“No al biologico nelle nuove linee guida per la ristorazione scolastica”: è la denuncia che arriva dall’Associazione italiana agricoltura biologica dopo aver letto la bozza redatta dal ministero del Salute. “Nel documento non c’è la valorizzazione del prodotto biologico. L’Europa ci chiede un cambio di marcia. Nella bozza delle linee guida si parla di rispettare le caratteristiche merceologiche ma non si riconosce né il valore nutrizionale né la purezza alimentare che questo prodotto offre”, spiega Paola Trionfi dell’Aiab. Dal ministero diretto da Roberto Speranza per ora rispondono che “i testi definitivi non sono ancora pronti”.
Una giustificazione che non soddisfa Trionfi: “Speriamo di contribuire a definire maggiormente le linee guida. Non abbiamo alcuna pretesa ma vogliano fare delle osservazioni sul testo che abbiamo avuto l’opportunità di esaminare. Va pensata una filiera dedicata nella ristorazione collettiva”. Nei giorni scorsi intanto l’Aiab in un comunicato ha espresso con parole chiare la sua posizione: “Nel documento del ministero il biologico è trattato in modo confuso, non ne viene riconosciuto né il valore nutrizionale definito un falso mito, né la sicurezza alimentare data da assenza di residui e di pesticidi, non viene inoltre riconosciuta la garanzia della certificazione e il contributo ambientale di lotta ai cambiamenti climatici. Non è la stessa cosa parlare di prodotti tipici, di filiera corta, di produzione integrata e di produzione biologica, è profondamente sbagliato metterle sullo stesso piano soprattutto poiché il servizio è destinato a una fascia di popolazione più fragile per età o per motivi di salute”.
Per l’Aiab viene di fatto scarsamente valorizzata la legge sulle ‘Mense biologiche certificate’, la prima iniziativa che ha portato a investimenti economici in questa direzione, riconoscendo il lavoro svolto nel nostro Paese da Comuni, genitori, cuochi e produttori e confermando e valorizzando l’azione dei Cam. “Queste linee guida – dice Antonio Corbari, presidente di Aiab – ci sembrano ignorare questi principi e sono senz’altro un brutto scivolone del nostro governo e nello specifico del ministero che dovrebbe occuparsi di tutelare la salute sei suoi cittadini, che evidentemente oltre a non essere a conoscenza delle evidenze scientifiche degli effetti dei pesticidi sui più piccoli, sembra non tenere in nessun conto la direzione che l’Europa ha appena indicato”.
“Non solo ignora il Green New Deal – prosegue Corbari – ma anche il fatto che per la riforma della Pac si discute di favorire lo sviluppo dell’agricoltura biologica come strumento di contrasto ai cambiamenti climatici. Insomma l’inserimento di prodotti biologici nella ristorazione collettiva è volano di sviluppo soprattutto locale, di un metodo che garantisce prodotti sani e buoni per chi li mangia e per l’ambiente in cui sono coltivati. Ci domandiamo: qual è la ragione per andare nella direzione opposta a questi principi?”, si chiede Corbari.