Lo fa sapere Mediterranea Saving Human sottolineando che la nave è "finalmente libera". L'imbarcazione era sotto sequestro nel porto di Licata dal 3 settembre scorso
Era stata sequestrata il 3 settembre scorso, tra le polemiche. Oggi il tribunale di Palermo ha ordinato il dissequestro della nave Mare Jonio. Lo fa sapere Mediterranea Saving Human sottolineando che la nave è “finalmente libera”. L’imbarcazione era sotto sequestro nel porto di Licata. “La decisione del giudice civile di Palermo – afferma la presidente dell’associazione Alessandra Sciurba – ripristina finalmente la legalità dopo un sequestro illegittimo durato mesi“.
La decisione dei giudici, dopo la richiesta di archiviazione dell’indagine nei confronti del capomissione e del comandante della nave “è un altro fondamentale passo verso la cancellazione dal basso dei decreti Salvini” prosegue Sciurba sottolineando che “viene sancito ancora una volta quel che abbiamo sempre affermato: il diritto e i diritti delle persone sono sempre state la nostra bussola mentre i governi europei, quello italiano in testa, li hanno traditi e oltraggiati nel Mediterraneo per propaganda e calcoli politici sulla pelle di migliaia di uomini, donne e bambini”. La nave “è libera e adesso vogliamo tornare in mare al più presto a salvare i profughi” conclude Sciurba lanciando una campagna di raccolta fondi per consentire alla nave di riprendere le operazioni di ricerca e soccorso.
“Viene sancito – prosegue Sciurba – ancora una volta quello che abbiamo sempre affermato: il diritto e i diritti delle persone sono sempre state la nostra bussola, mentre i governi europei, quello italiano in testa, li hanno traditi e oltraggiati nel Mediterraneo per propaganda e calcoli politici, giocati sulla pelle di migliaia di donne, uomini e bambini. Il governo attuale – conclude la presidente di Mediterranea – non ha avuto il coraggio di fare politicamente quello che un tribunale oggi ha ritenuto essere l’unica cosa giusta. La nostra nave è libera, e adesso vogliamo tornare in mare al più presto, a salvare i profughi di una guerra terribile dall’annegamento e dalle catture delle milizie libiche, a salvarci, insieme alle altre navi della società civile, da scelte criminali e velenose come quelle del rinnovo del memorandum con la Libia. Ma per farlo, abbiamo bisogno di tutto il sostegno dei nostri equipaggi di terra”. Mediterranea lancia infatti “a partire da oggi una campagna straordinaria di raccolta fondi per finanziare l’imminente missione in mare dopo la sosta forzata di cinque mesi”.