Per difendere il ripristino dei vitalizi a 700 ex senatori, Palazzo Madama tira in ballo il regolamento, facendo finta che non esista una questione di opportunità politica di fondo alla base di certe scelte fatte. La risposta agli appunti mossi dal M5s, che ha evidenziato il conflitto di interesse all’interno della commissione che decide sul trattamento pensionistico degli eletti, è arrivata con un comunicato dell’ufficio stampa. In breve: l’organismo in questione è indipendente, non può essere sciolto e le nomine vengono indicare dai gruppi e non dalla presidente Casellati. “Un organo giurisdizionale come la commissione Contenziosa è autonomo e indipendente – si legge nel comunicato – Non può essere sciolto d’autorità, né può interrompere la propria attività in virtù di una deliberazione che al momento non esiste ma è soltanto presunta”. Quest’ultimo riferimento è al fatto che la “deliberazione” citata non è stata ancora presentata, ma verrà ufficializzata il prossimo 20 febbraio, come raccontato in esclusiva dal Fatto Quotidiano nei giorni scorsi.
L’ufficio stampa di Palazzo Madama, poi, cerca di ribattere agli altri rilievi mossi dai pentastellati: “Una sentenza può essere condivisa o meno nel merito, può essere criticata ma in ogni caso – si fa osservare – rappresenterebbe la conclusione legittima di un procedimento che si svolge secondo Regolamento. Così è sempre stato fin dalla costituzione originaria degli organi di autodichia del Senato”. A leggere il comunicato del Senato, quindi, nessuna forzatura né conflitti di interesse, al contrario di quanto dichiarato dal M5s, che ha parlato di errori della presidente Elisabetta Casellati anche nella scelta di Giacomo Caliendo come massimo rappresentante dell’organismo parlamentare. In tal senso, Palazzo Madama ha provato a spiegare il motivo per cui questa critica è infondata: “Inoltre, è noto a tutti che le designazioni del presidente del Senato riguardo la composizione della commissione Contenziosa avvengono per prassi secondo le indicazioni ricevute dagli stessi gruppi parlamentari – è scritto nella nota – mentre il presidente dell’organo giurisdizionale viene eletto direttamente dagli stessi componenti. Ciò – è rilevato ancora nella nota – a differenza di quanto avviene alla Camera dei Deputati dove è il presidente della stessa che nomina il Consiglio di giurisdizione“.
Un passaggio, quest’ultimo, per rispondere alle accuse rivolte da Primo Di Nicola (M5s): il senatore aveva parlato di errore marchiano da parte della Casellati nel nominare Giacomo Caliendo alla guida della Contenziosa in quanto in conflitto di interesse. Il motivo? Per Di Nicola, Caliendo sta ripristinando un trattamento vantaggioso di cui beneficerà direttamente. Non solo. Il senatore abruzzese ha anche chiesto che all’interno della Contenziosa vengano nominato esclusivamente parlamentari eletti dal 2013 in poi e, soprattutto, ha auspicato lo scioglimento dell’organo parlamentare. In caso contrario, infine, ha fatto un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di intervenire per “evitare che aumenti il discredito che da decenni investe la politica italiana“.
Dopo la risposta dell’ufficio stampa del Senato, Primo Di Nicola ha ribadito la sua posizione: “Spiace dirlo, ma la presidente del Senato Casellati sembra non voglia cogliere la gravità della situazione che si è creata nella commissione Contenziosa che dovrà decidere in materia di vitalizi – ha detto l’esponente pentastellato – Il conflitto di interessi che la sta travolgendo è inaccettabile, anche perché investe la credibilità dell’intera istituzione Senato. I suoi componenti in conflitto di interesse dovrebbero per dignità dimettersi – ha aggiunto – E se non lo faranno, è dovere della presidenza prendere in mano la situazione”.
Intanto i 5 stelle hanno annunciato che il prossimo 15 febbraio manifesteranno parlamentari e attivisti in piazza. “Fermiamo l’ennesimo tentativo di riprendersi un assurdo privilegio che noi gli abbiamo tolto”, ha annunciato Paola Taverna. “Serve un esercito di cittadini con l’elmetto che chiamiamo in piazza per fermare l’odioso privilegio dei vitalizi”. In tanti, continua, “ci stanno chiedendo di tornare alle origini” a quando “Beppe Grillo dalla piazza ci lesse le Parole Guerriere, quando ci chiese di essere cittadini con gli elmetti: noi lo siamo ancora, siamo in guerra, una guerra gentile ma pur sempre una guerra, contro soprusi e privilegi, contro la casta”. L’idea di manifestare era stata lanciata in rete proprio dagli attivisti.