“Coronavirus? Prima di tutto, facciamo chiarezza: il virus in Italia ancora non c’è. Quindi, non ha nessun senso evitare i cinesi, i ristoranti cinesi, i quartieri cinesi. Non dobbiamo farci prendere dal panico. C’è però una situazione in rapida evoluzione che deve preoccuparci e non dobbiamo fare i faciloni. Ma ribadisco: niente panico, nessuna discriminazione nei confronti dei cinesi “. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “Radio Radio” dal virologo Roberto Burioni, che puntualizza: ” Dobbiamo fare fondamentalmente una sola cosa. Siccome contro questa nuova infezione, non abbiamo vaccini, né farmaci, però abbiamo un sistema che ci consente di diagnosticare l’infezione, dobbiamo fare in modo che questo virus non arrivi in Italia. E quindi è tassativamente vietato andare in Cina o nelle zone interessate dal virus, perché il rischio è veramente notevole. La seconda precauzione da prendere è avere attenzione nei confronti delle persone che stanno tornando dalla Cina, perché potrebbero aver contratto la malattia e svilupparla qui. Ricordo che l’incubazione di questa infezione può durare 10-12 giorni. Ci possono essere casi di persone infettate che, però, non mostrano sintomi, ma sembrano che queste persone siano poche rispetto alla massa”.
Il docente universitario, che quotidianamente sul suo sito di informazione scientifica, ‘MedicalFacts’, aggiorna le informazioni sul virus cinese, aggiunge: “Se qualcuno è stato in Cina negli ultimi 14 giorni e ha i sintomi di un’influenza, non vada dal medico, né al Pronto Soccorso, perché rischierebbe di infettare altre persone. Chiami il 118 e a quel punto il personale sanitario andrà a casa sua e gli farà i prelievi. Nessun allarmismo, quindi, e basta con le scemenze. Ho visto circolare Catene di Sant’Antonio in cui addirittura si consigliava di assumere olio di origano. Quello che è accaduto in Cina da noi virologi viene chiamato “spillover”, termine inglese che significa “tracimazione”, cioè un virus animale, traboccando, è finito nell’uomo ed è diventato un virus umano. In Cina, infatti – continua – ci sono mercati in cui esiste una grande promiscuità tra persone e animali vivi. E sono il punto ideale dove il virus può passare dall’animale all’uomo. Quanto sia grave questo virus e quanto si diffonda non lo sappiamo, perché i dati provenienti dalla Cina non sono molto affidabili. Ma possiamo dire che è giusto avere una notevole attenzione, perché quello che sta accadendo in Cina non è sicuramente una banalità sulla quale possiamo ridere”.
Circa la sproporzione tra la presunta percentuale di infettati dal Coronavirus e il numero di abitanti in Cina, lo scienziato osserva: “Quando abbiamo a che fare con qualcosa che si moltiplica, i numeri fanno molto presto a salire. C’è un numero che caratterizza ogni infezione virale ed è il tasso di riproduzione, che indica statisticamente quante persone infetta un malato. Se questo numero è 2, vuol dire che un malato infetta due malati, i quali infettano 4 persone, le quali, a loro volta, infettano 8, e così via. Facendo un po’ di conti, arrivare a un miliardo è un attimo. Sembra che il tasso di riproduzione del Coronavirus sia 2,6. Quindi, questo virus ha la capacità di infettare tutti. La domanda da fare in questo momento è: qual è la mortalità di questa infezione? – prosegue – A questa domanda non sappiamo dare una risposta esatta. Sappiamo che col morbillo muore una persona ogni 3mila. Con questo virus quante persone muoiono ogni 1000 infettati? Ancora non lo sappiamo. Ma, siccome sono morte più di 100 persone, dovremmo preoccuparci, perché non è tra i virus più lievi. In Cina hanno forse a che fare con molte, molte, molte decine di migliaia di casi, se non centinaia di migliaia. Noi in Italia potremmo avere a che fare con uno o due casi, nel caso il virus dovesse arrivare. Pertanto, dobbiamo assolutamente abbassare quel tasso di riproduzione di 2,6 a un valore inferiore a 1“.
Burioni spiega: “A meno di un colpo di fortuna inaspettato, come l’esistenza di un farmaco usato per altri scopi che funziona contro questo virus), dovremo affrontare questa epidemia senza questi aiuti. Il rischio che il virus arrivi da noi c’è: da uno studio francese è il rischio stato quantificato e risulta che ci sia il 12% di probabilità che il virus arrivi in Italia nelle prossime due settimane. Quel 12% non è un numero immutabile e può essere ridotto con attività di sorveglianza negli aeroporti e con l’attenzione verso i pazienti eventuali. Noi dobbiamo essere pronti. Il ministro della Salute Speranza, che sta facendo un ottimo lavoro, si è organizzato e sta creando delle unità apposite. Io ho proposto delle unità mobili di soccorso.
E chiosa: “E’ stato calcolato che per riuscire a estinguere l’epidemia la Cina dovrebbe bloccare il 70% dei contagi che stanno avvenendo. Se questo non dovesse avvenire, l’unica soluzione sarebbe eliminare i viaggi da e per la Cina. Non vedo soluzioni alternative. Peraltro, dai calcoli dell’Imperial College di Londra e dell’Università di Hong Kong, il numero realistico di contagi è molto più alto di quello diffuso dai cinesi, che, secondo me, come minimo si scordano uno zero“.
Mondo - 29 Gennaio 2020
Coronavirus, Burioni: “In Italia non c’è ancora, niente panico. Ma sono tassativamente vietati i viaggi in Cina”. E loda il ministro Speranza
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“Coronavirus? Prima di tutto, facciamo chiarezza: il virus in Italia ancora non c’è. Quindi, non ha nessun senso evitare i cinesi, i ristoranti cinesi, i quartieri cinesi. Non dobbiamo farci prendere dal panico. C’è però una situazione in rapida evoluzione che deve preoccuparci e non dobbiamo fare i faciloni. Ma ribadisco: niente panico, nessuna discriminazione nei confronti dei cinesi “. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “Radio Radio” dal virologo Roberto Burioni, che puntualizza: ” Dobbiamo fare fondamentalmente una sola cosa. Siccome contro questa nuova infezione, non abbiamo vaccini, né farmaci, però abbiamo un sistema che ci consente di diagnosticare l’infezione, dobbiamo fare in modo che questo virus non arrivi in Italia. E quindi è tassativamente vietato andare in Cina o nelle zone interessate dal virus, perché il rischio è veramente notevole. La seconda precauzione da prendere è avere attenzione nei confronti delle persone che stanno tornando dalla Cina, perché potrebbero aver contratto la malattia e svilupparla qui. Ricordo che l’incubazione di questa infezione può durare 10-12 giorni. Ci possono essere casi di persone infettate che, però, non mostrano sintomi, ma sembrano che queste persone siano poche rispetto alla massa”.
Il docente universitario, che quotidianamente sul suo sito di informazione scientifica, ‘MedicalFacts’, aggiorna le informazioni sul virus cinese, aggiunge: “Se qualcuno è stato in Cina negli ultimi 14 giorni e ha i sintomi di un’influenza, non vada dal medico, né al Pronto Soccorso, perché rischierebbe di infettare altre persone. Chiami il 118 e a quel punto il personale sanitario andrà a casa sua e gli farà i prelievi. Nessun allarmismo, quindi, e basta con le scemenze. Ho visto circolare Catene di Sant’Antonio in cui addirittura si consigliava di assumere olio di origano. Quello che è accaduto in Cina da noi virologi viene chiamato “spillover”, termine inglese che significa “tracimazione”, cioè un virus animale, traboccando, è finito nell’uomo ed è diventato un virus umano. In Cina, infatti – continua – ci sono mercati in cui esiste una grande promiscuità tra persone e animali vivi. E sono il punto ideale dove il virus può passare dall’animale all’uomo. Quanto sia grave questo virus e quanto si diffonda non lo sappiamo, perché i dati provenienti dalla Cina non sono molto affidabili. Ma possiamo dire che è giusto avere una notevole attenzione, perché quello che sta accadendo in Cina non è sicuramente una banalità sulla quale possiamo ridere”.
Circa la sproporzione tra la presunta percentuale di infettati dal Coronavirus e il numero di abitanti in Cina, lo scienziato osserva: “Quando abbiamo a che fare con qualcosa che si moltiplica, i numeri fanno molto presto a salire. C’è un numero che caratterizza ogni infezione virale ed è il tasso di riproduzione, che indica statisticamente quante persone infetta un malato. Se questo numero è 2, vuol dire che un malato infetta due malati, i quali infettano 4 persone, le quali, a loro volta, infettano 8, e così via. Facendo un po’ di conti, arrivare a un miliardo è un attimo. Sembra che il tasso di riproduzione del Coronavirus sia 2,6. Quindi, questo virus ha la capacità di infettare tutti. La domanda da fare in questo momento è: qual è la mortalità di questa infezione? – prosegue – A questa domanda non sappiamo dare una risposta esatta. Sappiamo che col morbillo muore una persona ogni 3mila. Con questo virus quante persone muoiono ogni 1000 infettati? Ancora non lo sappiamo. Ma, siccome sono morte più di 100 persone, dovremmo preoccuparci, perché non è tra i virus più lievi. In Cina hanno forse a che fare con molte, molte, molte decine di migliaia di casi, se non centinaia di migliaia. Noi in Italia potremmo avere a che fare con uno o due casi, nel caso il virus dovesse arrivare. Pertanto, dobbiamo assolutamente abbassare quel tasso di riproduzione di 2,6 a un valore inferiore a 1“.
Burioni spiega: “A meno di un colpo di fortuna inaspettato, come l’esistenza di un farmaco usato per altri scopi che funziona contro questo virus), dovremo affrontare questa epidemia senza questi aiuti. Il rischio che il virus arrivi da noi c’è: da uno studio francese è il rischio stato quantificato e risulta che ci sia il 12% di probabilità che il virus arrivi in Italia nelle prossime due settimane. Quel 12% non è un numero immutabile e può essere ridotto con attività di sorveglianza negli aeroporti e con l’attenzione verso i pazienti eventuali. Noi dobbiamo essere pronti. Il ministro della Salute Speranza, che sta facendo un ottimo lavoro, si è organizzato e sta creando delle unità apposite. Io ho proposto delle unità mobili di soccorso.
E chiosa: “E’ stato calcolato che per riuscire a estinguere l’epidemia la Cina dovrebbe bloccare il 70% dei contagi che stanno avvenendo. Se questo non dovesse avvenire, l’unica soluzione sarebbe eliminare i viaggi da e per la Cina. Non vedo soluzioni alternative. Peraltro, dai calcoli dell’Imperial College di Londra e dell’Università di Hong Kong, il numero realistico di contagi è molto più alto di quello diffuso dai cinesi, che, secondo me, come minimo si scordano uno zero“.
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Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Offrendo soluzioni innovative nel campo della ricarica per veicoli elettrici e dei sistemi di accumulo di energia, Vestel Mobility presenterà le sue ultime tecnologie alla Fiera Key, che si svolgerà fino al 7 marzo a Rimini, in Italia, presso il Rimini Expo Centre. Alla fiera, a cui partecipa per la prima volta, l'azienda punta a rafforzare la propria posizione nel settore della mobilità europea esponendo per la prima volta alla fiera il nuovo catalogo dei suoi prodotti Dc. I veicoli elettrici e i sistemi energetici sostenibili, sottolinea Ender Yüksel, Direttore Generale di Vestel Mobility, "non sono solo tra i pilastri fondamentali di oggi, ma anche del futuro. Come Vestel Mobility, il nostro obiettivo è essere pionieri di questa trasformazione con le nostre tecnologie innovative. La Fiera Key è un punto di incontro strategico per l'ecosistema dell'energia e della mobilità in Europa, e parteciparvi per la prima volta rappresenta per noi un passo strategico".
In particolare, aggiunge, "il mercato italiano offre un grande potenziale grazie ai crescenti investimenti nelle soluzioni di mobilità sostenibile. Con le nostre ultime soluzioni di ricarica Dc e il nostro portafoglio prodotti ampliato che presenteremo in fiera, miriamo a rafforzare la nostra presenza in questo mercato e a introdurre le nostre innovazioni che plasmeranno il futuro del settore".
Vestel Mobility presenterà ai visitatori di Key 2025 - The Energy Transition Expo, uno degli eventi energetici più prestigiosi d'Europa, le più recenti soluzioni di ricarica Dc in corrente continua e i sistemi di accumulo di energia. Soluzioni innovative, in particolare nel campo delle tecnologie di ricarica per veicoli elettrici, saranno al centro dell'attenzione della fiera. L'ampio portafoglio prodotti di Vestel Mobility, composto da stazioni di ricarica Ac e Dc, offre soluzioni altamente efficienti e sostenibili, adatte alle diverse esigenze degli utenti. I prodotti che saranno esposti in fiera comprendono stazioni di ricarica in corrente alternata come Ac Qatro, Ac Vario, Ac Libra e Ac Rhea, nonché soluzioni di ricarica Dc in corrente continua ultraveloce da 400 kW che offrono prestazioni elevate. Queste innovative stazioni di ricarica Dc in corrente continua offrono agli utenti di veicoli elettrici un'esperienza di ricarica rapida, affidabile ed efficiente, fornendo al contempo un'infrastruttura sostenibile nelle aree commerciali e pubbliche.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Offrendo soluzioni innovative nel campo della ricarica per veicoli elettrici e dei sistemi di accumulo di energia, Vestel Mobility presenterà le sue ultime tecnologie alla Fiera Key, che si svolgerà fino al 7 marzo a Rimini, in Italia, presso il Rimini Expo Centre. Alla fiera, a cui partecipa per la prima volta, l'azienda punta a rafforzare la propria posizione nel settore della mobilità europea esponendo per la prima volta alla fiera il nuovo catalogo dei suoi prodotti Dc. I veicoli elettrici e i sistemi energetici sostenibili, sottolinea Ender Yüksel, Direttore Generale di Vestel Mobility, "non sono solo tra i pilastri fondamentali di oggi, ma anche del futuro. Come Vestel Mobility, il nostro obiettivo è essere pionieri di questa trasformazione con le nostre tecnologie innovative. La Fiera Key è un punto di incontro strategico per l'ecosistema dell'energia e della mobilità in Europa, e parteciparvi per la prima volta rappresenta per noi un passo strategico".
In particolare, aggiunge, "il mercato italiano offre un grande potenziale grazie ai crescenti investimenti nelle soluzioni di mobilità sostenibile. Con le nostre ultime soluzioni di ricarica Dc e il nostro portafoglio prodotti ampliato che presenteremo in fiera, miriamo a rafforzare la nostra presenza in questo mercato e a introdurre le nostre innovazioni che plasmeranno il futuro del settore".
Vestel Mobility presenterà ai visitatori di Key 2025 - The Energy Transition Expo, uno degli eventi energetici più prestigiosi d'Europa, le più recenti soluzioni di ricarica Dc in corrente continua e i sistemi di accumulo di energia. Soluzioni innovative, in particolare nel campo delle tecnologie di ricarica per veicoli elettrici, saranno al centro dell'attenzione della fiera. L'ampio portafoglio prodotti di Vestel Mobility, composto da stazioni di ricarica Ac e Dc, offre soluzioni altamente efficienti e sostenibili, adatte alle diverse esigenze degli utenti. I prodotti che saranno esposti in fiera comprendono stazioni di ricarica in corrente alternata come Ac Qatro, Ac Vario, Ac Libra e Ac Rhea, nonché soluzioni di ricarica Dc in corrente continua ultraveloce da 400 kW che offrono prestazioni elevate. Queste innovative stazioni di ricarica Dc in corrente continua offrono agli utenti di veicoli elettrici un'esperienza di ricarica rapida, affidabile ed efficiente, fornendo al contempo un'infrastruttura sostenibile nelle aree commerciali e pubbliche.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - "Pasquale Laurito ha seguito con passione e competenza la politica italiana per decenni, diventando un importante punto di riferimento per il giornalismo parlamentare. Con il suo lavoro e la sua dedizione ha raccontato la vita delle istituzioni con grandissima profondità. Le mie condoglianze e quelle del Senato della Repubblica ai suoi cari e a chi ha condiviso con lui questo lungo percorso". Lo scrive sui social il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
Milano, 7 mar. (Adnkronos) - "La campagna 'Mettici la testa' è mirata principalmente ai cestini, che noi chiamiamo cestoni stradali. A Milano ce ne sono circa 13mila per le strade e 10mila nei parchi. La densità di questi cestini è di 1,7 per abitante, la più alta d’Europa, solo Amsterdam si avvicina. Come dimensionamento e posizionamento ci siamo, abbiamo aumentato la frequenza di svuotamento rispetto al contratto precedente fino ad arrivare a una media di 2,2 svuotamenti al giorno". Così Marcello Milani, amministratore delegato di Amsa, durante la presentazione della campagna 'Mettici la Testa', che ha preso il via a Milano con l’inaugurazione di un’installazione interattiva per portare cittadini, city users e turisti 'dentro' al fenomeno dell’utilizzo improprio dei cestini stradali.
In piazza XXV aprile un enorme contenitore alto circa 7 metri diventa uno spazio di riflessione in cui le persone possono letteralmente 'mettere la testa' e osservare il problema dei conferimenti errati: "L'obiettivo della campagna -prosegue Milani- è ricordare ai milanesi che i cestini vanno utilizzati per i rifiuti prodotti in mobilità durante il passeggio e non per quelli prodotti in abitazione o esercizi commerciali".
"L'utilizzo sbagliato -avverte- comporta il veloce riempimento dei cestini e una mancanza di decoro quando traboccano. Speriamo che chi ha sbagliato rifletta sull’errore e ci dia una mano. Il lavoro che facciamo viene bene se i milanesi ci danno una mano come già stanno facendo con la raccolta differenziata. Se continuano a darci una mano noi facciamo un buon lavoro e la città risulta più pulita con l’aiuto di tutti".
Milano, 7 mar. (Adnkronos) - "La campagna 'Mettici la testa' è mirata principalmente ai cestini, che noi chiamiamo cestoni stradali. A Milano ce ne sono circa 13mila per le strade e 10mila nei parchi. La densità di questi cestini è di 1,7 per abitante, la più alta d’Europa, solo Amsterdam si avvicina. Come dimensionamento e posizionamento ci siamo, abbiamo aumentato la frequenza di svuotamento rispetto al contratto precedente fino ad arrivare a una media di 2,2 svuotamenti al giorno". Così Marcello Milani, amministratore delegato di Amsa, durante la presentazione della campagna 'Mettici la Testa', che ha preso il via a Milano con l’inaugurazione di un’installazione interattiva per portare cittadini, city users e turisti 'dentro' al fenomeno dell’utilizzo improprio dei cestini stradali.
In piazza XXV aprile un enorme contenitore alto circa 7 metri diventa uno spazio di riflessione in cui le persone possono letteralmente 'mettere la testa' e osservare il problema dei conferimenti errati: "L'obiettivo della campagna -prosegue Milani- è ricordare ai milanesi che i cestini vanno utilizzati per i rifiuti prodotti in mobilità durante il passeggio e non per quelli prodotti in abitazione o esercizi commerciali".
"L'utilizzo sbagliato -avverte- comporta il veloce riempimento dei cestini e una mancanza di decoro quando traboccano. Speriamo che chi ha sbagliato rifletta sull’errore e ci dia una mano. Il lavoro che facciamo viene bene se i milanesi ci danno una mano come già stanno facendo con la raccolta differenziata. Se continuano a darci una mano noi facciamo un buon lavoro e la città risulta più pulita con l’aiuto di tutti".
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - "La chimica ha fatto la differenza nel nostro sistema Paese e soprattutto nella rivoluzione economica del nostro paese. La chimica ha fatto il boom economico, la chimica ci ha dato un premio Nobel, la chimica fa la differenza, la chimica è il futuro, la chimica è la qualità del nostro futuro, la chimica ha inquinato, la chimica renderà tutto più sostenibile. Grazie dunque ad Antonio Tajani per saper fare sistema, anzi, 'ecosistema', che significa mettere insieme tutte le forze per proporre un prodotto - abbiamo prodotti di assoluta innovatività - dalla ricerca, all'evoluzione applicata all'industria, alla distribuzione". Lo ha detto il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, intervenendo all'evento, a Villa Madama, 'Innovazione chimica come moltiplicatore di internalizzazione e competitività'.
Accanto a 'ecosistema', la Bernini cita l'importanza di un altro termine, quello di 'multidisciplinarietà': "Direi che la chimica - afferma - è uno dei luoghi della formazione multidisciplinare, dove maggiormente si manifesta l'esigenza di contaminazione culturale. Le università si sono sicuramente strutturate per dare alla chimica uno sfondo multidisciplinare. Ci sono 125 corsi di laurea nelle università italiane dedicate alla chimica, e non sono solo chimica e o scienze chimiche, ma chimica del materiale, chimica della manufacturing, perché la chimica è materiale, voi tutti lo sapete. Il materiale che ci interessa di più in assoluto in questo momento è un materiale in cui noi siamo fortissimi e inimitabili: è la materia grigia, che caratterizza la forza dei nostri ricercatori. C'è la chimica applicata all'industria e all'ambiente, la chimica dell'ambiente, la chimica della sostenibilità, la chimica dell'industria, dell'estetica e della cosmetica, la chimica forense, la chimica nei laboratori, la chimica dello sport, la chimica applicata all'intelligenza artificiale. Tutto questo per dire che la forza del nostro sistema formativo anche quello di avere profonde, strutturatissime radici nel nostro passato, che sono il presupposto del nostro futuro, hanno nella chimica la massima espressione".
Riguardo il mondo dell'università, la ministra sottolinea come adesso, a dispetto del passato, "l'interdisciplinarietà sia essenziale, anzi la' transdisciplinarietà, che deve essere verticale e orizzontale. Bisogna saper lavorare insieme: università, enti di ricerca, imprese, territori, terzo settore, associazionismo, professionisti. Questo è il senso delle infrastrutture di ricerca. Noi abbiamo investito 11 miliardi per creare infrastrutture di ricerca che facciano ancora 'ecosistema'. Cioè che lavorino tutti insieme. Un tempo si diceva che l'università era l'uomo della speculazione, l'impresa l'uomo dell'attuazione. Non è più così. Deve esistere un lavoro e un collegamento immediato tra chi si fa le domande, chi dà le risposte e chi rende queste risposte concrete. E naturalmente oggetto di una distribuzione il più possibile internazionalizzante. Io credo che la parola 'internazionalizzazione' sia molto importante oggi. Proprio perché nessuno può prescindere da una dimensione internazionale. Che non significa destrutturare la natura delle nostre piccole e medie imprese".
"Bisogna dare alle nostre piccole e medie imprese una cifra scientifica di ricerca - conclude la Bernini - perché è importantissimo il collegamento con gli enti di ricerca e soprattutto una struttura Paese che li sappia sopportare. Questo è, secondo me, il luogo giusto per esprimere le proprie potenzialità e soprattutto per consentire quell'interoperabilità, non solamente del capitale tecnologico, ma anche soprattutto del capitale umano, cioè far andare e tornare ricercatori, perché i cervelli non si fermano con le barriere, si fanno tornare con le infrastrutture di ricerca".
Milano, 7 mar. (Adnkronos) - "Quanto sta accadendo oggi ha dell'incredibile! L'unico assessore che ha avuto il coraggio di criticare l'operato della sinistra al governo della città viene fatto fuori dai responsabili della disfatta urbanistica meneghina, il sindaco Sala con la sua amministrazione comunale, che si guardano bene dal presentare le dovute dimissioni". Lo afferma Samuele Piscina, Consigliere comunale di Milano e segretario provinciale della Lega, in merito alle dimissioni di Guido Bardelli, assessore milanese alla Casa. Dimissioni che arrivano dopo il terremoto giudiziario sull'urbanistica.
"Le responsabilità della sinistra comunale, che per più di un decennio ha dettato le regole sull'urbanistica, sono evidenti ormai a tutti e ricadono sulle famiglie che hanno acquistato casa, sui lavoratori e su tutti i milanesi a causa del prezzo delle case in città che schizzerà sempre più alle stelle. Fare di Bardelli, in Giunta da pochi mesi, un capro espiatorio solo perché ha osato criticare l'imperatore Beppe, non risolverà la situazione" aggiunge in una nota.
"A gran voce la Lega continua a chiedere all'amministrazione comunale di fare in passo indietro nell'interesse dei milanesi. Il sistema Milano, inteso come apparato amministrativo di gestione evidentemente incompetente della questione urbanistica, è evidente che non abbia retto e presenti troppi buchi grigi, per nulla trasparenti. Serve cambiamento e a prescindere un commissariamento dell'amministrazione sulla materia urbanistica", conclude Piscina.