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Coronavirus, si aggravano i due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani. Controlli della temperatura estesi a tutti i voli internazionali

Primo decesso a Hong Kong, un contagio in Belgio. Il 17enne che non è potuto rientrare con i connazionali è risultato negativo al test, quindi non è infetto: Farnesina al lavoro per farlo rientrare. Allarme in Giappone, dove una nave da crociera è ferma con a bordo 3.700 persone: un passeggero è risultato positivo al virus e altri 8 mostrano segni di contagio

Prognosi riservata per i due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma perché positivo al test: l’ultimo bollettino medico diffuso dall’ospedale parla di un “aggravamento” dovuto a un’insufficienza respiratoria. Intanto i morti per il virus salgono a 425, 64 dei quali nelle ultime ventiquattr’ore nella provincia di Hubei. Oltre 20.400 i contagi. Si registra anche la prima vittima ad Hong Kong, mentre 3.711 persone a bordo di una crociera sono finite in quarantena nella baia di Yokohama in Giappone. Primo contagio in Belgio: tra i nove cittadini rimpatriati domenica sera da Wuhan, una persona risulta infetta ed è in cura all’Ospedale universitario Saint-Pierre di Bruxelles. Secondo l’Oms “non è ancora una situazione di pandemia“, ma solo una situazione di “focolai multipli” e accusa: “i Paesi ricchi non condividono abbastanza informazioni sui casi”. In Italia si alzano le misure di sicurezza: controlli della temperatura corporea a tappeto in tutti gli aeroporti per chi arriva con un volo dall’estro, anche dai Paesi europei.

La coppia di turisti cinesi è in terapia intensiva – L’Istituto Spallanzani ha fornito un ultimo aggiornamento sulla situazione della coppia di turisti cinesi positiva al test: “Nelle ultime ore hanno avuto un aggravamento delle condizioni cliniche a causa di una insufficienza respiratoria, come segnalato nei casi fino ad ora riportati in letteratura – si legge nel bollettino medico – Pertanto è stato necessario un supporto respiratorio in terapia intensiva: sono sottoposti a tutti le cure farmacologiche del caso, compresi farmaci antivirali sperimentali“. Per questo i medici che li hanno in cura riservano la prognosi. Invece stanno bene le altre 20 persone entrate in contatto con la coppia, i turisti che viaggiavano con loro. L’Istituto specializzato in malattie infettive fa sapere anche che 26 persone sono state dimesse perché risultate negative al coronavirus, mentre altre 11 persone sono state ricoverate e sono state sottoposte al test. Attenzioni speciali per tutti i pazienti cinesi ospitati nell’istituto, assistiti a cui vengono serviti pasti tipici della cultura cinese e sono assistiti da mediatori volontari.

“Controlli in tutti gli aeroporti italiani” – I controlli con i termoscanner per misurare la temperatura corporea dei passeggeri sono stati estesi a tutti i voli internazionali, inclusi quelli europei, in arrivo negli aeroporti italiani. Unica eccezione, i voli nazionali. Ogni scalo installerà gli scanner nelle aree ritenute più idonee: nella maggior parte dei casi saranno messi alle uscite o nell’area controllo passaporti. Negli aeroporti senza la strumentazione, ha fatto sapere il commissario Borrelli, i controlli saranno effettuati da volontari medici e paramedici della Cri e di altre associazioni di Protezione Civile con i termometri a pistola.

La denuncia dell’Oms – I Paesi ricchi, secondo il direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus, non condividono abbastanza informazioni sul Coronavirus: “Dei 176 casi segnalati al di fuori della Cina finora – spiega durante un briefing tecnico sul virus al consiglio di amministrazione delle Nazioni Unite – l’Oms ha ricevuto moduli completi per solo il 38% dei casi. Alcuni Paesi ad alto reddito sono molto indietro nel condividere questi dati vitali con l’Oms”.

Il caso del 17enne italiano – Lo studente, in Cina per un soggiorno di lungo termine grazie al programma Intercultura, era rimasto a terra perché gli era stata trovata una temperatura corporea di 37.7, verificata sia dalla parte cinese sia dai medici italiani giunti a Wuhan per il rimpatrio. Il ragazzo è attualmente in un hotel nella città focolaio dell’epidemia. Il test, fatto questa mattina in un ospedale universitario di Wuhan, ha dato un esito negativo, lasciando aperta la più rassicurante opzione della febbre da raffreddore. Intanto il ragazzo ha contattato i suoi parenti a Grado (Gorizia) e durante un collegamento via Skype ha detto di essere “seguito molto bene. Si vede – ha aggiunto – che doveva andare così e dovevo fermarmi ancora un po’”. La Farnesina è già al lavoro per riportarlo a casa. La direttrice del liceo artistico frequentato dal diciassettenne ha annunciato di aver predisposto un piano “per un rientro sereno a scuola, che tuteli innanzitutto la salute del ragazzo”. Intanto Twitter e Ministero della Salute si sono alleati contro le fake news che stanno proliferando in questi giorni di emergenza. Da oggi infatti il sito di microblogging indirizzerà ogni ricerca e hashtag al Ministero della Salute.

Primo morto a Hong Kong – Si tratta di un uomo che si era recato a Wuhan, focolaio dell’infezione, il 21 gennaio, prima di tornare a casa il 23 gennaio. Il suo era il 13esimo caso, sui 15 totali, di contagio nell’ex colonia dopo che la scorsa settimana era stato all’ospedale Queen Elizabeth avvertendo dolori muscolari e febbre, e finendo in isolamento. Il Centro per la Protezione della salute ha detto che l’uomo non aveva visitato strutture sanitarie o mercati nel periodo di incubazione del virus. Il personale medico intanto lunedì ha iniziato un pacchetto di 5 giorni di sciopero contro il rifiuto del governo locale di chiudere la frontiera con la Cina per contenere la diffusione dell’epidemia. Una situazione che ha portato anche i servizi ospedalieri di emergenza a finire sotto pressione per carenza di personale, tanto da risultare “gravemente colpiti”, secondo la Hospital Authority, che ha sollecitato i pazienti con patologie non gravi a consultare ospedali o cliniche private.

“Rimosso il vicepresidente della Croce Rossa di Hubei”– In Cina, La Commissione per l’ispezione disciplinare, cioé l’anticorruzione provinciale del Partito comunista cinese, il vicepresidente della Croce rossa della provincia di Hubei, la zona dove si è sviluppato il focolaio di coronavirus, è stato rimosso dal suo incarico per non aver gestito in modo appropriato donazioni di materiale e denaro destinati alla prevenzione e al controllo dell’epidemia. Secondo il China Daily, l’ex vicepresidente Zhang Qin è inoltre accusato di “cattiva condotta” relativa alla trasparenza delle informazioni. Anche altri due funzionari, Chen Bo e Gao Qin, hanno ricevuto un richiamo. La Croce rossa di Hubei è stata criticata la scorsa settimana per donazioni erroneamente assegnate, tra cui maschere chirurgiche e altri dispositivi di protezione. Intanto l’Alta corte del popolo della provincia di Heilongjiang, nella Cina nord-orientale, ha pubblicato un avviso urgente per reprimere i crimini legati al coronavirus: secondo quanto riportato dal Global times, chi diffonde il virus intenzionalmente e mette in pericolo la sicurezza pubblica può essere condannate a morte. Invece, rischiano fino a 15 anni di carcere le persone che diffondono fake news, per promuovere la secessione dalla Cina, minare l’unità nazionale o incitare la sovversione del potere statale o il rovesciamento del sistema socialista.

La nave in quarantena in Giappone – I timori delle ultime ore in Asia si concentrano sul Giappone, costretto a fronteggiare un emergenza a bordo della nave da crociera Diamond Princess della Carnival Japan, ferma nella baia di Yokohama con 3.711 persone a bordo. La nave è tornata nel Paese dopo che un passeggero 80enne, già sbarcato, è risultato positivo al nuovo coronavirus. A bordo, hanno dichiarato le autorità, varie persone sono malate, ma nessuna è sinora risultata positiva al coronavirus. Prima di tornare in Giappone, la nave da crociera ha fatto tappa in vari porti, tra cui Hong Kong. Sulla nave è salito personale sanitario che sta effettuando controlli sui 2.666 passeggeri e 1.045 membri dell’equipaggio. La partenza della nave da Yokohama sarà ritardata di almeno 24 ore, a mercoledì o anche dopo, ha detto Carnival Japan.

Tedeschi e britannici via dalla Cina. Il governo britannico ha suggerito ai connazionali presenti in Cina di lasciare il paese: “I consolati generali a Wuhan e Chongqing sono chiusi, se vi trovate in Cina e siete in grado di partire, dovreste farlo”, si legge in una nota del Foreign Office, in cui si aggiunge che “le persone più anziane e quelle con problemi clinici pre-esistenti rischiano maggiormente” di contrarre il virus. “Alcune compagnie aeree sono ancora operative, ma nelle prossime settimane potrebbe essere più difficile partire”. Anche la Germania ha rivolto lo stesso invito ai suoi cittadini ancora in cina, non solo per il rischio di contagio da coronavirus ma anche per le “crescenti restrizioni” nella normale mobilità, dai viaggi in treno ai voli, che potrebbero rendere poi impossibile partire. Il ministero degli Esteri sottolinea tra l’altro che il rischio sanitario è valutato come “elevato” e “le enormi richieste” nei confronti del sistema sanitario cinese “possono portare a restrizioni nell’assistenza medica”.