato le istallazioni di ferro che ricordano le vittime dei lager nazisti, probabilmente con lo scopo di abbatterle. La scoperta è avvenuta poco prima dell’evento organizzato dall’Anpi e da Aned, Associazione nazionale ex deportati, in occasione della ricorrenza del 27 gennaio. Inaugurato due anni fa, il parco vuole ricordare la storia della Resistenza della zona di Monza, in particolare operai e braccianti che si opposero al fascismo. I 92 alberi del Bosco rappresentano i cittadini monzesi deportati nei campi di concentramento nazisti. Nelle stesse ore a Calolziocorte, in provincia di Lecco, una copia de “La Lettera agli Ebrei” è stata prelevata da una cassetta di bookcrossing, cioé di libri in prestito, per essere strappata e lasciata a pezzi per terra.
Il 26 gennaio, a Guastalla, nella Bassa reggiana, una pietra d’inciampo dedicata ad Aldo Munari – militare internato in Germania – è stata danneggiata, forse con colpi di piccone, davanti a quella che fu la sua abitazione. A scoprire il danno è stato un cittadino che ha sporto denuncia ai carabinieri: “Un evento deplorevole, un’azione vergognosa e indecente”. L’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea (Istoreco) aveva posato la pietra il 12 gennaio 2018 per ricordare il militare soldato, catturato in Croazia e morto a Colonia nel 1944, all’età di 29 anni. Ora verrà sostituita.
Il 27 gennaio, oltre alla scritta antisemita comparsa a Torino, erano comparsi insulti razzisti anche in un bar di Rezzato, in Brescia. “Sono spaventata e turbata – ha detto la proprietaria, Madiha Khtibari, italiana di origini marocchine – Non so se riaprirò il bar. Spesso ricevevo apprezzamenti insistenti dai clienti e anche minacce verbali. Per questo preferivo sempre farmi accompagnare all’apertura e alla chiusura del bar”. L’Anpi di Brescia ha invitato tutta la cittadinanza a un presidio di solidarietà, martedì sera alle 18:30, davanti al bar di Madiha. “I rigurgiti di antisemitismo nelle nostre società devono servire da monito a non abbassare mai la guardia”, ha detto la Farnesina commentando l’escalation di violenza proprio durante le celebrazioni per la Giornata della Memoria. Nella stessa occasione ha ribadito il proprio impegno nell’azione di prevenzione e contrasto a ogni forma di discriminazione e intolleranza.