“Molti giocatori si nascondono e vivono nella paura. Temono insulti dentro e fuori dal campo. Dobbiamo reagire, utilizzando l’istruzione come una forza per un cambiamento positivo”. Sono le parole del centrocampista della Sampdoria, Albin Ekdal, che in un videomessaggio rivolto al convegno “Sport vs omofobia, una partita da vincere” al Parlamento europeo, organizzato dalla capodelegazione del M5s, Tiziana Beghin, denuncia le difficoltà in cui si trovano molti calciatori nel dichiarare apertamente il proprio orientamento sessuale.

“Nel mondo della politica i primi tabù iniziano a cadere: è emblematico e sinonimo di apertura il grande consenso ottenuto in Iowa alle primarie del Partito democratico da Pete Buttigieg, 38enne gay dichiarato e sposato da due anni. Auspichiamo che anche il mondo dello sport possa recitare un ruolo da protagonista nella battaglia contro l’omofobia perché rappresenta l’ariete perfetto per abbattere certi schemi mentali assurdi che riguardano, poi, anche la vita di tutti i giorni e le relazioni che si creano tra le persone nella quotidianità”, ha detto in apertura dell’incontro Beghin. Che ha aggiunto: “Uno studio dell’Institute of Sociology and Gender Studies della German Sport University di Colonia ha rivelato che ben il 90% di un campione di 5.500 persone omosessuali, bisessuali, transgender e intersessuali, di età compresa tra i 16 e i 78 anni, ha dichiarato di percepire l’omofobia come un grave problema nello sport, tanto che il 20% di loro, e addirittura il 54% tra le persone trans, ha deciso di rinunciare alla pratica sportiva per via del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere. Inoltre, in Italia il 41% delle persone che praticano sport non ha rivelato il proprio orientamento sessuale in nessun ambito sportivo per paura di essere giudicato“.

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