Da settimane fa discutere la presenza in gara a Sanremo di Junior Cally, nel mirino non la canzone che canterà al Festival, “No grazie”, ma un brano risalente al 2017 dal contenuto violento e sessista. Al momento la Rai e la direzione artistica non sembrano intenzionati a mettere in atto una censura retroattiva che dovrebbe poi coinvolgere, considerando i testi del passato, altri presenti nella 70° edizione in gara e non solo. Il caso Junior Cally ha suscitato polemiche nel mondo politico, secondo il sito Dagospia alcuni attacchi degli esponenti del centrodestra non sarebbero dovuti a ragioni etiche.
“Il vero motivo? Amadeus avrebbe detto no alla presenza tra i big in gara del discusso Povia e del cantante lombardo Davide Van De Sfross“, scrive lo stesso sito riportando il rumors, chiudendo poi con una domanda di rito: “Sarà vero?“. La mossa coraggiosa, se così si può definire, del presentatore ravennate avrebbe poi avuto ripercussioni? Al momento la notizia non ha ricevuto conferme ma nemmeno smentite. Sempre Dagospia, a dicembre scorso, aveva rivelato la stima del presidente della Rai Marcello Foa proprio verso Giuseppe Povia: ” Il cantante “sovranista” negli ultimi mesi è apparso diverse volte come ospite nei programmi in onda sulle reti Rai, in passato era finito nel mirino per le sue discusse posizioni sull’omosessualità, sui vaccini e perfino sui terremoti. Sembra che il cantante annoveri tra i suoi fan un nome d’eccezione: il presidente della Rai Marcello Foa. Sarà vero?“, si leggeva sul sito di Roberto D’Agostino.
Lo scorso 19 gennaio il caso Cally aveva suscitato la reazione indignata e pubblica del presidente della Rai che in una nota stampa aveva dichiarato: “Scelte come quella di Junior Cally sono eticamente inaccettabili per la stragrande maggioranza degli italiani” e aveva espresso “forte irritazione per scelte che vanno nella direzione opposta rispetto a quella auspicata.” I vertici di Viale Mazzini vivono da settimane molte fibrillazioni interne che hanno portato alla sostituzione di Teresa De Santis a Rai1 con Stefano Coletta, un cambio avvenuto a sole tre settimane dal debutto del Festival. I rapporti tra l’ad Salini e il presidente Foa, secondo i diversi retroscenisti, sarebbero tesi da tempo.