Secondo quanto scrive LeParisien la bambina sarebbe stata vittima di un clamoroso errore medico. In mano ai magistrati che hanno raccolto la denuncia c’è un rapporto di un'autorità medica terza a dir poco schiacciante. I cronisti de LeParisien sottolineano che è raro trovare una così “implacabile franchezza” nell’accusare altri colleghi
Un caso mortale di malasanità. Ma questa volta ospedale e medici nell’occhio del ciclone si trovano in Francia. Mentre la vittima è una bambina di 2 anni deceduta dopo aver ingerito una pila al litio che i sanitari non sono riusciti ad individuare in tempo. La tragica vicenda è iniziata nel luglio del 2016 nel sud est della Francia all’ospedale Femme-Mère-Enfant di Bron (Rodano). Mamma, papà e la piccola Faustine giungono all’ospedale con la bambina che non riesce a mangiare e in preda ad una forte tosse. Per i medici del pronto soccorso si tratta di una banale bronchite. Un paio di medicine e la famiglia se ne torna a casa. Passati due giorni però tosse e mancanza d’appetito sono ancora presenti ed anzi peggiorati. È solo in quel momento che i medici si accorgono di una batteria al litio bloccata nello stomaco di Faustine. Scatta subito un intervento chirurgico d’urgenza, ma dopo un anno di cure e ben altre 27 operazioni Faustine muore.
Due anni e mezzo dopo, nel gennaio 2020, la famiglia viene ascoltata dal giudice istruttore incaricato del fascicolo inerente la morte della figlia depositato nel marzo 2018. Secondo quanto scrive LeParisien la bambina sarebbe stata vittima di un clamoroso errore medico. In mano ai magistrati che hanno raccolto la denuncia c’è un rapporto di un’autorità medica terza a dir poco schiacciante. I cronisti de LeParisien sottolineano che è raro trovare una così “implacabile franchezza” nell’accusare altri colleghi. E oltretutto, sempre, secondo il quotidiano francese, i due medici responsabili della prima errata visita a Faustine si sono anche in parte dichiarati negligenti. La perizia del 29 aprile 2019 insomma denuncia una “diagnosi errata”, un comportamento “incomprensibile” e conclude affermando che nell’ambulatorio del pronto soccorso è avvenuto un “accumulo di diversi errori”. Il medico che esamina la bambina durante la prima visita scrive nel referto “rinofaringite” e “congestione bronchiale”, ma allega una radiografia dove al collo della bimba appare una grande macchia bianca circolare. Solo che nel referto con cui Faustine viene mandata a casa non c’è niente da segnalare, anzi i medici accusati dell’errore mortale testimoniano di aver pensato che sulla lastra all’altezza del collo la bimba avesse “una medaglietta”.
Insomma il comportamento dei due medici appare incomprensibile e ingiustificato quando invece, al contrario, la bambina è stata fatta tornare a casa dai dottori. “La gravità della situazione della paziente era stata classificata livello 4 quando si trattava di emergenza grave” e la sua “dimissione non era giustificata dai sintomi presenti”. Secondo gli esperti la bimba è rimasta per due giorni con la batteria riempita di litio in gola e il veleno a diffondersi in tutto il corpo provocandole danni irreparabili.