Le mille e una faccia della Cina. Fondazione Prada fa tendenza. Sempre. In un momento in cui la Cina non gode proprio di buona salute inaugura due mostre sull’arte cinese, due must to see. La prima è dedicata alla porcellana cinese d’esportazione in un suggestivo allestimento al quarto piano della Torre progettato da Tom Postma Design, concepito come una stanza nella stanza, rivestite di velluto marrone. Dalle antiche ceramiche della dinastia Ming (1368- 1644) a zuppiere, salsiere e vari oggetti di uso quotidiano che raffigurano forme animali sorprendenti, teste di cinghiale, maiale, pesci, granchi. Fonte d’ispirazione erano anche le ceramiche occidentali prodotte dalla Meissen in Germania e dalla Real Fabbrica do Rato di Lisbona. Si intrattenevano gli ospiti nelle aristocratiche case e allo chef di famiglia veniva chiesto di servire il brodo caldissimo in maniera tale che dalle narici del bue uscisse il vapore. L’effetto era davvero stupefacente. The Porcelain Room è una grande scatola, tutta rivestita d’oro, con 1700 piatti di eccezionale rarità appesi alle quattro pareti e anche al soffitto.
L’immersione nel loro mondo è totale. Si rievoca così la passione collezionistica/maniacale dell’Occidente per le porcellane di fabbricazione cinese. “First order” era un termine attribuito alle prime collezioni da parte dei portoghesi dopo il loro arrivo in Cina. All’inizio del XVI secolo, i portoghesi detengono il primato nel commercio delle porcellana tra la Cina e l’Europa e per primi commissionano oggetti decorati con motivi orientali. I portoghesi saranno anche i primi ad inaugurare la rotta via mare. Fino ad allora esisteva solo la tradizionale via della seta.
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La seconda mostra “Storytelling” sbarca direttamente da Prada Rong Zhai a Shanghai inaugurata nel 2018. Se a Shanghai le opere di Liu interagivano con gli arredi e colori originali della storica residenza del 1918, a Milano i suoi dipinti sono in contrasto con le pareti di cemento e l’architetturaa industriale dell’ex distilleria. Esordisce Liu: “Ogni opera è un mio autoritratto”, sviluppando un universo personalissimo, accessibile ma al contempo impenetrabile. In un dialogo con i maestri del passato da Mondrian a Klimt. Fino al 20 settembre.
P.S. Peccato che l’Atm non abbia consentito di aggiungere alla fermata della metropolitana (linea gialla) Lodi-Fondazione Prada. Qualsiasi altra città del mondo valorizzerebbe al massimo un’eccellenza museale di questa portata. Ricordiamo che l’Atm è una società per azioni di proprietà del Comune di Milano che amministra e gestisce il trasporto pubblico della città. Visto che solo il biglietto a Milano costa due euro. A Napoli dove le metropolitane dell’arte hanno vinto “l’Oscar” del metrò più bello del mondo costa 1.10. Rendere un luogo più comprensibile per accedervi, sopratutto la marea di turisti stranieri in aumento esponenziale in città, è un dovere civile per chi la governa. Mi informano che l’Atm avrebbe sparato una cifra pazzesca. Se meglio indicata (lo stesso vale per il tram 24), la gente prenderebbe più mezzi pubblici (e ne guadagnerebbe l’Atm anche d’immagine). A Londra fan tutti così. La cultura è una cosa meravigliosa, un progetto corale non un orticello individuale.
Ci pensi lei, sindaco Sala, che è un uomo dai lunghi orizzonti. Visto che le Olimpiadi sono alle Porte.