L’esame inizierà il 17 giugno 2020 con lo scritto di italiano, e il giorno successivo sarà quello della seconda prova. E oggi la ministra della Scuola Lucia Azzolina ha annunciato su Instagram le materie. Come l’anno scorso, la prova è doppia, fatta eccezione per i corsi di studio che hanno una sola disciplina caratterizzante. Classico e Scientifico dovranno quindi affrontare rispettivamente Greco e Latino e Matematica e Fisica.
“Per una volta voglio cominciare dai Professionali“, ha esordito l’Azzolina presentando le materie. Per l’indirizzo Enogastronomia e ospitalità alberghiera, articolazione Enogastronomia, le materie saranno Laboratorio di servizi enogastronomici-cucina e Scienza e cultura dell’alimentazione. All’Istituto per i Servizi per l’agricoltura, i ragazzi avranno Valorizzazione delle attività produttive e legislazione di settore ed Economia agraria e dello sviluppo territoriale. Al Tecnico per il Turismo ci saranno Discipline turistiche e aziendali e Lingua inglese. Al Tecnico indirizzo Informatica, Sistemi e reti e Informatica. È possibile consultare le altre materie direttamente sul sito del Miur (qui).
Le novità della maturità 2020 – Ricompare il tema storico – assente l’anno scorso – e per il colloquio orale viene eliminato il sorteggio delle tre buste. Il colloquio sarà infatti pluridisciplinare: ciascuna commissione predisporrà i materiali di partenza da sottoporre agli studenti: potranno essere un testo, un documento, un’esperienza, un progetto, un problema. Il lavoro dei commissari si baserà su quanto studiato dai ‘maturandi’ nel loro percorso: farà fede il documento predisposto dai docenti. Al momento dell’inizio della prova, la commissione sottoporrà uno spunto al candidato, che rappresenterà un momento di avvio del colloquio.
Infine, per l’ammissione all’esame di Stato 2019/2020, diventa obbligatorio avere sostenuto le prove scritte Invalsi che valutano i livelli di apprendimento durante l’ultimo anno scolastico. Era già previsto dal decreto legislativo sulla revisione degli esami di Stato del 2017, nell’ambito dalla legge sulla Buona Scuola, ma l’ex ministro dell’Istruzione Bussetti l’anno scorso aveva deciso di rinviarne l’obbligo di un anno. Ora dunque si è imposta l’applicazione, per evitarla era necessaria una nuova norma che avrebbe dovuto modificare il decreto del 2017.