L'esposizione, visitabile fino al 24 marzo al Palazzo Sforza Almeni, è curata all’antiquario Alberto Bruschi, esperto della dinastia Medici: si possono ammirare monete rare, dipinti e le ceneri di san Pio V, il Papa che lo incoronò a Roma nel 1570
Erede della dinastia più famosa di Firenze, amministratore dal pugno pugno di ferro e mecenate, trasformò la Toscana in un Granducato: a Cosimo I de’Medici è dedicata la mostra d’esordio del nuovo Museo de’ Medici, inaugurato lo scorso giugno nel cuore del capoluogo toscano, nel Palazzo Sforza Almeni. L’esposizione “Cosimo I. Spolveri di un grande affresco“, visitabile fino al 24 marzo, si arricchisce sempre di più: oltre alle 26 monete dedicate al granduca, da qualche giorno è entrata nella collezione anche una rarissima reliquia di San Pio V, il papa che concesse il titolo di granduca a Cosimo I e che lo incoronò personalmente a Roma nel 1570. Un brandello di veste e di carne del pontefice, dall’altro ceneri compattate dei suoi resti. La cosa sorprendente, spiega il curatore, è che esponendo le ceneri alla luce radente appare visibile l’inconfondibile effige di profilo del papa.
La nuova reliquia è esposta accanto alla pantofola e alla chiroteca – il guanto usato durante le celebrazioni liturgiche – protagoniste dell’esposizione che riunisce opere e oggetti provenienti da collezioni private, quindi raramente esposti in precedenza. Curata dall’antiquario Alberto Bruschi, esperto della dinastia Medici la mostra celebra i 500 anni dalla nascita di Cosimo I. Sotto la sua amministrazione la Toscana diventò uno stato al passo coi tempi: la sua corte ospitò artisti del calibro di Giorgio Vasari, Agnolo Bronzino e Benvenuto Cellini. Fece costruire la fabbrica che doveva ospitare le Magistrature, cioè gli uffici amministrativi dello Stato, che sarebbe poi diventata la Galleria degli Uffizi. Ampliò Palazzo Pitti, facendone la dimora ufficiale dei granduchi e completò il Giardino di Boboli, parco della sua residenza. Per raggiungere facilmente Palazzo Vecchio fece costruire il Corridoio Vasariano, ora parte integrante del museo.
Tra i tanti visitatori della mostra “Spolveri di un grande affresco” anche il mister Giovanni Trapattoni, la comunità cinese Nuova via della seta e il gruppo storico Scannagallo, oltre alle associazioni Pro Loco, il Lions di Palazzo Vecchio e una rappresentanza del Touring Club Italia. Un 2020 ricco di iniziative e appuntamenti: da metà febbraio il museo ospiterà, ogni giovedì, i concerti su strumenti originali del dipartimento di musica antica del conservatorio. Il venerdì, invece, appuntamento con Firenze Alchemica e con l‘Accademia Italiana del Galateo, già attiva in altri musei d’Italia, ha scelto il Museo de’ Medici per portare i suoi corsi di bon ton a Firenze.