Dopo che i berlusconiani in Sicilia hanno annunciato l'intenzione di chiedere un referendum per abrogare la norma, adesso anche il Pirellone scende in campo contro la riforma del guardasigilli Bonafede. Contrari solo i 5 stelle, visto che il consigliere di Italia Viva vota con il centrodestra, i dem si sono astenuti sul primo punto e hanno votato Sì solo alla seconda parte del dispositivo, che chiede di arrivare a una piena applicazione del giusto processo
Dopo la Sicilia anche la Lombardia si scaglia contro la riforma della prescrizione. Dopo che il gruppo di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana ha annunciato di voler chiedere un referendum per abrogare la norma, adesso è il Consiglio regionale della Lombardia che scende in campo. Il partito di Silvio Berlusconi ha presentato una mozione al Pirellone che chiede al presidente della Regione e alla giunta di attivarsi affinché la proposta di legge Costa – che cancella la riforma del guardasigilli Alfonso Bonafede – possa essere discussa al più presto in Parlamento.
Una mozione che ha pochi effetti concreti, non essendo di compentenza delle Regioni l’ordine dei lavori in Parlamento. La notizia però è contenuta nella scelta di alcune parti dell’opposizione di votare a favore o di astenersi. La mozione, infatti, è stata approvata con i voti di Forza Italia, Lega e degli altri gruppi del centrodestra che governano la Lombardia e sono all’opposizione del governo di Roma. Ma a favore della mozione dei berlusconiani ha votato anche il consigliere di Italia Viva Patrizia Baffi. Contrari i 5 Stelle, mentre il Pd si è astenuto sul primo punto e ha votato Sì solo alla seconda parte del dispositivo, che chiede di arrivare a una piena applicazione del giusto processo.
Esulta Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale lobardo: “Sul tema della prescrizione oggi la Lombardia ha fatto da apripista per tutta Italia, con buona parte della minoranza che esprime voto favorevole alla nostra mozione. Un risultato del quale siamo orgogliosi, auspicando un voto analogo anche in Parlamento”. L’idea di votare a favore della legge Costa in Parlamento è stata evocata più volte dai renziani, come arma di ricatto nei confronti del governo. E infatti il berlusconiano Comazzi fa notare come “oltre all’adesione dei colleghi della maggioranza è significativa la non contrarietà del Pd e il voto a favore di Patrizia Baffi di Italia Viva, Michele Usuelli dei Radicali e gli esponenti dei Lombardi Civici Europeisti, che hanno voluto condurre insieme a noi una battaglia di civiltà contro un approccio forcaiolo e manettaro tipico di chi ritiene che “gli innocenti non finiscono in carcere”. La lista Lombardi Civici Europeisti è quella di Giorgio Gori, sindaco Pd di Bergamo e candidato governatore del centrosinistra sconfitto nel 2018.
La scelta dei renziani e del Pd – che non ha votato contro la legge di Forza Italia – è rilevante perché potrebbe anticipare scelte analoghe anche in Parlamento. Il berlusconiano Enrico Costa, nemico giurato della riforma, affila le armi: Oggi è iniziato nuovamente in commissione l’esame della nostra proposta di legge per cancellare la riforma Bonafede ed ogni giorno che passa la posizione del Guardasigilli si fa meno granitica. Ancora due giorni fa ha fatto dichiarazioni bellicose, ma a breve sarà inevitabile per lui fare un passo indietro rispetto allo stop alla prescrizione”. Rinviata dall’aula di Montecitorio la scorsa settimana, la legge Costa è stata nuovamente incardinata nella commissione Giustizia della Camera. La maggioranza avrà fino al 24 febbraio, quando è previsto il ritorno della legge in Aula, per trovare un accordo. Fino ad ora rimane lo stallo. “Il punto vero è che serve un accordo politico. Possiamo anche riuscire a bocciare la legge Costa in Aula, ma se non c’è un accordo il tema si riproporrà ogni volta che esamineremo un provvedimento sulla giustizia. Arriverà il ddl Bonafede sulla riforma del processo penale e il tema rientrerà dalla finestra”, spiega il capogruppo Pd in commissione Giustizia Alfredo Bazoli al termine dei lavori.