Pur ritenendo provati "decenni di inerzia delle istituzioni nel settore dello smaltimento dei rifiuti illeciti e pericolosi" il pm Maria Di Mauro ha chiesto al gip di Napoli l’archiviazione del procedimento scattato in seguito all’esposto, presentato a gennaio 2014, dall’avvocato napoletano Sergio Pisani. Una denuncia simbolo, nella quale il legale chiedeva approfondimenti proprio sulle responsabilità delle istituzioni. L'avvocato si è opposto all'archiviazione: "Questa storia non può cadere in prescrizione, migliaia di decessi di giovani e bambini certamente correlate alle condotte omissive”
Secondo il pubblico ministero della Procura di Napoli non si può procedere per dare giustizia alle vittime della Terra dei Fuochi, molte delle quali bambini, perché le condotte (anche quelle omissive dei politici) che hanno portato alla loro morte sono cadute in prescrizione. E le “gravi omissioni” commesse, in primis “decenni di inerzia delle istituzioni nel settore dello smaltimento dei rifiuti illeciti e pericolosi” risalgono a diversi anni fa. Così, “ferme restando le responsabilità politiche e amministrative sulle gravi vicende denunciate”, il pm Maria Di Mauro ha chiesto al gip di Napoli l’archiviazione del procedimento scattato in seguito all’esposto, presentato a gennaio 2014, dall’avvocato napoletano Sergio Pisani. Una denuncia simbolo, nella quale il legale chiedeva approfondimenti proprio sulle responsabilità delle istituzioni. Una volontà che oggi lo spinge a opporsi alla richiesta di archiviazione, anche in quanto persona offesa, perché papà di un bambino di 5 anni nato con malformazioni plurime. “Non si tratta solo di mio figlio – spiega a ilfattoquotidiano.it – ma di tantissimi bambini e di tutti quelli che non ci sono più e stanno continuando a morire. Accade ora, mentre in molte aree non c’è un controllo né sugli incendi, né sui rifiuti. Per questo non può esservi alcuna prescrizione”.
LA DENUNCIA DEL 2014 – Nella denuncia presentata sei anni fa, Pisani fa riferimento a ventidue anni di smaltimenti illeciti avvenuti tra le province di Napoli e Caserta: circa 10 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni specie: scorie derivanti dalla metallurgia termica dell’alluminio, amianto, reflui liquidi contaminati da metalli pesanti e altro ancora. Tutto trasportato in oltre 400mila camion, che hanno attraversato mezza Italia per scaricare i rifiuti nelle campagne del Napoletano. L’avvocato chiedeva anche verifiche su quanto dichiarato da Massimo Scalia, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti dal 1997 al 2001. A lui il pentito Carmine Schiavone indicò i luoghi in cui il clan dei Casalesi aveva sotterrato milioni di quintali di rifiuti tossici. Le sue dichiarazioni, però, vennero secretate per poi essere pubblicate solo nel 2013. Sedici anni dopo.
LE CONDOTTE OMISSIVE – L’anno dopo Pisani, sempre in quella denuncia, chiedeva di accertare se davvero Scalia avesse detto: “Informammo tutti, gli enti locali, la stampa, i ministri interessati”, tra cui l’allora “ministro dell’Interno Giorgio Napolitano e il presidente del Consiglio”. E ancora, avrebbe dichiarato Scalia: “Quando facevamo le audizioni c’erano anche assessori comunali, regionali e provinciali”. L’avvocato ricordava l’informativa consegnata alla Dda di Napoli da Roberto Mancini “il cui rapporto è rimasto inspiegabilmente chiuso in un cassetto per 15 anni”. Nel 2014 il commissario della Criminalpol Roberto Mancini lottava contro un tumore contratto proprio mentre indagava sullo smaltimento dei rifiuti e che lo avrebbe poi ucciso. “Insomma – dice Pisani – si poteva intervenire, invece su quei terreni sono stati costruiti palazzi, strade e scuole. In 47 comuni contaminati”. Tuttora l’avvocato chiede di identificare i responsabili, anche tra i rappresentanti delle istituzioni che, pur informati, non sono intervenuti per evitare che la popolazione corresse pericoli.
L’OPPOSIZIONE ALLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE – Opponendosi alla richiesta di archiviazione, l’avvocato fa riferimento all’articolo 586 del codice penale (morte come conseguenza di un altro reato) che prevede una responsabilità oggettiva quando il decesso (o la lesione) di una persona deriva dalla commissione di un delitto doloso, anche se conseguenza non voluta dal colpevole. Per Pisani quell’articolo “impone la prosecuzione delle indagini in relazione alle migliaia di decessi di giovani e bambini certamente correlate alle condotte omissive”. L’ipotesi di reato per la quale ha chiesto di indagare, morte come conseguenza di altro reato “non può cadere in prescrizione, perché essa decorre dalla date dei singoli decessi” spiega a ilfattoquotidiano.it. Pisani cita anche una sentenza emessa dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, la 22676 del 2009 che, passando in rassegna i casi in cui trova applicazione l’articolo 586, risolveva una questione interpretativa riguardo alla responsabilità del venditore di sostanze stupefacenti in caso di morte o lesione (non volute) dell’assuntore.
IL PROGETTO VERITAS – Come prova del collegamento tra “gravi omissioni” e le “responsabilità politiche e amministrative” riconosciute anche dal pubblico ministero e i decessi avvenuti nella Terra dei fuochi, l’avvocato napoletano segnala anche i risultati del ‘Progetto Veritas’, studio pubblicato di recente sulla rivista specializzata Journal of Cellular Physiology e coordinata dall’oncologo Antonio Giordano dell’Istituto Sbarro di ricerca sul cancro della Temple University di Philadelphia. La ricerca, presentata alla Camera dei deputati, rileva concentrazioni fuori norma di metalli pesanti nel sangue dei malati di cancro residenti nella Terra dei Fuochi, tra Napoli e Caserta, individuando un legame tra i reati commessi e l’insorgenza di tumori. Si tratta di un lavoro che ha attirato diverse critiche (soprattutto per la modalità di campionamento) anche quelle del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, nei confronti del quale Giordano ha dato mandato ai suoi legali per procedere con una querela. Per Pisani non c’è alcun dubbio che lo studio sia valido e, comunque, riguardo al tema dei dati sanitari, nell’atto di opposizione fa istanza di acquisizione del registro sui tumori e della documentazione clinica dei bambini della Terra dei Fuochi deceduti per patologie tumorali.