Dopo un “aggravamento” delle loro condizioni dovuto a un’insufficienza respiratoria, restano per ora invariate le condizioni della coppia cinese ricoverata ormai da una settimana allo Spallanzani di Roma. I due, marito e moglie, hanno superato la notte e sono ancora in terapia intensiva. Secondo quanto apprende l’Ansa, l’aggravamento potrebbe rientrare nel decorso del virus che prevede anche un momento di “crisi” in questo caso dovuto a difficoltà respiratorie. La prognosi resta riservata. “Come può accadere per qualunque forma di infezione virale, la polmonite può essere molto subdola e aggravare le condizioni”, ha sottolineato il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri. Intanto nel mondo aumenta il numero di contagi: “Nelle ultime 24 ore abbiamo avuto il numero più alto di casi in un solo giorno dall’inizio dell’epidemia” ha affermato il direttore generale dell’Oms in conferenza stampa: “Alle 6 di stamattina c’erano 24363 casi confermati di coronavirus in Cina, con 490 morti“. Solo a Wuhan si sono aperti due nuovi fronti di contagio, dopo che a migliaia avevano partecipato a un banchetto collettivo: notizia che ha spinto Pechino a vietare le cene e gli eventi di gruppo.
Borrelli: ” 24mila persone controllate negli aeroporti, nessun sospetto”. Il commissario per l’emergenza Angelo Borrelli, capo della protezione civile, dopo la riunione del Comitato operativo in conferenza stampa ha fatto il punto sulle misure in atto: ” A Fiumicino da ieri sono attivi i termoscanner e sono già oltre 24mila le persone controllate: nessun caso sospetto”, ha detto, ricordando il lavoro dei 628 volontari impegnati nei piani di sorveglianza. I controlli sono partiti in tutti gli aeroporti, e nei porti sono stati estesi anche alle navi provenienti da Paesi europei. “Registriamo una grande disponibilità da parte dei passeggeri, capiscono che si fan per la sicurezza collettiva”. Poi ha parlato dei 114 ragazzi impegnati in scambi culturali con la Cina: “Ho firmato un’ordinanza di Protezione civile per scongiurare la perdita dell’anno scolastico”. Tra questi, anche il ragazzo di 17 anni rimasto lì perché aveva la febbre: “La Farnesina è al lavoro per riportare a casa lui e anche chi, da altre parti della Cina, desidera tornare”. Il rientro in Italia avverrà con “voli indiretti“, cioé tramite scalo a Doha o a Francoforte.
Coppia cinese in terapia intensiva. “Le condizioni cliniche della coppia sono stazionarie. I parametri emodinamici sono stabili, prosegue il supporto respiratorio e il monitoraggio continuo dei parametri clinici e di laboratorio. La prognosi resta riservata”, conferma lo stesso ospedale Spallanzani che aggiunge che i farmaci somministrati “sono lopinavir, ritonavir prima e remdesevir dopo – quest’ultimo è stato sviluppato per Ebola, ma ha dimostrato buona efficacia anche per Sars e Mers – sono quelli indicati dall’Oms come più promettenti sulla base dei limitati dati disponibili”. Nel bollettino quotidiano, in cui viene fatto il punto anche sugli altri pazienti sotto osservazione: “Per quanto riguarda le 20 persone, che non presentano alcun sintomo e che hanno avuto contatto con la coppia cinese positiva all’infezione da nuovo coronavirus, continuano ad essere osservate presso l’Istituto Spallanzani. Sono tutte in buone condizioni generali e la loro salute non desta preoccupazioni”. Nell’ospedale sono infine ricoverati altri 4 pazienti sintomatici “provenienti da zone della Cina interessate dall’epidemia. Sono in corso i test per la ricerca del nuovo coronavirus nei 4 casi sospetti ricoverati”, conclude il bollettino.
Università Zhejiang: “Due farmaci efficaci”, ma l’Oms frena – Test preliminari condotti vitro in un laboratorio dell’Università di Zhejiang, in Cina, hanno mostrato che due farmaci, l’Abidol e il Darunavir, potrebbero inibire il modo efficace il nuovo coronavirus. La scoperta è stata condotta da un team di ricercatori guidato da Li Lanjuan, una delle principali ricercatrici nella lotta contro il virus in Cina, come riporta il quotidiano cinese Changjiang. Li ha chiesto che i due medicinali siano inseriti nel programma di cure elaborato dalla Commissione sanitaria nazionale. Ma, stando a quanto riporta il Global Times, i ricercatori del Wuhan Institute of Virology, hanno fatto sapere di aver individuato altri due farmaci, il Remdesivir e la clorochina, con effetti inibitori sul coronavirus. Ma l’Organizzazione mondiale sanità invita alla prudenza: “Non ci sono terapie efficaci conosciute contro questo 2019-nCoV”, ha detto un portavoce dell’Organizzazione al Financial Times. “Una cura contro il coronavirus è ancora lontana: si sta lavorando con farmaci già noti, ma i test in vitro non sono sufficienti per trarre alcuna conclusione”, commenta l’esperto di malattie infettive Massimo Galli, dell’ Università di di Milano e primario dell’ospedale Sacco. “In una situazione così critica – ha rilevato Galli – si lavora con quello che si ha“.
Caso sospetto a Verona: test negativi – Verrà dimessa in serata la cameriera ricoverata precauzionalmente al Policlinico di Verona per accertamenti, in seguito a un attacco febbrile che ha fatto scattare il protocollo di emergenza da coronavirus. La donna lavora nell’albergo dove ha alloggiato la coppia cinese che è in terapia intensiva allo Spallanzani. Fonti sanitarie dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona hanno confermato che si tratta di una semplice influenza, dopo che già i primi test avevano dato esito negativo. A chiamare i sanitari era stato il marito della donna, colpita da febbre mentre era a casa. La donna è stata portata in isolamento per essere sottoposta ai test assieme ai due figli, come prevedono i protocolli ministeriali.
I morti nel mondo sono 494 – Intanto il numero dei casi di Coronavirus accertati in Cina ha raggiunto quota 24.597, in una giornata segnata da un balzo dei contagi, che nelle ultime 24 ore hanno toccato 3.887 persone. Le vittime sono 494, due delle quali fuori dal territorio cinese, i pazienti che sono guariti e sono stati dimessi con successo dagli ospedali in Cina sono circa mille. La provincia dell’Hubei resta il primo e principale focolaio dell’epidemia e ha registrato finora 479 morti e 520 guarigioni. “Mentre il 99 percento dei casi si trova in Cina, nel resto del mondo abbiamo solo 176 casi“, ha sottolineato però il capo dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Ciò non significa che non peggiorerà. Ma di sicuro abbiamo una finestra di opportunità per agire”, ha spiegato.
Nuovi contagi a Wuhan, Pechino vieta i banchetti – I residenti di 33 blocchi su 55 del quartiere di Anjuyuan, a Wuhan, hanno manifestato i sintomi del coronavirus: a migliaia, nel mese di gennaio, hanno partecipato a un grande banchetto collettivo, ha riferito la tv statale cinese Cctv, tracciando l’ultimo pericoloso fronte dell’epidemia nella città del focolaio. Tutti sono da oggi sottoposti ai test e, al momento, mancano stime sul contagio. Nel quartiere di Baiheyuan l’allerta è in 17 blocchi su 36. Questo ha spinto Pechino a vietare le cene e gli eventi di gruppo, come già hanno fatto diverse altre città. L’ordinanza vieta “tassativamente” ai ristoranti e agli operatori di catering di organizzare cene di gruppo durante la fase di prevenzione e di controllo dell’epidemia. Le grandi agenzie alimentari dell’Onu – Fao, Wfp e Ifad – hanno si sono impegnate a fornire sostegno, in base ai rispettivi ambiti di competenza, agli sforzi della Cina per alleviare le conseguenze del virus sulla popolazione, in particolare nelle aree rurali.
Giappone, nave in quarantena – Resta invece in quarantena la nave da crociera in Giappone, dopo che almeno 10 passeggeri sono risultati positivi ai test. La Diamond Princess della Carnival Japan è ferma nella baia di Yokohama perché alcune persone hanno sviluppato i sintomi del morbo dopo lo sbarco di un contagiato a Hong Kong il 25 gennaio scorso. Il ministro della sanità giapponese Katsunobu Kato ha detto che sono stati prelevati campioni da oltre 200 occupanti della nave. “Le dieci persone che sono risultate positive sono state portate via dalla nave – ha aggiunto – e, con l’aiuto della guardia costiera, li abbiamo inviati alle strutture mediche“.