All’alba di martedì un agente di polizia locale si è ucciso a Palazzolo, comune di 20mila abitanti in provincia di Brescia. Si è sparato con la pistola di ordinanza, vicino alla sede dove lavorava. Aveva 44 anni. Qualche giorno fa era finito fra le polemiche per aver parcheggiato l’auto della polizia in un posto riservato ai disabili a Bergamo vicino ad una sede universitaria. L’agente era stato preso di mira sui social, si era scusato e si era anche multato. Sull’indagine vige il massimo riserbo e al momento non si sa ancora se l’uomo abbia lasciato un biglietto per spiegare i motivi del gesto. Gli investigatori stanno analizzando gli attacchi social che l’uomo ha ricevuto su Facebook, che sembra siano continuati ad arrivare anche dopo le sue scuse.
Il sindaco di Palazzolo, Gabriele Zanni, ha detto che il suicidio del vigile “è un fatto che ha scosso tutti in maniera forte, è un fallimento umano e professionale per tutti; in primis, per non aver recepito se c’erano delle avvisaglie”. Il primo cittadino aggiunge che è “inutile stare a indagare o a capire quali erano le motivazioni. E’ una grande tragedia e un grande dolore per tutti. Nessuno si poteva immaginare o aspettare qualcosa di simile”.
Il 24 gennaio il presidente della sezione bergamasca dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic), aveva fotografato l’auto della polizia locale usata da Palazzolo in sosta nel parcheggio riservato ai disabili e aveva pubblicato la foto su Facebook. Il post aveva scatenato molti commenti indignati e il vigile aveva ammesso di aver sbagliato, scrivendo anche una lettera di scuse: “Non ho parole per esprimere il mio rammarico. Non era mia intenzione, ma purtroppo mi sono confuso con la segnaletica. La prego di accettare le mie scuse sincere e di continuare a riporre fiducia nel nostro lavoro e nelle istituzioni”.
Il 44enne inoltre si era multato con 100 euro donati all’Anmic. L’associazione aveva risposto con un altro post, dichiarando che i soldi sarebbero stati utilizzati per il “fondo abbattimento delle barriere architettoniche” e accettando le scuse “con sincerità”. Ora, dopo il suicidio dell’agente, Manzoni ha detto che non voleva “trasformarlo in un mostro” e che “probabilmente c’è dell’altro che lo ha portato” a uccidersi. Inoltre, era previsto un incontro con lui nei prossimi giorni.