Tecnologia

Amazon Ring, il videocitofono smart traccia gli utenti tramite l’app per Android?

Alcuni attivisti per i diritti digitali hanno scoperto che la versione per Android dell'app Ring, che serve per interfacciarsi col videocitofono smart Amazon Ring, traccerebbe in realtà gli utenti, trasmettendo diverse informazioni a terze parti, tra cui, guarda caso, Facebook.

La versione per sistemi operativi Android dell’app Ring che serve per interfacciarsi con i videocitofoni smart omonimi di Amazon, spierebbe i propri utenti. Questo almeno è quanto emerge da uno studio condotto dalla Electronic Frontier Foundation, un’associazione non profit di avvocati e attivisti che si occupa di diritti digitali. Stando ai dati riportati dalla EFF l’app Ring sarebbe piena di tracker che inviano informazioni sensibili tra cui nomi, indirizzi IP, operatori di rete mobile, identificatori univoci e informazioni raccolte dai sensori dello smartphone, a quattro società di analisi e marketing: Facebook, Branch, MixPanel e AppsFlyer.

In particolare, secondo la EFF, l’app comunicherebbe i dati a Facebook tramite l’API Graph, “lo strumento principale per ottenere i dati dentro e fuori dalla piattaforma di Facebook” e utilizzata dalle app di terze parti per eseguire query su dati, pubblicare storie, gestire annunci, aggiungere foto e gestire altre attività. Insomma, se i dati raccolti dalla EFF fossero confermati, Facebook continuerebbe a predicare bene e razzolare male, da un lato introducendo sul social network nuovi strumenti volti ad aumentare la privacy degli utenti e diminuire i dati condivisi e dall’altro prendendosi quegli stessi dati in altro modo, ma sempre con poca o nulla trasparenza.

Allo stesso modo anche Amazon, dopo i recenti scandali legati alla conservazione e all’analisi dei brani registrati dai propri smart speaker e la vendita alle Forze dell’Ordine delle proprie tecnologie di riconsocimento facciale, continuerebbe in qualche modo a rastrellare i dati sensibili degli utenti, senza informare adeguatamente i diretti interessati.

Interrogata in merito dai colleghi di BleepingComputer, Ring ha rilasciato una dichiarazione tramite un proprio portavoce: “Come molte aziende, Ring utilizza fornitori di servizi di terze parti per valutare l’utilizzo della nostra app mobile, in modo da poterne migliorare le funzionalità, ottimizzare l’esperienza d’uso e valutare l’efficacia del nostro marketing. Ring garantisce che l’uso dei dati da aprte dei fornitori di servizi di terze parti è limitato contrattualmente a scopi appropriati come la prestazione di questi servizi per nostro conto e non per altri scopi”, come riportato anche nella sezione “Condivisione delle informazioni” del documento sulla sua Informativa sulla privacy.