Nell’orchestra che accompagna gli artisti sul palco di Sanremo c’è anche chi guadagna 50 euro al giorno. Una paga “vergognosa”, ancor di più se paragonata ai “ricchi cachet per artisti famosi”. La denuncia sui compensi è arrivata dalla Slc-Cgil, il comparto del sindacato che si occupa dei lavoratori impiegati nell’area della produzione dei contenuti culturali, nel giorno dell’inaugurazione del Festival. Alla base c’è un’inchiesta della rivista Senza Filtro nella quale tre musicisti hanno parlato dei guadagni di alcuni membri della sinfonica che accompagna i 24 concorrenti in gara all’Ariston da martedì sera.
Il compenso, va detto, non è uguale per tutti e più in generale la contrattazione sul prezzo riguarda gli orchestrali freelance ingaggiati per il Festival dal Teatro Ariston che gestisce la sinfonica. Quella cifra – confermano a Ilfattoquotidiano.it – riguarda ad esempio degli archi: tra violini, viole, violoncelli e contrabbassi alcuni sono pagati meno di altri strumenti e le cifre sono assai simili a quelle denunciate dal sindacato. “Posso dire che è tutto vero – afferma una fonte vicina all’orchestra – ed è una vergogna. In particolare quelle tirate fuori dalla Slc Cgil sono le cifre degli archi”. La Rai, contatta, ha preferito non commentare.
Si tratta, aggiunge la fonte, di “musicisti vivono anche in sei nello stesso appartamento, perché i prezzi degli alloggi a Sanremo sono proibitivi, e guadagnano tra i 30 e i 60 euro al giorno. È vero che vitto e alloggio sono pagati, ma considerate che non è proprio il massimo condividere un appartamento in sei”. Le altre sezioni dell’orchestra – puntualizza la fonte sono “pagate molto, molto meglio” ma “queste sono le normali differenze che riguardano i musicisti di tutto il mondo. Alcuni ‘strumenti’ sono pagati meglio di altri”.
“Prove estenuanti e tempi di lavoro interminabili: dalle 10 del mattino fino a fine diretta, spesso dopo la mezzanotte. Sono condizioni inaccettabili che svelano, ancora una volta, come dietro luci sfavillanti e giacche doppiopetto il mondo dello spettacolo in Italia non riconosca il lavoro degli artisti anche se, proprio sulle loro capacità e competenze, mette in piedi fruttuosi business”, attacca la segretaria generale della Slc-Cgil Emanuela Bizi. La sindacalista sottolinea come “se possibile, appare ancora più grave quando a determinarla è la Rai, azienda che svolge il fondamentale compito di servizio pubblico, e che non può discriminare o non pagare adeguatamente tutti i suoi lavoratori, compresi gli artisti”. Tradotto: “L’orchestra a Sanremo non suona una musica uguale per tutti”.
Ma perché gli archi hanno un trattamento diverso da altre sezioni? Come spiega un direttore d’orchestra chiedendo l’anonimato, “hanno meno responsabilità di uno strumento di fila”. In sostanza, un flauto, ad esempio, “è come se fosse un solista, così anche gli ottoni” mentre di violini “c’è una sezione intera e quindi è come se la responsabilità dell’esecuzione fosse suddivisa tra più persone”. Anche tra gli stessi archi “esiste una gerarchia” e un contrabbassista “prende sicuramente più di un violino”. Un ragionamento “tipico dell’orchestra, non solo a Sanremo”, conclude il direttore.
LA POSIZIONE DELLA RAI – In serata l’AdnKronos, agenzia che per prima aveva diffuso la notizia degli orchestrali sottopagati, ha pubblicato un lancio con la presa di posizione di fonti della Rai: “È di 250.000 euro la cifra che la Rai versa quest’anno alla Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo per i 32 elementi che suonano nell’orchestra del festival. 6 di questi elementi sono stabili, gli altri sono chiamati per l’occasione. A fronte di questa cifra – spiegano ancora fonti Rai all’agenzia – l’impegno richiesto dalla Rai agli orchestrali attraverso la Fondazione, nel caso di quest’anno, è iniziato il 3 gennaio e si concluderà con la finale del festival”.