La nave della ong Proactiva con 134 naufraghi a bordo rimase ad agosto per 19 giorni in mare, prima di riuscire a sbarcare a Lampedusa. Per il leader della Lega è la terza richiesta di rinvio a giudizio: il prossimo 12 febbraio l'Aula del Senato deciderà sul caso Gregoretti
Dopo il caso Diciotti e con la vicenda Gregoretti ancora non conclusa, ecco che per Matteo Salvini si apre il fronte Open Arms. È lo stesso segretario federale della Lega ad annunciarlo: “Mi è arrivata un’altra richiesta di processo perché ad agosto ho bloccato lo sbarco di clandestini dalla nave di una Ong spagnola. Ormai le provano tutte per fermare me e impaurire voi: vi prometto che non mollo e non mollerò, mai”. Il caso di cui parla il leader del Carroccio è quello relativo alla Open Arms, la nave della ong Proactiva che ad agosto scorso rimase in mare per più di due settimane con 134 naufraghi a bordo (gli ultimi a scendere toccarono terra dopo 19 giorni) perché l’allora ministro dell’Interno Salvini vietò lo sbarco in un porto italiano sicuro. Era la metà di agosto, il governo Lega-M5s era a un passo dal baratro, i rapporti tra gli alleati ormai compromessi. Per la Open Arms la svolta arrivò il 21 agosto, il giorno successivo alle dimissioni del premier Giuseppe Conte, che sancirono di fatto la fine dell’esecutivo giallo-verde: gli ultimi 83 migranti furono fatti sbarcare a Lampedusa dopo 19 giorni passati in navigazione. A sbloccare la situazione era stato il sequestro dell’imbarcazione, disposto dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, che aveva di conseguenza ordinato l’entrata in porto della Open Arms.
LA VICENDA DICIOTTI E L’AIUTO DEL M5S – Non era stata la prima volta che Salvini aveva vietato l’attracco alle navi delle ong cariche di migranti soccorsi in mare, decisione che nell’arco di qualche mese sono diventate richieste di rinvio a giudizio a carico dell’ex vicepremier. La prima era arrivata quando era ancora ministro dell’Interno e riguardava il caso Diciotti. Il Movimento 5 stelle con un voto sulla piattaforma Rousseau decise di salvare l’allora alleato di governo e il Senato negò l’autorizzazione a procedere. Mentre, dopo polemiche e rinvii, il prossimo 12 febbraio alle 9.30 l’Aula del Senato esaminerà la richiesta di processo per Salvini sulla vicenda della nave militare Gregoretti. In questo caso, gli ex alleati del M5s hanno già annunciato che voteranno a favore della richiesta di processo.
LE ACCUSE SULLA GREGORETTI – Nel caso della nave Gregoretti, secondo il Tribunale dei ministri di Catania, non c’era alcun interesse pubblico o rischio per l’ordine pubblico che potessero giustificare la decisione di impedire lo sbarco dei 131 migranti che dal 25 al 31 luglio 2019 sono rimasti a bordo dell’imbarcazione della Guardia Costiera. Situazione aggravata ulteriormente, tra le altre cose, dalla presenza di minori non accompagnati a bordo e dal fatto che si trattava di un’imbarcazione militare e, quindi, non soggetta alle nuove direttive previste dei decreti Sicurezza. Salvini è indagato, infatti, per sequestro di persona, aggravato dalla qualifica di pubblico ufficiale, dall’abuso dei poteri inerenti le funzioni esercitate, nonché per avere commesso il fatto anche in danno di soggetti minori d’età.
IL NUOVO CASO OPEN ARMS – Sono il sequestro di persona e l’omissione di atti d’ufficio i reati per cui il tribunale dei ministri di Palermo ha chiesto al Senato l’autorizzazione a processare il leader della Lega Matteo Salvini per la vicenda della nave spagnola Open Arms. I giudici a novembre scorso ricevettero dalla Procura del capoluogo la richiesta di procedere a indagini preliminari nei confronti dell’ex ministro dell’Interno. Nel provvedimento, con il quale il tribunale ha sostanzialmente accolto le indicazioni dei pm palermitani, si ripercorre in 110 pagine la vicenda e si afferma l’obbligo di prestare soccorso in mare. I giudici definiscono non politico ma “amministrativo” l’atto di vietare l’approdo ai migranti deciso da Salvini.