I Dem hanno bisogno del voto di almeno quattro membri del Grand Old Party: Susan Collins e Mitt Romney hanno già confermato il loro supporto alla richiesta dei blu, mentre Lisa Murkowski non ha ancora sciolto la riserva. Se quest'ultima dovesse dare l'ok, si configurerebbe una situazione di parità, 50 a 50. A decidere, in quel caso, sarebbe il voto del giudice capo della Corte Suprema, John Roberts
Il tentativo dei Democratici di portare a testimoniare John Bolton nel processo d’impeachment contro il presidente Donald Trump è praticamente fallito. Il motivo è la decisione della senatrice repubblicana Lisa Murgowski, che ha annunciato che voterà no alla richiesta dem di sentire nuovi testimoni. La notizia è stata riferita dalla Cnn e, se confermata, i democratici non avranno i voti sufficienti per far passare l’istanza. Ciò non toglie che negli Stati Uniti inizia una giornata campale per le sorti politiche del tycoon, con i Democratici che puntavano a ottenere il via libera per ascoltare le parole dell’ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale, John Bolton, che nel suo libro in uscita, secondo le anticipazioni del New York Times, rivela che Trump gli chiese di tenere fermi gli aiuti militari all’Ucraina fino a quando il governo di Kiev non avesse accettato di indagare sui Biden. Per portare nuovi testimoni al Congresso, eventualità che allungherebbe il processo di almeno 7-10 giorni, i Dem avevano bisogno del voto di almeno quattro Repubblicani: Susan Collins e Mitt Romney hanno già confermato il loro supporto alla richiesta dei blu, ma il no di Lisa Murkowski ha di fatto affossato il tentativo dem.
La conta dei voti: Alexander rimane con il Gop, rischio parità
Con Romney e Collins che voteranno a favore e l’altro moderato, Lamar Alexander, che invece rimarrà fedele alle posizioni del Grand Old Party, sono 49 su 100 i membri del Senato a schierarsi con i Democratici. Rimane però incerto il voto di Murkowski, la moderata repubblicana che non ha ancora rivelato le proprie intenzioni. Nel caso in cui si accodasse ai compagni di partito Romney e Collins, il voto darebbe una situazione di parità, 50 a 50. In questo caso, sarebbe il giudice capo della Corte Suprema, John Roberts, a dover emettere il voto decisivo, ma per lui sarebbe molto pericoloso esporsi ad una scelta che, in un senso o nell’altro, sarebbe vista come politicizzata. Così, in caso di astensione del giudice, il voto varrebbe come un ‘no’.
I Repubblicani si dicono infatti tranquilli, ritenendo questo scenario poco probabile. Se le cose dovessero andare come spera la maggior parte del Gop, a spuntarla sarebbe la strategia del leader Mitch McConnell che nei giorni scorsi, in incontri privati con i senatori tentati di votare per sentire i testimoni, ha messo in guardia dal rischio di aprire un “selvaggio West” in cui i Democratici avrebbero potuto prolungare il processo per settimane. “Credo che la gente abbia iniziato a capire che non si trattava di un solo testimone e che poteva finire con mesi di ritardo”, ha detto il senatore del Texas, John Cornyn. In questo caso, i Repubblicani punterebbero a chiudere la pratica il prima possibile, arrivando al voto finale, con assoluzione scontata, entro la serata di venerdì o la mattina di sabato.
Nyt: “Trump chiese a Bolton di fare pressioni su Kiev due mesi prima della telefonata a Zelensky”
A dare un’ultima spinta al tentativo in extremis dei Dem di ascoltare nuovi testimoni arriva, venerdì, una nuova rivelazione del Nyt, sempre tratta dal nuovo libro di Bolton, secondo cui, oltre due mesi prima di chiedere al presidente ucraino di indagare i Biden, Donald Trump ordinò al suo Consigliere per la sicurezza nazionale di aiutarlo nelle sue pressioni su Kiev nel corso di una riunione nello Studio Ovale alla quale parteciparono il capo dello staff, Mick Mulvaney, l’avvocato personale di Trump, Rudy Giuliani, e l’avvvocato della Casa Bianca, Pat Cipollone, che guida il team difensivo nel processo di impeachment.
All’inizio dello scorso maggio, secondo il Nyt, Trump disse a Bolton di chiamare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che aveva appena vinto le elezioni, per assicurarsi che avrebbe incontrato Giuliani. L’avvocato stava pianificando un viaggio in Ucraina per discutere delle indagini che stavano a cuore al tycoon. Ma Bolton non fece mai quella telefonata. I Dem sfrutteranno questa ultima rivelazione per cercare di portare dalla loro parte gli ultimi due Repubblicani mancanti per poter far sedere Bolton al banco dei testimoni: “Stiamo valutando queste opzioni, se possiamo cambiare le regole, quali mozioni possiamo presentare. Non andremo via in silenzio nella notte”, ha detto uno dei senatori blu. Adam Schiff, il deputato democratico che guida l’accusa nel processo per impeachment a Donald Trump, ha intanto proposto di limitare l’eventuale deposizione in Senato di nuovi testimoni a una settimana, in modo da aggirare i timori di uno slittamento sine die del procedimento avanzate dai repubblicani.