“In questo Paese a causa della mia disabilità non posso frequentare l’università”. Tommy Colasanto, 25enne di Terlizzi, è tetraplegico dalla nascita. Sua madre lo ha abbandonato “perché non voleva che io nascessi”, anche il padre non ha voluto occuparsi di lui: “Ero completamente solo al mondo”. È stato affidato alla nonna che però in questi ultimi anni “ha detto di non potersi prendere cura di me”. Nel frattempo Colasanto ha ottenuto “con tanta fatica” la maturità classica: “Mi sono innamorato dello studio, in particolare della filosofia. E ora vorrei laurearmi”. Un sogno che però al momento non può realizzare, per colpa della mancanza di assistenza e supporto nelle università italiane che a frequentato, da Bari a Bologna e Modena.
“Mi sono iscritto alla facoltà di filosofia di Bari dove ho superato già diversi esami col massimo dei voti. Tuttavia, mia nonna e mia zia non potevano più aiutarmi fisicamente negli spostamenti e il sistema di tutoraggio offerto per gli studenti nelle mie condizioni era praticamente inesistente”, spiega il 25enne. Difficoltà enormi sia dal punto di vista organizzativo che logistico. “I treni – racconta – non sono abilitati per ragazzi con disabilità: per arrivare in Università per dare gli esami o altro, dovevo avvisare la stazione di Bari Nord almeno una settimana prima“. Poi, durante l’anno accademico 2016/2017, l’affiancamento a tutor “totalmente inadempiente”. “Non mi supportava nello studio e mi lasciava ad attenderla per ore”, ricorda Colasanto. Inoltre, “mancava un’aula dedita ai servizi di tutoraggio. Ho fatto presente le inadempienze della tutor chiedendo un cambio, ma mi è stato risposto in maniera negativa”.
Una situazione che l’ha costretto a cambiare ateneo: “Sono partito per Bologna per continuare a inseguire il sogno della laurea in filosofia, fiducioso nella fama di questa importante università. Ho vinto una borsa di studio presso l’ente Er-GO“. Ma, una volta arrivato a Bologna, Colasanto ha capito che “per quelli come me, in Italia, non è lecito sognare. I referenti della disabilità dell’università non hanno mai esplicitato nero su bianco quali fossero i loro servizi e non mi è stata garantita la necessaria assistenza nella cura della mia persona con volontari che a volte mi hanno lasciato senza pasti“. “Ho chiesto più volte aiuto alla referente della disabilità – racconta il 25enne – ma la situazione non è cambiata”. “L’Unibo non ha ben compreso la mia condizione e mi ha mandato in un’altra regione senza riservarmi un posto in quanto studente con disabilità. Ho chiesto aiuto a un amico, essendo abbandonato dall’istituzione e ho sostenuto il test detto TOLC-SU all’università di Siena, che ho superato a pieni voti”.
Da Bologna a Siena, infine a Modena. “Per non perdere la borsa di studio però mi sono iscritto a Modena alla facoltà di Storia e cultura contemporanea. Anche lì – spiega Colasanto – non mi è stato garantito l’accompagnamento della tratta che va dal campus alla stazione e per me era impossibile andare da solo. L’attività di tutoraggio è solo all’interno dell’ateneo. Sono rimasto iscritto a Modena per ottenere la borsa di studio ma non riesco a frequentare l’università e sono stato costretto a tornare a casa“. Da qui l’appello del giovane: “Sono completamente solo e chiedo aiuto non solo per me, bensì per tutte quelle persone nella mia condizione. Aiutatemi a realizzare il mio sogno, a fare in modo che io possa sentirmi, per una volta nella vita, un po’ simile agli altri”.
Un appello che è stato raccolto dall’avvocato Giulio Giglio: “Ho appreso la drammatica vicenda di Tommy Colasanto e l’ho contattato offrendomi di assisterlo pro bono, rinunciando dunque a qualsivoglia compenso, affinché i suoi diritti potessero ricevere adeguata tutela. Ho già presentato formale esposto alla Regione Puglia e al Comune di Terlizzi, diffidandoli ad adempiere quanto prima, risolvendo le problematiche segnalate e consentendo così al mio assistito di poter esercitare a pieno il proprio diritto allo studio. Ho inoltre chiesto l’intervento del Garante dei diritti delle persone con disabilità“. “Tommy – continua l’avvocato – non chiede mera pietà: esige il rispetto dei propri diritti. Diritti che trovano tutela non solo nella legislazione ordinaria ma anche nella normativa europea ed internazionale”. Colasanto vorrebbe poter nuovamente frequentare l’Università di Bari, auspicandosi però che gli venga garantita una maggiore assistenza.